duecentoventiquattresima ora in silenzio per la pace



rete controg8
per la globalizzazione dei diritti.

La decisione di una parte del centro sinistra di votare a favore del
rifinanziamento della  partecipazione italiana alla guerra in Afghanistan
non fa venir meno le ragioni per cui, ormai cinque anni fa, cominciammo a
manifestare in silenzio sui gradini del palazzo ducale contro un conflitto
che rimane inutile, illegale e criminale.
Ma il momento è particolarmente triste e difficile: per questo chiediamo a
quanti condividono ancora le nostre ragioni di raggiungerci davanti al
palazzo ducale di Genova, dalle 18 alle 19 di domani, mercoledì 12 luglio,
anche solo per pochi minuti.
Distribuiremo ai passanti il testo di Gino Strada che incollo qui sotto. E
rivolgeremo un pensiero solidale al popolo palestinese massacrato
nell'indifferenza del mondo intero
-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------


VIA ANCHE DALL’AFGHANISTAN.

UNA LETTERA DI GINO STRADA, CHIRURGO.

Questa mattina ho visto due blindati italiani passare davanti all'ospedale
di Emergency, nel pieno centro di Kabul. I militari spuntavano dalla
torretta, ruotando la mitragliera da destra e sinistra, lentamente, a
"coprire" entrambi i lati della strada. Mi sono chiesto che penseranno i
cittadini di Kabul della loro citta' attraversata da carri armati stranieri.
E che sensazione avranno i passanti nel vedersi puntate addosso quelle
mitraglie?
Ho avuto il piacere di conoscere il Ministro Parisi qui a Kabul, e ne ho
apprezzato l'interesse per il nostro lavoro. Tornato a casa, leggo sul
"Corriere" di oggi una sua dichiarazione che suona cosi': "Se Emergency può
agire a Kabul, e' grazie alla protezione dei militari".
*
Domanda secca: perche' un Ministro dice bugie?
Una bugia sciocca, tra l'altro, banale, facilmente confutabile: Emergency
era a Kabul gia' nel 2000, quando non c'erano truppe italiane e perfino la
nostra l'Ambasciata era chiusa da anni. Gia', eravamo a Kabul, nella Kabul
talebana. E dal 1999 in Panchir, con un ospedale che curava chi viveva da
quella parte del fronte. Banalmente, per non fare torto a nessuno e
occuparci il piu' possibile di chi aveva bisogno, senza chiedere
appartenenze. A Kabul come in Panchir, abbiamo lavorato per anni senza
protezione militare.
Dal 7 ottobre 2001 per oltre un mese Kabul e dintorni sono stati bombardati.
Lotta al terrorismo, sicurezza internazionale? La nuova guerra in
Afghanistan, signor Ministro, e' iniziata cosi', con i B52 a sganciare
bombe anche da sette tonnellate, da quarantamila piedi. Molte migliaia di
civili sono morti sotto quelle bombe, signor Ministro. Possiamo fornirle
nomi e indirizzi, se le interessa. Piu' morti, molti di piu', che alle
Torri Gemelle: hanno fatto "giustizia" quei bombardamenti? O la "guerra al
terrorismo" non e' stata invece un altro atto di terrorismo? Moltiplicare
le vittime, nella macabra rincorsa ad uccidere di piu', ciascuno per le sue
ragioni, non mi sembra una strada ragionevole. La trovo perfino disumana.
Ma torniamo a Kabul. Neanche in quella occasione abbiamo avuto bisogno dei
militari a proteggerci (anzi i militari di ogni sorta erano in verita' il
pericolo). E abbiamo continuato cosi', a Kabul e nel resto dell'Afghanistan.
Nei cinque anni di "guerra al terrorismo" abbiamo fatto il nostro lavoro -
curare persone ferite o ammalate - senza bisogno dei militari.
*
E allora, Ministro Parisi, perche' quella bugia?
Pero' in qualche modo la capisco: lei "deve" dire bugie sull'Afghanistan.
Vi e' obbligato dall'avere scelto di partecipare a una operazione di guerra
cammuffandola e spacciandola per operazione di pace.
Non si puo' fare senza raccontare bugie. E senza apparire ridicoli. Gli
Stati Uniti chiamano Gwat quello che stanno facendo in Afghanistan (con
Enduring Freedom prima, con l'Isaf poi, infine con la Nato): guerra globale
contro il terrorismo. Il nostro Ministro della Difesa tende invece a far
credere che le truppe italiane (che hanno partecipato a tutte le operazioni
lanciate in Afghanistan) siano qui a fare la guardia ai medici.


Mi spiace contraddirla signor Ministro, ma non siamo qui grazie ai suoi
soldati, ne' ad altri militari. Anzi la loro presenza e' per noi motivo di
seria preoccupazione, per la sicurezza nostra, del nostro staff e dei
nostri pazienti. Provi a trovare altre scuse, per giustificarla. Per quanto
mi riguarda, e per quanto riguarda Emergency, puo' riportare a casa le sue
truppe domani mattina. Anzi ci spingiamo a pensare che lei dovrebbe farlo.
Per molte ragioni, la piu' evidente essendo che lei ha giurato di
rispettare la Costituzione Italiana, articolo 11 compreso.