A. CAVAGNA: PROPOSTA DI DOCUMENTO UNITARIO FRA GLI ENTI RIMASTI SENZA VOLONTARI IN SERVIZIO CIVILE



PROPOSTA DI DOCUMENTO UNITARIO


FRA GLI ENTI RIMASTI A ZERO DI GIOVANI IN


SERVIZIO CIVILE NEL RECENTE BANDO DELL'UNSC



Condivido in pieno la proposta di Alberto Trevisan, del Movimento
Nonviolento, per "un'azione comune di protesta", lasciando libero ogni ente
di attuare anche altre forme di lotta, secondo capacità e opportunità
proprie.

In tale prospettiva suggerisco dei punti chiari e sostanziosi scaturiti da
scambi di opinione fra varie persone avuti in questi giorni.


1.
Chiediamo all'UNSC uno <snellimento delle pratiche burocratiche>, ritenute
eccessive per gli enti e per lo stesso Ufficio Nazionale.


2.
Non è giusto attribuire migliaia di giovani in servizio civile ad alcuni
enti e lasciarne altri senza nessuno. Si auspica che tutti gli enti
accreditati, con progetti approvati, possano usufruire di una equa
distribuzione dei volontari.


3.
Occorre tener vivo il radicamento del servizio civile nella cultura della
<difesa non armata e nonviolenta>, da cui è nato e che è stato recepito
nelle leggi 230/98 e 64/01 art.1. Il riferimento alla <difesa della patria>
non esclude dal servizio civile il riferimento alla solidarietà, che è pure
difesa valida della persona in stato di bisogno; ma certamente non si può
escludere nemmeno il riferimento alla <difesa alternativa al sistema
militare> dal servizio civile.


4.
Il servizio civile, come il volontariato sociale, non può occupare posti di
lavoro; anzi, deve farsi promotore di soluzioni sociali sicure, che quindi
esigono inquadramento di posti di lavoro privato o pubblico. Preoccupano
invece le forti concentrazioni di migliaia di volontari civili in pochi
enti, per lo più pubblici, come avvenuto in questo ultimo bando. C'è il
rischio che il servizio civile si trasformi in fattore di disoccupazione.


5.
Abbiamo assistito, nel precedente Governo, a robusti tagli di spesa per la
<cooperazione internazionale>, per il <servizio civile> e per gli <enti
locali>. E' ora di cambiar registro: richiamare i soldati dall'Iraq e da
altre parti del mondo fuori dall'Italia, applicando il dettato
costituzionale dell'art. 11; allora non sarà difficile trovare più soldi
per la cooperazione internazionale e per i giovani del servizio civile,
come sopra proposto, e il paese Italia si renderà conto che qualcosa è
cambiato davvero in meglio.


p. Angelo Cavagna, presidente GAVCI


Firme degli enti sottoscrittori


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