[PR]"Per la Costituzione"- Appello per il NO di ispirazione cristiana



Referendum costituzionale del 25 giugno
"Per la Costituzione"

Appello di riviste di ispirazione cristiana


COMUNICATO STAMPA

SOTTOSCRIVONO (in ordine alfabetico):

Adista, Aggiornamenti Sociali, Appunti di Cultura e Politica, Cem
Mondialità, Cercasi un fine, Club3, Confronti, Coscienza, Gioventù
Evangelica, GO - Gioventù Operaia, Misna, Il Dialogo, Il Gallo, Il Foglio,
Il Margine, Il Tetto, Jesus, Koinonia, La Voce Alessandrina, L'invito,
Missione Oggi, Missioni Consolata, Mosaico di Pace, Mo. VI informazione,
Narcomafie, Nigrizia, Notiziario Cdb, Oreundici, Politicamente, Preti
Operai, Proposta educativa, Qol, Ricerca, Riforma, Rocca, Segno, Settimana,
Tempi di Fraternità, Testimonianze, Viottoli, Vita pastorale

Nella Costituzione italiana c'è il respiro delle grandi speranze sull'uomo,
quelle che danno radici salde alla convivenza nella giustizia e nella pace,
e dunque alla democrazia. E speranze che lo sguardo della fede ha
riconosciuto e sentito come sue. Per questo "un momento di grande
responsabilità si avvicina per i cristiani del nostro Paese": la
responsabilità di fare la propria parte per salvare la Costituzione e con
essa la cifra stessa del nostro essere popolo.
A dichiararlo sono le riviste e gli organi di stampa di ispirazione
cristiana che firmano e invitano a firmare il loro Appello in difesa della
Costituzione.
Con la Costituzione - spiegano i firmatari dell'Appello - "la guerra fu
ripudiata; le filosofie e le dottrine politiche che avevano fondato la
società sulla ineguaglianza per natura degli esseri umani furono rigettate
e sostituite da una antropologia della pari dignità umana, per costruire un
ordinamento di giustizia e di pace". Dunque, "se la Costituzione è di
tutti, i cristiani hanno delle particolari ragioni per rivendicarne i
contenuti e difenderla. Non solo perché vi concorsero nel sacrificio che la
precedette e nella elaborazione che ne fissò i principi e le norme
nell'Assemblea Costituente, ma perché il patrimonio che vi è rappresentato
evoca i più alti valori della vita cristiana: dal fondamento del lavoro su
cui è stabilita la Repubblica alla centralità della parola che si esprime
nel Parlamento, dal primato della pace alla conversione dei poteri in
"funzioni" e servizi per il bene comune".
Valori messi radicalmente in discussione dalla riforma imposta dalla Lega,
dove la "devolution", che frantuma il nostro Paese nei diritti essenziali
quali salute e istruzione, è solo l'apice di una sventura politica senza
pari: "il Parlamento è travolto, la vita della Camera è condizionata a
quella del governo, la rappresentanza popolare è smembrata in una
maggioranza dotata di tutti i poteri e una minoranza senza diritti",
"l'unità nazionale che comporta pari opportunità per tutte le regioni è
compromessa e gli istituti di garanzia sono snaturati e mortificati".
" Perciò noi riteniamo - così si conclude l'Appello delle riviste di
ispirazione cristiana - che sia necessaria una forte mobilitazione dei
cristiani contro questa riforma, anche attraverso la partecipazione a una
grande manifestazione nazionale unitaria di tutto il fronte democratico per
il "NO" al referendum del 25 giugno. E dopo il referendum pensiamo che
debba restare alta l'attenzione dei credenti perché ai valori della
Costituzione non sia inferta alcuna ferita, e perché l'amore della pace,
dell'unità, della libertà e dei diritti torni sempre a rinascere".

Di seguito il testo integrale dell'Appello, la cui sottoscrizione resta
aperta a singoli e realtà che vi si riconoscono attraverso l'invio
dell'adesione a: costituzione at mclink.it


--------------------------------------------------------------------------------

Per la Costituzione



Appello di riviste di ispirazione cristiana



Anche per i cristiani del nostro Paese si avvicina un momento di grande
responsabilità.
Per la prima volta dal 1946 il potere costituente torna al popolo. La
Costituzione che ci governa dal 1948 è stata ripudiata da una parte del
mondo politico italiano e dalla maggioranza delle vecchie Camere, e sulla
"Gazzetta Ufficiale" è stata già pubblicata la nuova Costituzione, che se
non è ancora entrata in vigore è solo perché il popolo si è riservato il
diritto di respingerla col "no" nel referendum convocato per il 25 e 26
giugno. Questa chiamata alle urne non è pertanto una prova elettorale come
le altre; si tratta di un referendum assolutamente eccezionale in cui i
cittadini, divenuti essi stessi costituenti, devono decidere di nuovo
dell'identità e del futuro della Repubblica.
Ciò che fu stabilito dall'Assemblea Costituente nel 1947 è infatti oggi
rimesso in questione. Allora confluirono in quella decisione le tre grandi
culture del Paese, quella cattolica, quella comunista e socialista allora
strettamente unite, e quella laico-liberale; ma l'incontro e la sintesi di
quelle tre culture fu talmente felice che non un pezzo della Costituzione
per ciascuna, ma l'intera Costituzione è risultata perfettamente coerente a
ciascuna delle tre ispirazioni. Perciò essa, scritta (e sottoscritta) da
tutti, è anche la Costituzione di tutti ed ha compiuto il miracolo di
unificare l'Italia e di permetterle di passare dalla arretratezza alla
modernità, dalla miseria diffusa alla diffusa abbondanza di beni pur nelle
sussistenti disparità, dalla dittatura alla democrazia e dalla guerra a una
lunga pace. Con essa la guerra fu ripudiata; le filosofie e le dottrine
politiche che avevano fondato la società sulla ineguaglianza per natura
degli esseri umani furono rigettate e sostituite da una antropologia della
pari dignità umana, per costruire un ordinamento di giustizia e di pace.
Se la Costituzione è di tutti, i cristiani hanno delle particolari ragioni
per rivendicarne i contenuti e difenderla. Non solo perché vi concorsero
nel sacrificio che la precedette e nella elaborazione che ne fissò i
principi e le norme nell'Assemblea Costituente, ma perché il patrimonio che
vi è rappresentato evoca i più alti valori della vita cristiana: dal
fondamento del lavoro su cui è stabilita la Repubblica alla centralità
della parola che si esprime nel Parlamento, dal primato della pace alla
conversione dei poteri in "funzioni" e servizi per il bene comune, dalla
pacificazione con la Chiesa cattolica alla laicità e alla libertà
religiosa. Nell'enciclica "Pacem in terris" di Giovanni XXIII la
Costituzione, come carta dei diritti e regola dei rapporti tra cittadini e
poteri pubblici fu celebrata come un "segno dei tempi", cioè come una delle
conquiste storiche in cui costruzione umana e ordine voluto da Dio si
parlano e si incontrano.
Se nella ordinaria vita politica i cristiani sono presenti e agiscono senza
esibire la loro peculiare identità, vi sono circostanze che possono esigere
un atteggiamento diverso. Quando, come in occasione di questo referendum,
sono in gioco e per un lungo tempo futuro i fondamenti stessi e i valori
supremi della convivenza civile, non c'è ragione per cui dei cristiani non
debbano assumere a viso aperto le difese della Costituzione, impegnandovi
tutta la loro responsabilità. Del resto, se nella storia del nostro Paese
hanno svolto, in diverse forme, un ruolo di rilievo le tradizioni del
cristianesimo democratico e del cristianesimo sociale, oggi sembra del
tutto opportuno e necessario che emerga un'iniziativa di "cristiani per la
Costituzione", per salvarla nel momento in cui è "aggredita".
Vero è che tale aggressione viene negata, perché quella che viene rimossa e
sostituita dal testo di Calderoli e degli altri quadrunviri riunitisi a
Lorenzago è solo la seconda parte della Costituzione, e quindi sarebbero
fatti salvi i principi e i diritti fondamentali della prima. Ma le due
parti della Costituzione sono speculari e necessarie l'una all'altra: la
prima parte è una struttura a piramide rovesciata, avente al primo posto i
diritti e i doveri del cittadino nella sua individualità, e poi via via del
cittadino in rapporto alla famiglia e alla scuola, quindi in rapporto alla
sfera economica e infine in rapporto a quella più ampia del mondo politico;
la seconda parte, in base allo stesso schema, comincia col Parlamento, in
corrispondenza al primo articolo proclamante la sovranità popolare, per
svilupparsi poi nella definizione degli altri istituti in cui coerentemente
doveva concretarsi l'organizzazione statale unitaria della società. In tal
modo la seconda parte risulta attuazione, strumento e garanzia della prima.
Ora nella riforma promossa dalla Lega e varata da tutto il centrodestra
sotto il nome riduttivo e fuorviante di "devolution", questo rapporto viene
rotto. Il Parlamento è travolto, la vita della Camera è condizionata a
quella del governo, la rappresentanza popolare è smembrata in una
maggioranza dotata di tutti i poteri e una minoranza senza diritti, i cui
voti nemmeno verrebbero contati nelle votazioni di "sfiducia costruttiva",
l'unità nazionale che comporta pari opportunità per tutte le regioni è
compromessa e gli istituti di garanzia sono snaturati e mortificati. In
particolare il Presidente della Repubblica non avrebbe neanche il potere di
salvare la Camera dallo scioglimento che il Primo Ministro potrebbe
decretare in ogni momento mandando a casa i deputati a suo piacimento;
verrebbe istituita la figura sovrana e incondizionata del capo del governo,
vero padrone "determinante" della politica nazionale e del Paese intero.
Tutto ciò di cui si è discusso in queste settimane per l'attribuzione dei
nuovi ruoli istituzionali e di governo, diverrebbe con la nuova
Costituzione privo di senso, perché un solo potere personale sarebbe
instaurato e garantito e nessuna vera opposizione potrebbe essere
esercitata in corso di legislatura. L'identità dell'Italia e il suo ruolo
nel mondo sarebbero decisi da una persona sola, e il popolo non potrebbe
influirvi facendo valere le sue radici, la sua civiltà e la sua cultura.
La difesa della Costituzione vigente non vuol dire peraltro che singole sue
disposizioni o istituti non possano essere modificati se necessario; ma in
ogni caso deve essere salvaguardato il costituzionalismo interno e
internazionale nelle sue acquisizioni irrinunciabili.
Perciò noi riteniamo che sia necessaria una forte mobilitazione dei
cristiani contro questa riforma, anche attraverso la partecipazione a una
grande manifestazione nazionale unitaria di tutto il fronte democratico per
il "NO" al referendum del 25 giugno. E dopo il referendum pensiamo che
debba restare alta l'attenzione dei credenti perché ai valori della
Costituzione non sia inferta alcuna ferita, e perché l'amore della pace,
dell'unità, della libertà e dei diritti torni sempre a rinascere.

Firmano l'Appello:
(in ordine alfabetico)




Adista (agenzia di informazione su religione e politica), Aggiornamenti
Sociali (mensile dei gesuiti del Centro Culturale San Fedele - Milano),
Appunti di Cultura e Politica (rivista dell'associazione "Città
dell'Uomo"), Cem Mondialità (mensile di educazione interculturale dei
Missionari Saveriani), Cercasi un fine (periodico di cultura e politica
fondato da organizzazioni del volontariato pugliese), Club3 (mensile di
attualità dei Religiosi Paolini), Confronti (mensile di dialogo
interreligioso), Coscienza (mensile del Meic - Movimento Ecclesiale di
Impegno Culturale dell'Azione Cattolica), Gioventù Evangelica (trimestrale
della Fgei - Federazione Giovanile Evangelica Italiana), GO - Gioventù
Operaia (mensile della Gioc), Misna (Agenzia dei 4 Istituti Missionari:
Comboniani, Saveriani, Pime e Missioni della Consolata), Il Dialogo
(periodico politico-religioso irpino), Il Foglio (mensile di cristiani
torinesi), Il Gallo (rivista di cristiani genovesi), Il Margine (mensile
dell'associazione Oscar Romero), Il Tetto (bimestrale politico religioso
fondato a Napoli nel 1964), Jesus (mensile di cultura e attualità religiosa
dei Religiosi Paolini), Koinonia (rivista di formazione comunitaria
cristiana promossa a Pistoia da Religiosi Domenicani e da laici), La Voce
Alessandrina (settimanale della Diocesi di Alessandria), L'invito
(trimestrale di cristiani trentini), Missione Oggi (mensile dei Missionari
Saveriani), Missioni Consolata (rivista dei Missionari della Consolata in
Italia), Mosaico di Pace (rivista mensile promossa dalla sezione italiana
di Pax Christi), Mo.VI informazione (rivista del Movimento del Volontariato
Italiano),  Narcomafie (Mensile del Gruppo Abele di Torino), Nigrizia
(mensile dei Missionari Comboniani), Notiziario Cdb (periodico delle
Comunità Cristiane di Base), Oreundici (rivista dell'associazione cristiana
"Ore undici"), Politicamente (periodico dell'associazione
cattolico-democratica "Agire politicamente"), Preti Operai (rivista dei
preti operai italiani), Proposta educativa (rivista del Mieac - Movimento
di Impegno Educativo di Azione Cattolica), Qol (rivista di dialogo
ebraico-cristiano), Ricerca (mensile della Fuci - Federazione Universitaria
Cattolica Italiana), Riforma (settimanale delle Chiese Evangeliche
Battiste, Metodiste e Valdesi), Rocca (quindicinale della "Pro Civitate
Christiana" di Assisi), Segno (mensile di cultura e politica di laici e
Religiosi Redentoristi di Palermo), Settimana (settimanale di attualità per
operatori pastorali dei Religiosi Dehoniani), Tempi di Fraternità (mensile
piemontese di cristiani di base), Testimonianze (rivista fondata da padre
Ernesto Balducci), Viottoli (mensile della Comunità cristiana di base di
Pinerolo), Vita pastorale (mensile per operatori pastorali dei Religiosi
Paolini)






Appello di riviste di ispirazione cristiana


COMUNICATO STAMPA

SOTTOSCRIVONO (in ordine alfabetico):

Adista, Aggiornamenti Sociali, Appunti di Cultura e Politica, Cem
Mondialità, Cercasi un fine, Club3, Confronti, Coscienza, Gioventù
Evangelica, GO - Gioventù Operaia, Misna, Il Dialogo, Il Gallo, Il Foglio,
Il Margine, Il Tetto, Jesus, Koinonia, La Voce Alessandrina, L'invito,
Missione Oggi, Missioni Consolata, Mosaico di Pace, Mo. VI informazione,
Narcomafie, Nigrizia, Notiziario Cdb, Oreundici, Politicamente, Preti
Operai, Proposta educativa, Qol, Ricerca, Riforma, Rocca, Segno, Settimana,
Tempi di Fraternità, Testimonianze, Viottoli, Vita pastorale

Nella Costituzione italiana c'è il respiro delle grandi speranze sull'uomo,
quelle che danno radici salde alla convivenza nella giustizia e nella pace,
e dunque alla democrazia. E speranze che lo sguardo della fede ha
riconosciuto e sentito come sue. Per questo "un momento di grande
responsabilità si avvicina per i cristiani del nostro Paese": la
responsabilità di fare la propria parte per salvare la Costituzione e con
essa la cifra stessa del nostro essere popolo.
A dichiararlo sono le riviste e gli organi di stampa di ispirazione
cristiana che firmano e invitano a firmare il loro Appello in difesa della
Costituzione.
Con la Costituzione - spiegano i firmatari dell'Appello - "la guerra fu
ripudiata; le filosofie e le dottrine politiche che avevano fondato la
società sulla ineguaglianza per natura degli esseri umani furono rigettate
e sostituite da una antropologia della pari dignità umana, per costruire un
ordinamento di giustizia e di pace". Dunque, "se la Costituzione è di
tutti, i cristiani hanno delle particolari ragioni per rivendicarne i
contenuti e difenderla. Non solo perché vi concorsero nel sacrificio che la
precedette e nella elaborazione che ne fissò i principi e le norme
nell'Assemblea Costituente, ma perché il patrimonio che vi è rappresentato
evoca i più alti valori della vita cristiana: dal fondamento del lavoro su
cui è stabilita la Repubblica alla centralità della parola che si esprime
nel Parlamento, dal primato della pace alla conversione dei poteri in
"funzioni" e servizi per il bene comune".
Valori messi radicalmente in discussione dalla riforma imposta dalla Lega,
dove la "devolution", che frantuma il nostro Paese nei diritti essenziali
quali salute e istruzione, è solo l'apice di una sventura politica senza
pari: "il Parlamento è travolto, la vita della Camera è condizionata a
quella del governo, la rappresentanza popolare è smembrata in una
maggioranza dotata di tutti i poteri e una minoranza senza diritti",
"l'unità nazionale che comporta pari opportunità per tutte le regioni è
compromessa e gli istituti di garanzia sono snaturati e mortificati".
" Perciò noi riteniamo - così si conclude l'Appello delle riviste di
ispirazione cristiana - che sia necessaria una forte mobilitazione dei
cristiani contro questa riforma, anche attraverso la partecipazione a una
grande manifestazione nazionale unitaria di tutto il fronte democratico per
il "NO" al referendum del 25 giugno. E dopo il referendum pensiamo che
debba restare alta l'attenzione dei credenti perché ai valori della
Costituzione non sia inferta alcuna ferita, e perché l'amore della pace,
dell'unità, della libertà e dei diritti torni sempre a rinascere".

Di seguito il testo integrale dell'Appello, la cui sottoscrizione resta
aperta a singoli e realtà che vi si riconoscono attraverso l'invio
dell'adesione a: costituzione at mclink.it


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Per la Costituzione



Appello di riviste di ispirazione cristiana



Anche per i cristiani del nostro Paese si avvicina un momento di grande
responsabilità.
Per la prima volta dal 1946 il potere costituente torna al popolo. La
Costituzione che ci governa dal 1948 è stata ripudiata da una parte del
mondo politico italiano e dalla maggioranza delle vecchie Camere, e sulla
"Gazzetta Ufficiale" è stata già pubblicata la nuova Costituzione, che se
non è ancora entrata in vigore è solo perché il popolo si è riservato il
diritto di respingerla col "no" nel referendum convocato per il 25 e 26
giugno. Questa chiamata alle urne non è pertanto una prova elettorale come
le altre; si tratta di un referendum assolutamente eccezionale in cui i
cittadini, divenuti essi stessi costituenti, devono decidere di nuovo
dell'identità e del futuro della Repubblica.
Ciò che fu stabilito dall'Assemblea Costituente nel 1947 è infatti oggi
rimesso in questione. Allora confluirono in quella decisione le tre grandi
culture del Paese, quella cattolica, quella comunista e socialista allora
strettamente unite, e quella laico-liberale; ma l'incontro e la sintesi di
quelle tre culture fu talmente felice che non un pezzo della Costituzione
per ciascuna, ma l'intera Costituzione è risultata perfettamente coerente a
ciascuna delle tre ispirazioni. Perciò essa, scritta (e sottoscritta) da
tutti, è anche la Costituzione di tutti ed ha compiuto il miracolo di
unificare l'Italia e di permetterle di passare dalla arretratezza alla
modernità, dalla miseria diffusa alla diffusa abbondanza di beni pur nelle
sussistenti disparità, dalla dittatura alla democrazia e dalla guerra a una
lunga pace. Con essa la guerra fu ripudiata; le filosofie e le dottrine
politiche che avevano fondato la società sulla ineguaglianza per natura
degli esseri umani furono rigettate e sostituite da una antropologia della
pari dignità umana, per costruire un ordinamento di giustizia e di pace.
Se la Costituzione è di tutti, i cristiani hanno delle particolari ragioni
per rivendicarne i contenuti e difenderla. Non solo perché vi concorsero
nel sacrificio che la precedette e nella elaborazione che ne fissò i
principi e le norme nell'Assemblea Costituente, ma perché il patrimonio che
vi è rappresentato evoca i più alti valori della vita cristiana: dal
fondamento del lavoro su cui è stabilita la Repubblica alla centralità
della parola che si esprime nel Parlamento, dal primato della pace alla
conversione dei poteri in "funzioni" e servizi per il bene comune, dalla
pacificazione con la Chiesa cattolica alla laicità e alla libertà
religiosa. Nell'enciclica "Pacem in terris" di Giovanni XXIII la
Costituzione, come carta dei diritti e regola dei rapporti tra cittadini e
poteri pubblici fu celebrata come un "segno dei tempi", cioè come una delle
conquiste storiche in cui costruzione umana e ordine voluto da Dio si
parlano e si incontrano.
Se nella ordinaria vita politica i cristiani sono presenti e agiscono senza
esibire la loro peculiare identità, vi sono circostanze che possono esigere
un atteggiamento diverso. Quando, come in occasione di questo referendum,
sono in gioco e per un lungo tempo futuro i fondamenti stessi e i valori
supremi della convivenza civile, non c'è ragione per cui dei cristiani non
debbano assumere a viso aperto le difese della Costituzione, impegnandovi
tutta la loro responsabilità. Del resto, se nella storia del nostro Paese
hanno svolto, in diverse forme, un ruolo di rilievo le tradizioni del
cristianesimo democratico e del cristianesimo sociale, oggi sembra del
tutto opportuno e necessario che emerga un'iniziativa di "cristiani per la
Costituzione", per salvarla nel momento in cui è "aggredita".
Vero è che tale aggressione viene negata, perché quella che viene rimossa e
sostituita dal testo di Calderoli e degli altri quadrunviri riunitisi a
Lorenzago è solo la seconda parte della Costituzione, e quindi sarebbero
fatti salvi i principi e i diritti fondamentali della prima. Ma le due
parti della Costituzione sono speculari e necessarie l'una all'altra: la
prima parte è una struttura a piramide rovesciata, avente al primo posto i
diritti e i doveri del cittadino nella sua individualità, e poi via via del
cittadino in rapporto alla famiglia e alla scuola, quindi in rapporto alla
sfera economica e infine in rapporto a quella più ampia del mondo politico;
la seconda parte, in base allo stesso schema, comincia col Parlamento, in
corrispondenza al primo articolo proclamante la sovranità popolare, per
svilupparsi poi nella definizione degli altri istituti in cui coerentemente
doveva concretarsi l'organizzazione statale unitaria della società. In tal
modo la seconda parte risulta attuazione, strumento e garanzia della prima.
Ora nella riforma promossa dalla Lega e varata da tutto il centrodestra
sotto il nome riduttivo e fuorviante di "devolution", questo rapporto viene
rotto. Il Parlamento è travolto, la vita della Camera è condizionata a
quella del governo, la rappresentanza popolare è smembrata in una
maggioranza dotata di tutti i poteri e una minoranza senza diritti, i cui
voti nemmeno verrebbero contati nelle votazioni di "sfiducia costruttiva",
l'unità nazionale che comporta pari opportunità per tutte le regioni è
compromessa e gli istituti di garanzia sono snaturati e mortificati. In
particolare il Presidente della Repubblica non avrebbe neanche il potere di
salvare la Camera dallo scioglimento che il Primo Ministro potrebbe
decretare in ogni momento mandando a casa i deputati a suo piacimento;
verrebbe istituita la figura sovrana e incondizionata del capo del governo,
vero padrone "determinante" della politica nazionale e del Paese intero.
Tutto ciò di cui si è discusso in queste settimane per l'attribuzione dei
nuovi ruoli istituzionali e di governo, diverrebbe con la nuova
Costituzione privo di senso, perché un solo potere personale sarebbe
instaurato e garantito e nessuna vera opposizione potrebbe essere
esercitata in corso di legislatura. L'identità dell'Italia e il suo ruolo
nel mondo sarebbero decisi da una persona sola, e il popolo non potrebbe
influirvi facendo valere le sue radici, la sua civiltà e la sua cultura.
La difesa della Costituzione vigente non vuol dire peraltro che singole sue
disposizioni o istituti non possano essere modificati se necessario; ma in
ogni caso deve essere salvaguardato il costituzionalismo interno e
internazionale nelle sue acquisizioni irrinunciabili.
Perciò noi riteniamo che sia necessaria una forte mobilitazione dei
cristiani contro questa riforma, anche attraverso la partecipazione a una
grande manifestazione nazionale unitaria di tutto il fronte democratico per
il "NO" al referendum del 25 giugno. E dopo il referendum pensiamo che
debba restare alta l'attenzione dei credenti perché ai valori della
Costituzione non sia inferta alcuna ferita, e perché l'amore della pace,
dell'unità, della libertà e dei diritti torni sempre a rinascere.

Firmano l'Appello:
(in ordine alfabetico)




Adista (agenzia di informazione su religione e politica), Aggiornamenti
Sociali (mensile dei gesuiti del Centro Culturale San Fedele - Milano),
Appunti di Cultura e Politica (rivista dell'associazione "Città
dell'Uomo"), Cem Mondialità (mensile di educazione interculturale dei
Missionari Saveriani), Cercasi un fine (periodico di cultura e politica
fondato da organizzazioni del volontariato pugliese), Club3 (mensile di
attualità dei Religiosi Paolini), Confronti (mensile di dialogo
interreligioso), Coscienza (mensile del Meic - Movimento Ecclesiale di
Impegno Culturale dell'Azione Cattolica), Gioventù Evangelica (trimestrale
della Fgei - Federazione Giovanile Evangelica Italiana), GO - Gioventù
Operaia (mensile della Gioc), Misna (Agenzia dei 4 Istituti Missionari:
Comboniani, Saveriani, Pime e Missioni della Consolata), Il Dialogo
(periodico politico-religioso irpino), Il Foglio (mensile di cristiani
torinesi), Il Gallo (rivista di cristiani genovesi), Il Margine (mensile
dell'associazione Oscar Romero), Il Tetto (bimestrale politico religioso
fondato a Napoli nel 1964), Jesus (mensile di cultura e attualità religiosa
dei Religiosi Paolini), Koinonia (rivista di formazione comunitaria
cristiana promossa a Pistoia da Religiosi Domenicani e da laici), La Voce
Alessandrina (settimanale della Diocesi di Alessandria), L'invito
(trimestrale di cristiani trentini), Missione Oggi (mensile dei Missionari
Saveriani), Missioni Consolata (rivista dei Missionari della Consolata in
Italia), Mosaico di Pace (rivista mensile promossa dalla sezione italiana
di Pax Christi), Mo.VI informazione (rivista del Movimento del Volontariato
Italiano),  Narcomafie (Mensile del Gruppo Abele di Torino), Nigrizia
(mensile dei Missionari Comboniani), Notiziario Cdb (periodico delle
Comunità Cristiane di Base), Oreundici (rivista dell'associazione cristiana
"Ore undici"), Politicamente (periodico dell'associazione
cattolico-democratica "Agire politicamente"), Preti Operai (rivista dei
preti operai italiani), Proposta educativa (rivista del Mieac - Movimento
di Impegno Educativo di Azione Cattolica), Qol (rivista di dialogo
ebraico-cristiano), Ricerca (mensile della Fuci - Federazione Universitaria
Cattolica Italiana), Riforma (settimanale delle Chiese Evangeliche
Battiste, Metodiste e Valdesi), Rocca (quindicinale della "Pro Civitate
Christiana" di Assisi), Segno (mensile di cultura e politica di laici e
Religiosi Redentoristi di Palermo), Settimana (settimanale di attualità per
operatori pastorali dei Religiosi Dehoniani), Tempi di Fraternità (mensile
piemontese di cristiani di base), Testimonianze (rivista fondata da padre
Ernesto Balducci), Viottoli (mensile della Comunità cristiana di base di
Pinerolo), Vita pastorale (mensile per operatori pastorali dei Religiosi
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