Fermiamo il massacro iraeliano
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- Date: Tue, 25 Jul 2006 00:16:58 +0200
ISRAELE PUNTA ALLA SOLUZIONE FINALE
PER IL POPOLO PALESTINESE Lo stato sionista di Israele creato
e sostenuto dalle potenze imperialiste occidentali sta procedendo metodicamente
verso i suoi obiettivi strategici: a)
compiere
un lento genocidio della popolazione
palestinese nei territori di Gaza e Cisgiordania oppure creare le condizioni per
una loro definitiva espulsione verso altre nazioni arabe; b)
realizzare il grande Israele che prevede l’annessione
di una parte dei territori dell’attuale Libano, Siria e Giordania e/o
l’insediamento di governi subalterni alla sua politica; c)
rafforzare la sua funzione di cane da guardia degli interessi
occidentali nell’area mediorientale verso quei popoli e nazioni che non
intendono piegarsi alla rapina e alla sottomissione delle potenze imperialiste
dominanti. Oggi siamo
ad un nuovo decisivo passaggio di questa strategia, soprattutto dopo la indomita
volontà di resistere
espressa dai palestinesi con il voto ad Hamas e la tenace opposizione
manifestata dagli Hezbollah libanesi. Falliti i tentativi di utilizzare la
corrotta direzione dell’Olp per addomesticare la lotta del popolo palestinese
contro la reclusione in un unico enorme lager con tanto di muro di isolamento,
si ritorna alla politica di indiscriminati bombardamenti su di un territorio tra
i più densamente popolati del mondo, alla distruzione di tutte le infrastrutture
civili per impedire qualsiasi possibilità di sopravvivenza, si rapiscono i
membri del legittimo governo palestinese. Dopo aver rapinato la terra del
popolo palestinese ed aver già reso profuga oltre metà della popolazione si fa
un altro passo verso Del resto
cosa aspettarsi di diverso da stati che a loro volta partecipano all’occupazione
militare e all’oppressione di altre nazioni come l’Iraq e
l’Afghanistan, che quotidianamente fomentano l’odio anti arabo e anti
islamico? Cosa aspettarsi da uno stato come
quello italiano che collabora
militarmente e commercialmente con lo stesso Israele, che lo sostiene
economicamente, sapendo che tali relazioni sono utilizzate per rafforzare
l’oppressione palestinese e la politica espansionista dello stato sionista e
razzista di Israele? Nel mentre si promuove una finta
opera di mediazione tra le parti che ha come obiettivo principale il disarmo
degli Hezbollah ed il loro arretramento dal confine, si conferma il ruolo
dell’Italia quale piattaforma di partenza per le armi di sterminio che gli Usa
forniscono ai massacratori israeliani. Ormai in Italia non si fa nemmeno
più finta di sostenere in modo strumentale, come nei governi della prima
repubblica, la causa della nazione araba in generale e di quella palestinese in
particolare, ma si è scatenata la gara tra le varie forze politiche di destra e
di sinistra a chi si presenta più amico di Israele, fino ad arrivare alle
oscenità di vere e proprie manifestazioni organizzate dalla sinistra
istituzionale di sostegno ad Israele, presentata come vittima, proprio nella fase in
cui l’aggressione verso i palestinesi era più acuta con il drammatico
allargamento del fronte di guerra al Libano, o peggio puntare alla
criminalizzazione di qualsiasi critica e condanna alla politica dello stato
sionista dipinta in maniera strumentale come inevitabilmente
antisemita. Contro la campagna mediatica e
politica da parte delle forze tanto di governo che di opposizione è necessario
tornare a gridare in piazza la elementare verità che lo stato di Israele è una
creatura delle potenze occidentali e che la sua costituzione su base religiosa e
razziale ha la precisa funzione di escludere i palestinesi dalla cittadinanza
nei territori da cui vivono da sempre, che la presenza di tale stato rappresenta
un pericolo continuo per la pacifica convivenza dei popoli di quell’area
compreso quello ebraico. Denunciamo la politica di sostegno
di fatto espresso dalla classe politica dirigente italiana di destra e di
sinistra verso lo stato israeliano, le sue mire espansionistiche e neocoloniali
verso il mondo arabo-islamico. Rigettiamo
ogni tentativo di mandare nuove truppe occidentali sotto mandato Onu o Nato in
Palestina, poiché
queste non sarebbero nella maniera più assoluta inviate per mettere fina alla
politica oppressiva di Israele ma solo per
dargli man forte e per consentire una penetrazione più diretta degli interessi
occidentali nell’area. Solo una forte mobilitazione di
massa può costringere i nostri governanti a ridurre il sostegno economico, politico e militare allo stato sionista di
Israele e a dare più forza alla resistenza del popolo palestinese ed
araba Red
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