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La porta sfondata(Padroni a casa nostra?): NO
- Subject: La porta sfondata(Padroni a casa nostra?): NO
- From: doriana at inventati.org
- Date: Sat, 17 Jun 2006 08:52:21 +0200
Ritrovandomi integralmente in questa riflessione di Maria Di Rienzo, invito a leggere e a far circolare questo testo, non a caso "semplice-chiaro-diverso" come spesso le donne sanno scrivere e pensare, ma non sanno o non possono o non vogliono comunicare e riconoscersi:Donne e Uomini, in Italia.
*NO* *NO* Doriana Goracci REFERENDUM. MARIA G. DI RIENZO: UNA RIFLESSIONE SULLA COSTITUZIONE La nostra Costituzione l'ho conosciuta davvero solo a scuola, al primo anno delle superiori: la Carta era infatti in appendice ad uno dei libri di testo (si stamperanno ancora testi cosi'?). Non avevo, all'epoca, molti motivi per provare un legame vero con la terra in cui ero nata, e fu la Costituzione a darmeli. Leggevo quegli articoli e mi commuovevo, e mi indignavo per la loro violazione, e approvavo e dissentivo, e percepivo pero' che la Costituzione era stata davvero pensata come "casa comune", come garanzia delle liberta' democratiche e patto di civilta' che doveva permettere al popolo italiano di vivere e fiorire. In quel periodo leggevo anche altro, naturalmente, e mi imbattei nei cosiddetti anti-utopisti (Orwell, Huxley, ecc.) e nei loro foschi mondi del futuro. Fu anche grazie ad essi che imparai come il dominio non si mostri sempre nella sua forma eclatante, immediatamente riconoscibile, con il sangue e gli eserciti, ma strisci nell'esistenza quotidiana, pieghi le persone a mille piccole vilta', le deprivi di empatia e di senso, le terrorizzi e le blandisca: il cannone sottobraccio alla tv, per cosi' dire. * La riforma costituzionale su cui siamo chiamati ad esprimerci con il referendum mira sostanzialmente a ribadire un concetto semplicissimo e orripilante: il dominio deve sostituire il diritto. Essa modifica oltre un terzo dei 139 articoli della Carta e va oltre le semplici "revisioni" previste dall'art. 138; pur relativa formalmente alla sola Parte Seconda, incide sostanzialmente anche sui Principi Fondamentali. * Il sistema di bilanciamento e controllo, pensato in modo che nessuno potesse occupare da solo la scena politica, viene distrutto dalla concentrazione di poteri nella figura del "Primo Ministro", non piu' "Presidente del Consiglio dei Ministri"; la locuzione usata e' quella introdotta dal fascismo con la legge 2263/1925, e non a caso la Costituente non la utilizzo'. Costui, "eletto a suffragio universale e diretto dal popolo" (cosa che non accade in nessuna democrazia occidentale) non necessita della fiducia della Camera, e puo' scioglierla (attribuzione tolta al Presidente della Repubblica cui compete attualmente) mentre essa non puo' sfiduciare il Primo Ministro senza determinare con la sfiducia il proprio scioglimento. Poiche' vi si accoppia l'ampliamento della nomina diretta da parte della maggioranza di membri della Corte Costituzionale e la possibilita' di nominare al Consiglio Superiore della Magistratura persone senza alcuna competenza giuridica, la pretesa palese della riforma e' che la maggioranza politica si sottragga ad ogni controllo da parte del Parlamento, della Corte Costituzionale e della Magistratura. * "Ho vinto, e cio' legittima qualsiasi mia azione: ho vinto e faccio quel che voglio". La traduzione locale nella regione in cui vivo e' "Padroni a casa nostra". Niente regole per nessuno, niente rispetto per chiunque venga classificato come "altro" e "straniero", niente diritti a meno di non poterseli comperare. I polsi mi tremano, all'idea che il sistema cosiddetto "federale" disegnato dalla riforma divenga realta'. Non solo perche' esso porta ad un drastico ridimensionamento di alcuni fondamentali diritti umani, come quello all'istruzione e alla salute, differenziando i cittadini in base alla residenza in aperta violazione della "pari dignita'" sancita nell'articolo 3, (l'eguaglianza di tutti i cittadini italiani), e non solo perche' con la scomparsa del Fondo di Solidarieta' la diseguaglianza fra Regioni piu' ricche e meno ricche diventera' devastante: trovo gravissima l'istituzione di un nuovo corpo di Polizia su base regionale, per lo piu' non essendone chiara l'effettiva funzione. Nella mia regione ho gia' avuto modo di vedere all'opera le ronde di vigilantes legittimati dai governi locali, quelli che io chiamo gli "scherani del principe": persone senza alcuna professionalita' nel campo della sicurezza e motivate solo da odio, disprezzo e pregiudizi. Nell'immaginario sociale, costoro hanno gettato le basi per l'applicazione di una "giustizia" privata e sommaria: non mi riesce difficile proiettarli nel futuro, e pensarli mentre sfondano una porta e portano via i miei vicini di colore, e neppure e' arduo individuare quale sara' la porta successiva ad essere sfondata (la mia, la vostra, se solo avrete protestato). * Si', sara' perche' leggo e scrivo troppa fantascienza, ma per una volta spero davvero di spaventare e non di intrattenere chi scorre queste righe; non ci si sveglia nazisti per caso una mattina, il consenso ai regimi non si manifesta nel giro di una notte: esso viene costruito passo dopo passo, con l'imposizione e l'intimidazione, con il bastone accoppiato alla carota, con l'immissione progressiva nel corpo sociale di bugie ripetute un milione di volte, con le "riforme" in senso involutivo. Pensateci. Ho fiducia che il referendum rigettera' la "devolution" e i suoi figlioletti satanici. Ho speranza che la musica cambi. Ma bisogna che tutti si entri nell'orchestra, e si faccia uno sforzo per suonare insieme.
Ritrovandomi integralmente in questa riflessione di Maria Di Rienzo,
invito a leggere e a far circolare questo testo, non a caso
"semplice-chiaro-diverso" come spesso le donne sanno scrivere e
pensare, ma non sanno o non possono o non vogliono comunicare e
riconoscersi:Donne e Uomini, in Italia.
*NO* *NO*
Doriana Goracci
REFERENDUM. MARIA G. DI RIENZO: UNA RIFLESSIONE SULLA COSTITUZIONE
La nostra Costituzione l'ho conosciuta davvero solo a scuola, al primo anno
delle superiori: la Carta era infatti in appendice ad uno dei libri di testo
(si stamperanno ancora testi cosi'?). Non avevo, all'epoca, molti motivi per
provare un legame vero con la terra in cui ero nata, e fu la Costituzione a
darmeli. Leggevo quegli articoli e mi commuovevo, e mi indignavo per la loro
violazione, e approvavo e dissentivo, e percepivo pero' che la Costituzione
era stata davvero pensata come "casa comune", come garanzia delle liberta'
democratiche e patto di civilta' che doveva permettere al popolo italiano
di vivere e fiorire.
In quel periodo leggevo anche altro, naturalmente, e mi imbattei nei
cosiddetti anti-utopisti (Orwell, Huxley, ecc.) e nei loro foschi mondi del
futuro. Fu anche grazie ad essi che imparai come il dominio non si mostri
sempre nella sua forma eclatante, immediatamente riconoscibile, con il
sangue e gli eserciti, ma strisci nell'esistenza quotidiana, pieghi le
persone a mille piccole vilta', le deprivi di empatia e di senso, le
terrorizzi e le blandisca: il cannone sottobraccio alla tv, per cosi' dire.
*
La riforma costituzionale su cui siamo chiamati ad esprimerci con il
referendum mira sostanzialmente a ribadire un concetto semplicissimo e
orripilante: il dominio deve sostituire il diritto. Essa modifica oltre un
terzo dei 139 articoli della Carta e va oltre le semplici "revisioni"
previste dall'art. 138; pur relativa formalmente alla sola Parte Seconda,
incide sostanzialmente anche sui Principi Fondamentali.
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Il sistema di bilanciamento e controllo, pensato in modo che nessuno
potesse occupare da solo la scena politica, viene distrutto dalla
concentrazione di poteri nella figura del "Primo Ministro", non piu'
"Presidente del Consiglio dei Ministri"; la locuzione usata e' quella
introdotta dal fascismo con la legge 2263/1925, e non a caso la Costituente
non la utilizzo'.
Costui, "eletto a suffragio universale e diretto dal popolo" (cosa che non
accade in nessuna democrazia occidentale) non necessita della fiducia della
Camera, e puo' scioglierla (attribuzione tolta al Presidente della
Repubblica cui compete attualmente) mentre essa non puo' sfiduciare il Primo
Ministro senza determinare con la sfiducia il proprio scioglimento. Poiche'
vi si accoppia l'ampliamento della nomina diretta da parte della maggioranza
di membri della Corte Costituzionale e la possibilita' di nominare al
Consiglio Superiore della Magistratura persone senza alcuna competenza
giuridica, la pretesa palese della riforma e' che la maggioranza politica
si sottragga ad ogni controllo da parte del Parlamento, della Corte
Costituzionale e della Magistratura.
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"Ho vinto, e cio' legittima qualsiasi mia azione: ho vinto e faccio quel che
voglio". La traduzione locale nella regione in cui vivo e' "Padroni a casa
nostra". Niente regole per nessuno, niente rispetto per chiunque venga
classificato come "altro" e "straniero", niente diritti a meno di non
poterseli comperare.
I polsi mi tremano, all'idea che il sistema cosiddetto "federale" disegnato
dalla riforma divenga realta'. Non solo perche' esso porta ad un drastico
ridimensionamento di alcuni fondamentali diritti umani, come quello
all'istruzione e alla salute, differenziando i cittadini in base alla
residenza in aperta violazione della "pari dignita'" sancita nell'articolo
3, (l'eguaglianza di tutti i cittadini italiani), e non solo perche' con la
scomparsa del Fondo di Solidarieta' la diseguaglianza fra Regioni piu'
ricche e meno ricche diventera' devastante: trovo gravissima l'istituzione
di un nuovo corpo di Polizia su base regionale, per lo piu' non essendone
chiara l'effettiva funzione.
Nella mia regione ho gia' avuto modo di vedere all'opera le ronde di
vigilantes legittimati dai governi locali, quelli che io chiamo gli
"scherani del principe": persone senza alcuna professionalita' nel campo
della sicurezza e motivate solo da odio, disprezzo e pregiudizi.
Nell'immaginario sociale, costoro hanno gettato le basi per l'applicazione
di una "giustizia" privata e sommaria: non mi riesce difficile proiettarli
nel futuro, e pensarli mentre sfondano una porta e portano via i miei
vicini di colore, e neppure e' arduo individuare quale sara' la porta
successiva ad essere sfondata (la mia, la vostra, se solo avrete
protestato).
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Si', sara' perche' leggo e scrivo troppa fantascienza, ma per una volta
spero davvero di spaventare e non di intrattenere chi scorre queste righe;
non ci si sveglia nazisti per caso una mattina, il consenso ai regimi non si
manifesta nel giro di una notte: esso viene costruito passo dopo passo, con
l'imposizione e l'intimidazione, con il bastone accoppiato alla carota, con
l'immissione progressiva nel corpo sociale di bugie ripetute un milione di
volte, con le "riforme" in senso involutivo. Pensateci.
Ho fiducia che il referendum rigettera' la "devolution" e i suoi figlioletti
satanici. Ho speranza che la musica cambi. Ma bisogna che tutti si entri
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Qualsiasi militare che abbia il rispetto per la divisa
che indossa riderebbe in faccia a chi definisce un martire
un soldato che cade facendo il proprio dovere.
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