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caro zanotelli, sei il mandante
- Subject: caro zanotelli, sei il mandante
- From: "alfonsonavarra at virgilio.it" <alfonsonavarra at virgilio.it>
- Date: Sat, 8 Jul 2006 18:54:07 +0200
ALLA C.A. DI ALEX ZANOTELLI DA PARTE DI ALFONSO NAVARRA (in forma di lettera pubblica) CARO ALEX, SERVE UNA TUA PAROLA SAGGIA Non so quanti morti, ovviamente tra la debole ed indifesa popolazione civile, abbia finora provocato la guerra in Afghanistan. Il Senatore Martone ha "sparato" la cifra di 200.000 vittime. Sono 200.000 donne, uomini, bambini sacrificati sull'altare dell'"esportazione della democrazia" a suon di bombe sui villaggi. Ora Enduring Freedom, a guida americana, e ISAF della NATO passano alla "fase 3": espansione nell'Area Sud ed Area Est. Facciamo, per essere ottimisti, altri 50.000 morti? Io capisco che il bau bau del voto UDC faccia tremare a molti, a quanto pare piu' attenti alla politica istituzionale che al pacifismo, le vene ed i polsi. Ma credo che occorra anche conservare il senso della misura e delle proporzioni. Questa paura sugli "equilibri politici", basata sulla logica machiavellica del calcolo dei rapporti di forza, ci deve far chiudere gli occhi per l'avallo ad una guerra che, oltre tutto, si proiettera' presto in un attacco, forse atomico, contro l'Iran? "Riduzione del danno" potrebbe essere che, finalmente, qualcuno a Bush le canti chiare. Magari - perche' no? - il nostro Paese, con un sussulto di vero orgoglio nazionale. Dovremmo farlo in nome della Costituzione, va bene; ma soprattutto in nome dei "poveracci" afghani (e iraqeni, e palestinesi, e somali, ecc,) che rischiano veramente, da un aggravamento dei bombardamenti umanitari, tutti i loro beni ed, in senso forte e proprio, la vita, quella loro, quella delle famiglie, quella delle comunita' in cui risiedono e lavorano. Il terrore, per loro, indicibile ed artigliante, e' molto piu' concreto e fondato del nostro blando timore per i "disastri" provocabili dai politicanti italiani e dal loro principe, Silvio Berlusconi. Diceva Gandhi: per poter capire se una nostra azione e' buona o cattiva pensiamo alle conseguenze pratiche che produrra' sull'ultimo dei poveri che conosciamo. Se lo fara' star meglio, l'azione passiamola per buona. Se lo fara' stare peggio, l'azione va data senz'altro per cattiva. Non credo che possa essere considerata una buona cosa provocare ai poveri contadini afghani la preoccupazione di dover scrutare il cielo per controllare se grandineranno o meno missili o bombe... Ne' l'uso dei lanciafiamme mi sembra il metodo piu' indicato per bonificare le coltivazioni di oppio... Caro Alex, In questi giorni sulla vicenda del voto per il rifinanziamento delle missioni militari stiamo assistendo ad uno psicodramma degno di miglior causa. Otto senatori sono stati messi sotto processo dai loro colleghi semplicemente perche' intendono restare fedeli al buon senso pacifista, quello che rimane ancorato al signicato tangibile delle cose, essendo capace di distinguere, come il giorno dalla notte, le scelte di vita da quelle di morte. Sono otto senatori che permangono nell'idea che hanno solennemente esternato e pubblicizzato i loro gruppi parlamentari quando hanno aderito, suonando a pieno fiato le trombe mediatiche, all'appello redatto da te, inseme a Strada, Ciotti e Dall'Olio. Sono otto persone che ti hanno ascoltato e capito. Me lo stanno esplicitamente ripetendo e confermando per telefono i vari Malabarba, Turigliatto, Burgio, Giannini, col tono accorato di chi sta subendo pressioni ai limiti del ricatto e delle minacce ... Mi sembrerebbe - a questo punto - opportuna una tua presa di posizione pubblica, che avrebbe una valenza pesantissima: lasciate in pace quei digraziati, se proprio volete prendervela con qualcuno, ci sono qua io. Io, a nome del pacifismo autonomo e conseguente, sono il mandante, loro sono gli esecutori di quello che, a quanto pare, considerate un "delitto": voler continuare a ripudiare la guerra, come prescrive la nostra Costituzione. La prossima volta, cari politici di qualsiasi colore, prima di aderire a cuor leggero ai miei appelli, rifletteteci bene: non si scherza con le cose serie, con la speranza di un mondo che, per ottenere la pace, prepari la pace e non voti la guerra. Aderite percio' con riflessione e convinzione profonda ad una concezione pacifista che deve scuotere gli schemi ed i luoghi comuni della politica tradizionale. Siate coraggiosi come richiede il grave momento e la vostra responsabilita' di rappresentanti del popolo: dipende da voi una svolta in politica estera che attivi autentiche missioni disarmate di pace: perche', riprendo la citazione di Gandhi dell'appello di Strada e mio, "Non c'è una strada che porta alla pace, la pace è la strada".
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