Inoltro: rifinanziamento missioni militari




appena inviata:

Data:  	Wed, 28 Jun 2006 20:41:15 +0200 [20:41:15 CEST]
Da:  	doriana at inventati.org
A:  	"alfonsonavarra at virgilio.it" <alfonsonavarra at virgilio.it>
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Oggetto:  	Re: grazie ai senatori obiettori
Intestazioni:  	Mostra tutte le Intestazioni


Mi sono fatta ieri 2 ore e mezza di treno (50 minuti di ritardo sulla linea Viterbo-Roma)per manifestare davanti al Parlamento dove eravamo circa, ad essere buoni, duecento persone... ci conosciamo un po' tutti. L'ho visto Gigi Malabarba, come l'ho visto sempre. Quelli che non c'erano, pensavo che erano altrove. C'erano tutte le giustificazioni: il caldo, il lavoro, la distanza. Un vuoto senza giustificazioni quello di Lidia Menapace,oggi al Senato, che chiamo in causa. E rimango neanche tanto allibita, dopo aver sentito dieci minuti fa al telegiornale della rai, le dichiarazioni di Bertinotti: i militari stanno in Afghanistan come corpo di prevenzione di pace. In Grecia nei giorni scorsi è stato gridato lo slogan da decine di migliaia: il fiume non torna indietro. Sagge parole urlate da bocche di studenti insegnanti precari fannulloni, come noi perditempo a chiedere da anni il rispetto dell'articolo 11 della nostra Costituzione. A voi, saltimbanchi della politica, la parola che avete sempre pronta.
VERGOGNA, in saldi la pace, come gli stracci nelle vetrine dell'Italia.

Doriana Goracci
Donne in Nero Tuscia
Collettivo Bellaciao Italia

Quoting "alfonsonavarra at virgilio.it" <alfonsonavarra at virgilio.it>:

[Hide Quoted Text]
Sul sito di "Repubblica" apprendo che 8 senatori (Verdi, Prc e Pdci),
contrari al rifinanziamento della missione in  Afghanistan e di tutte
le missioni di guerra, voteranno NO al decreto governativo in tal
senso.
Questi i nomi degli 8 obiettori che ringrazio per la coerenza
pacifista e la lungimiranza politica: Gigi Malabarba, Claudio  Grassi,
Franco Turigliatto e Fosco Giannini (tutti del Prc), Mauro Bulgarelli,
Loredana de Petris, Giampaolo Silvestri  (Verdi) e Fernando Rossi
(Pdci),
Spicca invece l'assenza di Lidia Menapace, nostra candidata
"pacifista" alla Presidenza della Repubblica.
Questi rappresentanti del
popolo, con la loro coraggiosa presa di posizione, ricordano a tutti
che esistono valori su cui non  si mercanteggia opportunisticamente:
stiamo parlando degli architravi a fondamento della Costituzione che
abbiamo appena  deciso, a stragrande maggioranza, di non manomettere:
ad es. il "ripudio della guerra" proclamato dall'art. 11.
Il governo
dobbiamo considerarlo non un fine ma un mezzo, se abbiamo una
concezione etica e democratica della politica, e non  come mera tecnica
di conquista e mantenimento del potere per il potere.
Il popolo
italiano ha una "vocazione di pace", scrive nero su bianco (bonta' sua)
il programma dell'Unione, ed ha sicuramente  votato contro la
partecipazione italiana a qualsiasi guerra, checche' ne pensi il
tonitruante ed impettito neoministro della  Difesa.
La gente non e'
stupida, caro Parisi: e' benissimo in grado di distinguere la guerra
dalla non guerra, una aggressione  militare da una operazione di
polizia internazionale. Anche i piu' dubbiosi verranno poi
inevitabilmente convinti dalle bare  dei "nostri ragazzi", di ritorno
dai fronti "caldi" stabiliti dalla politica americana, che ha
dichiarato ufficialmente  (forse sei tra i pochi che non se ne e'
accorto) una UNICA, PREVENTIVA e PERMANENTE guerra al terrorismo
internazionale.
Una guerra che sappiamo pretestuosa, perche' quello cui
l'Amministrazione BUsh mira e' il controllo strategico dell'area che
ospita le maggiori riserve petrolifere del Pianeta.
C'e' qualcuno che
esclude questa eventualita', dei nostri morti quando si va in prima
linea a sparare ed essere sparati?
Bertinotti, tu ossimoro vivente,
credi che bastera' presenziare ai funerali con una spilletta o
avvolgerle  - queste bare -  in bandiere iridate per coprire la dura
verita' delle cose?
(Per quanto riguarda i civili afghani, sicuramente
coloro che piu' soffriranno,pagheranno, e moriranno, rassegnamoci al
silenzio del duopolio mediatico che il governo Prodi intende ancora
salvaguardare).
Un governo che tradisce, attaccandosi a formalismi
giuridici mal posti e ancor peggio intepretati, questa profonda e
sentitissima aspirazione popolare alla pace non puo' avanzare il
ricatto del voto di fiducia e non merita comunque di essere  difeso.
Prodi, D'Alema, Rutelli, Parisi e compagnia partitocratica cantante ed
officiante dimenticano, nalla loro hybris, che abbiamo  votato non per
loro, per le loro proposte, che non ci sono (parlano in loro vece i
poteri economici forti), ne' per i loro  valori (che non capiamo bene
quali siano): li abbiamo votati, non avendo alternative nemmeno
tecniche, per liberare l'Italia  dall'anomalia antidemocratica
berlusconiana. O no?
Sembra che questi signori abbiano tutt'altro per
la testa, piena di arroganza e di vanagloria su meriti che si sono
autoattribiti con leggi fatte apposta per vanificare qualsiasi
partecipazione dei cittadini non appartenenti al ceto  politico.
Basta
osservare come stanno calpestando la vittoria del NO al referendum
appena tenuto: la "incassano" come via libera a  procedere sulla strada
delle riforme perseguite in passato, da fare insieme a Berlusconi e
soci.
Questo e' disprezzo del voto popolare e della volonta' popolare.
Ricordino pero' il detto popolare: attenti alla rabbia dei miti e dei
pazienti!



Info:

Alfonso Navarra - cell. 349-5211837



da www.
repubblica.it

ESTERI  "Se il decreto resta così com'è, non siamo
d'accordo"
D'Alema: "Ci saranno i voti della maggioranza, c'è l'intesa"
Afghanistan, Unione a rischio
Otto senatori annunciano il No
Diliberto:
"No a missioni di guerra ma salvaguardare governo"
E nei Verdi scoppia
il caso 'dissidenti'. Pecoraro: "Una buona mediazione"

ROMA - E'
durato lo spazio di poche ore l'accordo di maggioranza
sull'Afghanistan. Al no del Pdci al decreto sul  rifinanziamento della
missione ("Una consapevole irresponsabilità", la definisce Anna
Finocchiaro, presidente dei senatori  dell'Ulivo), si è aggiunta oggi
anche la lettera di 8 senatori della sinistra radicale che annuncia il
voto negativo. Così,  malgrado le parole di ottimismo di Massimo
D'Alema ("Ci saranno i voti della maggioranza"), la strada del
centrosinistra  diventa davvero impervia.

"Se il decreto
sull'Afghanistan resta così com'è, non siamo d'accordo e annunciamo il
nostro voto contrario", dicono nella  loro lettera al premier otto
senatori della maggioranza. Gigi Malabarba, Claudio Grassi, Franco
Turigliatto e Fosco Giannini  (tutti del Prc), Mauro Bulgarelli,
Loredana de Petris, Giampaolo Silvestri (Verdi) e Fernando Rossi
(Pdci), manifestano la  loro contrarietà all'accordo raggiunto ieri tra
i ministri D'Alema, Parisi e Chiti con i capigruppo dell'Unione.


Se
il decreto sull'Afghanistan resta così com'è, non siamo d'accordo e
annunciamo il nostro voto contrario", dicono nella  loro lettera al
premier otto senatori della maggioranza. Gigi Malabarba, Claudio
Grassi, Franco Turigliatto e Fosco Giannini  (tutti del Prc), Mauro
Bulgarelli, Loredana de Petris, Giampaolo Silvestri (Verdi) e Fernando
Rossi (Pdci), manifestano la  loro contrarietà all'accordo raggiunto
ieri tra i ministri D'Alema, Parisi e Chiti con i capigruppo
dell'Unione.

Ma per il portavoce dei Verdi, Alfonso Pecoraro Scanio
"va bene la mediazione raggiunta ieri", e investe del problema lo
stesso premier affermando che se ci sono "singoli parlamentari che non
sono d'accordo deve essere il capo della coalizione a  convincerli". Ma
allo stesso tempo il ministro dell'Ambiente ammonisce i dissidenti: "Se
casca il governo non ci ritiriamo  nemmeno dall'Iraq".

E sembrano
ammorbidire i toni anche i Comunisti Italiani. Il segretario del
partito, Oliviero Diliberto, torna infatti a  ribadire il Pdci rimane
contrario "ad una partecipazione italiana a missioni di guerra", ma
allo stesso tempo sottolinea che  il suo partito "ha però a cuore,
senza alcun tentennamento, le sorti del governo Prodi". Dunque tutto
rinviato a sabato  mattina, quando la direzione del partito deciderà
come "tenere insieme la più radicale critica alla missione e al
contempo la  salvaguardia più rigorosa dell'attuale quadro politico".

"Non siamo neanche entrati nel merito del numero dei soldati", dice
D'Alema da Berlino dove ha avuto un incontro con il  collega tedesco
Frak-Walter Steinmeier. Il capo della Farnesina ha spiegato che "il
governo è orientato a confermare lo  stanziamento finanziario che è
stato previsto nel precedente semestre". E' prevista però "una piccola
variazione": sarà  aumentato lo stanziamento per la cooperazione. Poi,
il ministro degli Esteri ostenta ottimismo: "Nessuno si dispone a
votare  contro il provvedimento ed a mettere in difficoltà il
governo".

(28 giugno 2006)
Quoting Lidiamaria Cirillo <lidiamaria.cirillo at fastwebnet.it>:




AFGHANISTAN:NO A MODIFICHE 8 SENATORI UNIONE VOTANO NO
LETTERA A PRODI DA PARLAMENTARI PRC, VERDI E PDCI
  (ANSA) - ROMA, 28 GIU - ''Se il decreto sull'Afghanistan
resta cosi' com'e', non siamo d'accordo e annunciamo il nostro
voto contrario''. Questo e' il  contenuto che otto senatori
della maggioranza hanno scritto in una lettera indirizzata a
Romano Prodi per manifestare la loro contrarieta' all'accordo
raggiunto ieri tra i ministri D'Alema, Parisi e Chiti con i
capigruppo dell'Unione.
 A sottoscrivere l'appello sono Gigi Malabarba, Claudio Grassi,
Franco Turigliatto e Fosco Giannini del Prc, Mauro Bulgarelli,
Loredana de Petris e Giampaolo Silvestri dei Verdi, Fernando
Rossi del Pdci