Re: Il SFE di Atene, questo SCONOSCIUTO



i traduttori di Babels si
sono adoperati come dei matti a far conoscere le istanze di questi ultimi e di tutti: il tema fondante e condiviso era il rifiuto della guerra in corso e di tutte quelle paventate, delle occupazioni militari, della violenza contro le donne, i migranti, gli oppressi dal potere neoliberista, capitalista ed imperialista, la precarietà, la Bolkestein , l'accesso ai beni comuni, la povertà, l'educazione, l'informazione, la trasversalità con partiti e sindacati....

Cari amici,
forse sembro e sono monotematico ma di tutto questo "adoperarsi come dei matti" certo non mi rassegno a darne una spiegazione "da matto".

Io personalmente non ho mai partecipato ad un Social forum ma alcuni miei amici esperantisti si e mi sembra che questa ipotesi non sia granche' considerata. Qualcuno mi puo' smentire? Ovvero qualcuno mi puo' aiutare a capire il motivo per cui non e' considerata? E se questo sforzo da matti si riversasse nell'apprendere una lingua ponte che in tre mesi ci consentirebbe di comprenderci uno con l'altro non sarebbe uno sforzo meglio speso? Un Social Forum sul problema linguistico non avrebbe lo stesso
effetto di un Social forum sul problema economico?

In attesa di una risposta lancio un appello per la salvaguardia della cultura esperantista, dato che la ritengo una vera cultura di pace. Da quando ho cominciato a frequentare la Tavola della pace mi sono reso conto che l'esperanto e' stato patrimonio di molti di voi,
se non altro per avere avuto un nonno/a, zio/a papa'/mamma esperantisti.

Se aveste in casa o in cantina libri o documenti in esperanto o sull'esperanto vi chiedo se non sia il caso di farmeli avere. Io ne posso curare la catalogazione e conservazione
presso la Biblioteca dove lavoro.

Il mio indirizzo e': Andrea Montagner-Via Mambretti, 29 - 20157 MILANO (purtroppo non posso pagare le spede di spedizione).

Ringraziando per la vostra attenzione

Andrea Montagner