Per Lidia Menapace



Quello che segue, è il mio commento all'articolo di Gennaro Carotenuto sul sito di Bellaciao Italia. Come collaboratrice al sito stesso e come Donne in nero Tuscia, rispondo a quanti stanno cercando di far luce, scrivere ed operare in funzione della democrazia popolare e della pace, come l'intendiamo noi, dal momento che il termine si è fatto giacchetta tirata da tutte le parti e da indossare come meglio giova.Libertà d'espressione, rispetto della Costituzione e dei valori "significano" per noi. Pertanto qualunque azione coniugata realmente a queste parole, mi trova pronta ad agire,insieme a chi condivida il cammino che Lidia, come altri, ha intrapreso.
Doriana Goracci

p.s: i link utili
per l'articolo di G. Carotenuto: grazie lidia http://bellaciao.org/it/article.php3?id_article=13818

per la campagna per Lidia Menapace presidente: un appello steso al sole http://bellaciao.org/it/article.php3?id_article=13349

ringrazio anticipatamente quanti oltre che in lista rendano pubbliche le loro proposte o commenti attraverso il primo link che vi ho indicato
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  I valori!
Da questo sito, come da quello di Peppe Sini a Viterbo abbiamo lanciato e sostenuto la candidatura di Lidia Menapace come presidente della Repubblica, con le nostre piccole forze http://bellaciao.org/it/article.php3?id_article=13349. Le obiezioni a questa candidatura, erano già anticipo di quanto sarebbe accaduto, nella sinistra "sinistra", che gode di un ampio raggio d'azione: ho nella mia posta personale, pretestuose mail già foriere di questo atteggiamento . L'indifferenza e il censurare o meglio non pubblicare appelli, lettere, comitati di sostegno fanno parte del gioco di non far conoscere le persone che deleghiamo, e al momento opportuno metterle al centro dell'attenzione con polemiche e dibattiti, che servono solo alla stampa e all'opinione pubblica che si ritiene così tutelata dalla democrazia. Di fatto le poltrone vengono occupate more solito. E ci vuole solo la coerenza e la grinta di una ragazza di 82 anni per rimanere coerentemente ed ostinatamente là dove si trova. Noi con lei, e non ci sono sconti per nessuno.
Doriana




mercoledì 7 giugno 2006 (14h59)
Grazie Lidia
6 commento(i) all'articolo.
	 di Gennaro Carotenuto

Grazie Lidia* per le tue dichiarazioni "fortemente lesive della dignità e del prestigio delle nostre forze armate e della loro insostituibile funzione di pace", come l'UDC ha definito il tuo affermare che le "gloriose" frecce tricolori sarebbero uno spreco.

Apriti cielo.

Abbiamo bisogno di mille dichiarazioni come le tue. Il blitz con il quale le destre e IDV hanno impedito la tua elezione a presidente della commissione difesa testimonia una volta di più la loro cultura militarista e la necessità di una rivoluzione di Pace.

* Prima che qualcuno me lo faccia notare come "conflitto d'interessi", Lidia Menapace è autrice -e ne sono onorato- della più bella recensione al mio Franco e Mussolini.

http://www.gennarocarotenuto.it

Commissione Senato, ieri l'elezione dell'esponente di Prc appariva certa. Oggi, a sorpresa, è passato il rappresentante Idv

Difesa, bocciata la Menapace la Cdl vota per De Gregorio

Ed è scontro. Esulta il centrodestro: "Adesso è dei nostri" Di Pietro dice di non saperne nulla: "Deve subito dimettersi"

ROMA - Blitz della Cdl in Commissione Difesa del Senato. Ieri sembrava scontata la vittoria di Lidia Menapace, ottantaduenne candidata del Prc alla presidenza. Invece oggi è stato eletto il senatore dell?Italia dei Valori Sergio De Gregorio, con 13 voti, contro gli 11 ottenuti senatrice di Rifondazione. La votazione si è conclusa al terzo giro, preceduta dalle due "fumate nere" di ieri. Ed è subito esplosa la polemica: i senatori del centrodestra esultano e assicurano che De Gregorio "è ormai uno dei nostri". Dall'altra parte arrivano pesanti accuse di "mercimonio" e richieste di dimissioni immediate. De Gregorio chiama in causa il suo leader Di Pietro: "Sapeva tutto". Il ministro delle infrastrutture smentisce: "Non è vero. Deve dimettersi subito". Ma riguardo all'ipotesi di dimissioni dal neoeletto presidente De Gregorio arriva un secco "non se ne parla proprio".

La vicenda. La Menapace, ex-partigiana e da sempre pacifista convinta, era sotto accusa per le dichiarazioni sulle Frecce Tricolori, definite da lei "inutili, uno spreco". Il portavoce nazionale dell'Udc, Michele Vietti, le aveva risposto prima della votazione: "L'Udc condanna le dichiarazioni fortemente lesive della dignità e del prestigio delle nostre forze armate e della loro insostituibile funzione di pace". Un appello chiaro affinché "la presidenza della commissione Difesa di Palazzo Madama venisse affidata a una figura diversa dalla senatrice Menapace, capace di interpretare il suo ruolo in maniera istituzionale e non faziosa".

Poi, questa mattina, il voto. Non c'erano state avvisaglie e gli undici senatori del centrosinistra (De Gregorio escluso) hanno votato Menapace che, data l'età (82 anni) era data per sicura nel caso prevedibile di pareggio (12 a 12). Ma i dodici senatori della Cdl, ai quali si è aggiunto De Gregorio, hanno riversato i loro voti sull'uomo dell'Idv e l'hanno eletto alla presidenza. Subito è esplosa la polemica con scambi di accuse pesantissimi.

Parla la Menapace. La senatrice di Rifondazione è apparsa serena subito dopo il voto (era stata eletta segretario della stessa commissione), ma non per questo meno battagliera: "Continuo a fare parte delle commissione Difesa, da qui non mi toglie nessuno, proseguirò comunque le mie lotte in questa commissione". E ha aggiunto: "Mi aspettavo l'inghippo".

La telefonata nella notte. Esultanza, si diceva nella Cdl e, insieme, l'affermazione di un ruolo decisivo nell'esito del voto accompagnato da alcune rivelazioni. Ecco il capogruppo di Forza Italia Renato Schifani: "FI e la Cdl sono state più che mai compatte nell'impedire l'elezione della Menapace, che sarebbe stato un vero e proprio affronto alle Forze Armate". E stanotte sarebbe stato proprio Schifani a telefonare a De Gregorio per chiedergli se fosse disponibile a diventare il "loro" candidato in commissione Difesa. Lo racconta il senatore forzista Paolo Guzzanti, vecchio amico di De Gregorio che descrive come "un eccellente cronista napoletano che ha fatto un percorso politico prima in Forza Italia, dalla quale è uscito per dissapori personali, e successivamente nella Dc. Per approdare, infine, all' Italia dei Valori, ma senza crederci troppo...".

Lo scontro nel centrosinistra. E nel centrosinistra partono le inevitabili quanto dure polemiche contro De Gregorio e l'Idv. Il quale, a sorpresa, coinvolge il leader dell'Italia dei valori Antonio Di Pietro: "Il ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro era stato informato di questa operazione che ha portato me alla presidenza della Commissione Difesa, per non lasciarla a una persona come Lidia Menapace, che non ha i nostri stessi valori".

A stretto giro la smentita, durissima, di Di Pietro. Il ministro definisce "stupefacenti" le parole di De Gregorio e lo invita a dimettersi immediatamente, visto che altrimenti risulterebbe come presidente eletto dal centrodestra. Per il leader dell'Idv "la decisione di De Gregorio di farsi votare dal centrodestra appartiene unicamente alla sua personale responsabilità politica, non essendo stato concordato alcun passaggio". "Anzi, per lui l'Idv aveva previsto la presidenza di un'altra commissione" - precisano Di Pietro e Nello Formisano (capogruppo dell'Idv al Senato), che poi prendono ancora di più le distanze da De Gregorio affermando: "Così facendo il candidato si colloca fuori dalla linea politica del nostro partito e dell'Unione".

In dubbio la lealtà di De Gregorio. Ad insinuarlo è Anna Finocchiaro, capogruppo dell'Unione al Senato, per la quale si tratterebbe di "una questione politica, dato che la Menapace, nelle sue dichiarazioni sulle Forze Armate, non ha detto niente di nuovo rispetto alla sua storia politica e personale". La Finocchiaro si scaglia contro De Gregorio accusandolo di scarsa fedeltà e riportando alla luce vecchi dissapori: "Il suo atteggiamento non solo viene meno ai patti, ma anche al dovere di lealtà nei confronti dell'Idv". Mentre, riguardo all'ipotesi prospettata da De Gregorio agli esordi del governo Prodi, di non concedergli la fiducia, la Finocchiaro è lapidaria: "Questa non è altro che la controprova del suo livello di affidabilità nei confronti del suo gruppo politico e dell'Unione intera".

La protesta del Prc. "Che cosa è successo? Che le destre hanno votato un senatore del centrosinistra che si è prestato a questa operazione messa in piedi per tempo...". Il capogruppo del Prc al Senato Giovanni Russo Spena commenta così con durezza la vicenda. Per Spena si è trattato di "un volgare mercimonio, un vero colpo di mano. Una candidata come Lidia Menapace, con la sua storia e le sue convinzioni, non ha avuto il gradimento di questo componente del centrosinistra". Non si sbilancia ed evita di prendere parte alle polemiche il presidente della Camera Fausto Bertinotti: "Ho tanto da fare a pensare al mio ruolo e a come esercitarlo in questo equilibrio - tra uomo di parte e rappresentante delle istituzioni - che è bene che mi concentri solo su questo".

Dall'altra parte Gianfranco Fini che si dichiara "compiaciuto perchè il Senato ha reso impossibile l'elezione di una esponente della sinistra più radicale ed estremista. Evidentemente - ha proseguito - anche una parte del centrosinistra si è accorto che le posizioni radicali e la logica antimilitaristica, espresse dalla Menapace, confliggono con il sentimento della maggioranza del Paese e di Palazzo Madama". E riguardo al comportamento di De Gregorio il presidente di An dimostra indulgenza:"Non lo conosco, ma posso dire che mentre un franco tiratore è sempre un vile, chi invece ha il coraggio di assumersi le proprie responsabilità, merita sempre rispetto". Di posizione opposta

Manuela Palermi, presidente del gruppo "insieme con l'Unione, Verdi-Pdci" e capogruppo nella Commissione Difesa, si schiera al fianco della candidata di Rifondazione chiedendo ad alta voce le dimissioni di De Gregorio:"Quello che è accaduto oggi è un atto di gravità inaudita. Chiederò nelle sedi opportune, che il senatore De Gregorio sia invitato a dimettersi da presidente della Commissione Difesa - e conclude - E' necessario ed urgente un chiarimento all'interno del centrosinistra, e soprattutto con l'Italia dei Valori". Chiarimento che, subito dopo, è arrivato per bocca di Di Pietro.

http://www.repubblica.it/2006/06/se...

Di : Gennaro Carotenuto
mercoledì 7 giugno 2006






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