Il discorso di apertura dell'Arci Esperanto
- Subject: Il discorso di apertura dell'Arci Esperanto
 - From: "Andrea" <io at andreamontagner.it>
 - Date: Wed, 26 Apr 2006 22:03:25 +0200
 
| 
 Care amiche e cari amici, vi invio il testo del discorso inaugurale tenuto da me il 25 aprile. Devo premettere, per spiegare il pezzo iniziale, che abbiamo visto assieme il pezzo del film Caro Diario di Nanni Moretti in cui lui arriva all'incrocio e parla al personaggio nelle decapottabile, quella scena in cui Moretti parla di essere d'accordo sempre con una minoranza............... Andrea Montagner 
 Discorso di apertura.   Care amiche e cari amici, il senso del filmato che abbiamo appena visto dà l’idea 
dell’impostazione che vogliamo dare al nostro lavoro, al fatto che sappiamo che 
la lingua esperanto non è così diffusa come vorremmo ma che per noi essere 
esperantisti oggi ci porta ad essere una minoranza che pensa da maggioranza, che 
solleva i problemi che ci sono cari, quello della parità linguistica in primis e 
di conseguenza quello dell’uguaglianza, valore che ci porta ad essere qui anche 
oggi, Circolo Arci Esperanto con due parti che dicono molto di come vogliamo 
interagire con la società e farne parte.   Un anno fa ci siamo trovati a Jesolo e abbiamo dato vita 
a un forum di discussione che poi è sfociato in due forum, uno aperto agli 
esperantisti di sinistra e uno riservato agli iscritti alla SAT in Italia. Dopo 
quella esperienza, che rimane aperta, io stesso ho capito che dovevo prendere in 
mano la situazione e lanciare una lista dedicata, più che alla discussione, alla 
forza della motivazione a costruire qualcosa di originale, dato che tutte le 
forme di associazione esperantista tendono alla chiusura nei confronti del mondo 
cosiddetto “normale”.   Siamo qui dunque per dare inizio ad un percorso che non 
sappiamo dove ci porterà. Abbiamo guardato in giro per vedere se qualcuno avesse 
avuto altre idee o iniziative simili ma ci siamo resi conto del vuoto che c’è 
ancora sul terreno della partecipazione sociale e politica per quegli 
esperantisti come me, come voi, per i quali l’esperanto non e’ solo una lingua 
ma anche un ideale per il quale vale la pena di spendere del tempo e delle 
energie. E quando dico questo non voglio fare torto a quegli amici che 
singolarmente si sono presentati nella scena dei forum sociali e delle marce ma 
noi  veniamo dalla prima marcia della pace Perugia-Assisi in cui abbiamo 
orgogliosamente alzato lo stendardo verde dell’esperanto lingua della 
pace.   Per questo non possiamo essere la continuazione di alcuna 
altra associazione ma semmai una riformulazione in chiave attuale delle stesse 
istanze che hanno proposto nel passato altre formule associative. Nasciamo come 
critica delle formule associative attuali dell’esperanto, che portano noi 
esperantisti ad appartarci quasi ce ne dovessimo 
vergognare.   Noi dell’Arci Esperanto facciamo parte della grande 
famiglia Arci, verso la quale nutriamo un profondo senso di appartenenza e di 
rispetto e verso la quale il nostro intendimento è di contribuire alla sua 
crescita numerica ma anche sociale, culturale e umana.  Vogliamo far parte di tutta quella rete 
di associazioni che si battono per un mondo migliore perché crediamo che uno dei 
mezzi migliori per farlo è quello di comprendersi meglio fra uguali senza che ci 
si debba sentire in difetto perché non si conosce o non si parla bene la lingua 
imperante di turno ma anche perché una singola lingua non nazionale ci fa 
sentire parte della stessa famiglia umana.   Vogliamo dare all’esperanto una chance di credibilità in 
tutti quei movimenti che si battono per questo fine, penso alla  Rete Lilliput, al Movimento pacifista e 
nonviolento, all’ambientalismo, al movimento anarchico, che vanta nella sua 
storia  passata e presente la 
partecipazione di molti esperantisti, uno per tutti Giuseppe 
Pinelli.   Noi vogliamo confrontarci con le idee degli altri e 
trovare per le nostre idee un punto di riferimento e di confronto ideale per il 
nostro essere esperantisti e di sinistra e anche il luogo di elaborazione di un 
nuovo modo di essere esperantista e di sinistra. Qui tutti noi abbiamo diritto 
ad esprimere le nostre idee e a trovare l’appoggio necessario per realizzarle, 
attraverso la collaborazione e il necessario rispetto sia dello statuto che 
degli altri. Colgo l’occasione per ringraziare il direttivo dell’Erbavoglio che 
ci ha dato la possibilita’ di realizzare questo progetto. Con loro credo che 
troveremo le forme giuste di collaborazione per realizzare progetti comuni. 
Ricordo che proprio qui tenni la mia prima conferenza 
sull’esperanto.   Oggi è il 25 aprile e dopo sfileremo con le donne e gli 
uomini del 25 aprile portando la nostra fierezza, facendoci riconoscere per 
quello che siamo, donne e uomini che parlano con questa lingua ad altre donne e 
uomini nel mondo che sono come noi, lavoratrici e lavoratori che, “da umili 
lavoratori”, come ha scritto Vezio Cassinelli al quale abbiamo intitolato il 
Circolo, lavorano perché la Lingua Esperanto sia riconosciuta come facile 
strumento per il raggiungimento degli stessi fini del popolo tutto del 25 
aprile.      | 
- Follow-Ups:
- Re: Il discorso di apertura dell'Arci Esperanto
- From: "3,14" <longoborina at libero.it>
 
 
 - Re: Il discorso di apertura dell'Arci Esperanto
 
- Prev by Date: Libera l'informazione 2006
 - Next by Date: Re: Il discorso di apertura dell'Arci Esperanto
 - Previous by thread: Libera l'informazione 2006
 - Next by thread: Re: Il discorso di apertura dell'Arci Esperanto
 - Indice: