ho fatto un sogno



Ho fatto un sogno.....

Non solo a Martin Luther King era concesso si sognare un mondo migliore
sulle rosse colline della Georgia.

Anch’io questa mattina ho fatto un sogno.

Ho sognato che era mattino anche in casa di Fausto Bertinotti.

Inaspettatamente, il neo presidente della camera aveva convocato i
giornalisti a casa propria. "Strano" avevano pensato i più smaliziati
cronisti romani. "Lo potevamo intervistare e riprendere più tardi, alla
parata militare... Perché questa strana convocazione, la mattina del due
giugno"

Ma tant’è, il Bertinotti vale sempre la pena di un’alzataccia, e tutti, o
quasi, si erano presentati alla sua abitazione. Modesta, come si conviene
ad un comunista.

Era stato proprio lo stesso Fausto ad aprire la porta, come si conviene ad
un comunista. Ma era quasi irriconoscibile: in pigiama, stazzonato, con la
barba lunga e gli occhi pesti.

Ottenuto il cessare dei flash dei fotografi ed il silenzio dei cronisti,
aveva cominciato a parlare. Virgola più, virgola meno, questo era stato il
contenuto del suo discorso.

"Ragazzi, non ce l’ho proprio fatta. Lo so, la terza carica dello stato ad
un comunista (comunista, ragazzi, mi raccomando, non ex comunista) è un
fatto che può dare speranza a milioni di lavoratrici e lavoratori. Certo
molti di loro si saranno commossi nel vedermi seduto su quella poltrona. Ed
avranno pensato che era valsa la pena di friggere frittelle, di distribuire
volantini, di vendere porta a porta Liberazione. Sono disposto ad accettare
anche le parti meno piacevoli del mio nuovo mandato: dare la parola durante
i dibattiti a Gustavo Selva, ascoltare gli interventi della Santanchè,
zittire chi rumoreggia mentre parla Fini. Lo faccio anche per tutti i
compagni e le compagne che hanno lavorato perché credevano che la mia
presenza su quella poltrona fosse un segnale di cambiamento vero.

Ma la parata ai fori imperiali, no. Non ce la faccio proprio.

Costa undici milioni di euro. Come una scuola. Come uno screening di massa
contro qualche grave malattia. Come733 mesi di stipendio di un insegnante.

Ho provato a ripetermi "Se ne sprecano tanti......" Ho cercato di
convincere me stesso.

Niente da fare. Ho rivisto mentalmente il filmato di RAI News 24 dove si
vedeva un soldato italiano che teneva sotto il tiro un iracheno mentre un
altro gli urlava "annichiliscilo, Luca, annichiliscilo".Mi è tornata
davanti l’immagine di Bush che ci raccontava la favola della caccia a Bin
Laden e delle armi di distruzione di massa.

Ma soprattutto ho rivisto me stesso a Venezia poco tempo fa, quando
annunciavo solennemente che Rifondazione sceglieva la nonviolenza. La
nonviolenza, capite? Quindi tutta la tradizione dell’obiezione al servizio
militare, del primato della coscienza, di Gandhi, dell’imperativo
categorico, del NO davanti all’ingiustizia di milioni di persone, in
milioni di luoghi ed in ogni tempo.

Così ho deciso di non andare e di spiegarvi perché. Non credo che questo
comporterà l’elezione di un nuovo presidente della camera, perché non mi
pare che il centro sinistra che mi ha eletto debba, possa o voglia
sollevare una mozione di sfiducia nei miei confronti. Ma se così fosse,
ecco il mio mandato. Trovate un altro, io proprio non ce la faccio."

Si sa, i sogni seguono regole cinematografiche, come insegnava il vecchio
Freud. Ho visto una dissolvenza sul viso di Bertinotti e dei giornalisti
agitatissimi. Al suo posto è comparso il solito Bertinotti, elegante,
pronto per una cerimonia ufficiale. Ed ho sentito la sua voce
inconfondibile che gridava "Lallaaaaaaaaaaaa!!!!!! La parata sta per
cominciare!!!!!!!!!Dove diavolo è la mia spilletta della pace? In questa
casa non si trova mai niente!!!!!!!!"

Norma Bertullacelli