duecentodiciannovesima ora in silenzio per la pace



Rete controg8
per la globalizzazione dei diritti

Mercoledì 7 giugno dalle 18 alle 19 sui gradini del palazzo ducale di
Genova duecentodiciannovesima ora in silenzio per la pace


Non vogliamo altre Nassirya



E’ del tutto inutile sprecare altre parole.

Il giovane soldato ucciso ieri in Iraq non è il primo: la guerra è già
costata oltre duemila morti statunitensi, centomila iracheni, in
maggiornaza civili, e trentuno italiani.

La guerra non ha riportato in Iraq la democrazia, visto che a sei mesi
dalle elezioni farsa dell’inverno scorso la formazione del governo non è
ancora stata completata, e che il paese si trova di fatto sotto occupazione
militare statunitense. I diritti civili non sono affatto rispettati, gli
attentati ed i massacri sono eventi quotidiani, i livelli di disoccupazione
sono tali che l’unica possibilità dilavoro è l’arruolamento nelle forze di
polizia.

Non si tratta di una missione umanitaria, ma di un’occupazione militare al
fianco dei govenri britannico e statunitense.

Comprendiamo e rispettiamo il dolore della famiglia, ma non possiamo tacere
che l’ultimo soldato deceduto stava facendo la scorta ad un convoglio
militare inglese, non stava distribuendo aiuti.

La costituzione italiana "ripudia la guerra come strumento di risoluzione
delle controversie internazionali". Esigiamo che venga rispettata, e che il
contingente italiano venga ritirato immediatamente, senza ulteriori
colpevoli indugi.

Il governo spagnolo, appena eletto ha ritirato il proprio contingente in
tempi brevissimi. Altrettanto può e deve fare il goveno italiano