Prodi - Sito - Campagna elettorale



Laboratorio sulla campagna elettorale 2006
Rilevazioni relative al sito di Romano Prodi. Periodo dal 9/2 al 9/4/6.

Un elaborato in merito a quanto pubblicato sul sito di Romano Prodi durante la campagna elettorale del 9 aprile 2006 – a mio avviso – deve necessariamente cominciare richiamando le primarie dell’autunno 2005. In tale occasione, come si sa, si sono recate alle urne oltre quattro milioni di persone. Per la prima volta l’Italia è stata protagonista di un evento del genere, relativo a un’iniziativa politica non istituzionale ma di partito, di coalizione. Si può affermare che è stata così decretata la vittoria del passaparola rispetto alla politica spettacolo; oppure – meglio - del richiamo dell’impegno e della passione che hanno prevalso sull’idea che “tanto non ne vale la pena, non cambia mai niente”. Quel giorno è scesa in campo la società civile.   

C’erano quindi le pre-condizioni affinché la campagna elettorale del 2006 fosse contrassegnata da quella che Roberto Grandi e Cristian Vaccari hanno definito sul n. 2/2005 di Innovazioni come “la comunicazione politica diffusa” cioè non un bombardamento di inviti al voto e magari di richieste di donazioni, ma invece una logica di ”messaggi mirati al coinvolgimento di queste persone, una richiesta attiva di impegno e partecipazione per la campagna elettorale, nelle forme che ciascuno ritiene compatibili con i suoi tempi di lavoro, le sue competenze politiche e professionali, le sue inclinazioni”. Quindi, secondo me, comportarsi un po’ come il Berlusconi di dopo le regionali del 2000 in quanto, pur a seguito di una risicata vittoria alle regionali (quella delle bandierine blu o rosse, otto a sette), fu protagonista di un anno intero di propaganda per le politiche, lasciando intendere di essere destinato a vincere.    
Vi erano quindi nel Paese a fine anno scorso le premesse per superare le campagne politiche elettorali moderne degli anni novanta basate sul potere persuasivo e ossessivo dell’uso della televisione. Passare a privilegiare il porta a porta e, nel contempo, sfruttare tutte le nuove possibilità di comunicazione politica di tipo informatico e bidirezionale. Senza abbandonare l’utilizzo della televisione, ma facendo una particolare attenzione a un rapporto diretto con la gente in grado di suscitare, scatenare emozioni.   

C’erano le pre-condizioni dicevo, ma all’atto pratico sono davvero state sfruttate appieno oppure no; la campagna elettorale è stata di tipo postmoderno?

Provo a ragionare prendendo in esame l’utilizzo di internet e in particolare del sito di Romano Prodi durante i due mesi che hanno condotto al voto del 9 aprile scorso. 
Partendo dall’analisi delle caratteristiche del sito, devo ricordare in premessa che quello di romanoprodi.it era direttamente collegato con altri tre siti: Incontriamoci.romanoprodi.it, Lafabbricadelprogramma.it e Governareper.it. 
Registrandosi ad uno di essi, quindi, come era segnalato, si poteva accedere a tutti e quattro e ricevere inoltre automaticamente al proprio indirizzo di posta elettronica le email da loro prodotte. Si può dire che tali siti abbiano fatto gioco di squadra, hanno interagito fra loro con l’indicazione di molteplici link di collegamento. 
Il primo sito – romanoprodi.it - è stato per così dire quello ufficiale. Presentava in testa alla  home page: la foto del candidato premier con sullo sfondo la bandiera europea di cui è stato Presidente della Commissione, un ramo di ulivo che richiamava l’aggregazione vincente alle politiche del 1996 e i colori arcobaleno dell’Unione che raggruppava i partiti della coalizione di centrosinistra in queste elezioni.
Una delle caratteristiche distintive del sito è stata “L’agenda di Romano Prodi” che riportava in ordine cronologico i link relativi ai suoi più prossimi impegni elettorali nonché a quelli recenti. La grafica, pur risultando di tipo semplice, è apparsa un po’ datata; in effetti non vi era nulla di particolarmente accattivante.       
Incontriamoci.romanoprodi.it ha inteso in particolare dar seguito allo “spirito delle primarie”. E’ stato dedicato a quelle persone interessate a essere protagoniste della campagna elettorale mettendosi attivamente in moto non solo per seguire ma anche per organizzare autonomamente incontri politici su temi scelti dai volontari stessi. A tal proposito, era previsto che lo staff di Romano Prodi potesse a supporto indicare la disponibilità di testimonial in grado di contribuire alle riflessioni durante le iniziative. In tal modo si è realizzato un collegamento fra il mondo on line (attraverso il sito), off line (con gli incontri organizzati dai volontari sul territorio) e mediatico (con la partecipazione di personaggi famosi). Il sito ha infatti presentato nella sua home page una mappa a calendario di tali incontri durante ogni mese. Scegliendo la data di interesse e selezionando la propria provincia si visualizzavano gli incontri previsti. Per ogni iniziativa erano indicati: il tema in discussione, il nome dell’organizzatore, data, ora, luogo e numero di posti complessivi, numero di partecipanti già iscritti e posti liberi. Una delle idee coinvolgenti è stata che tali incontri, per quanto riguardava la provincia di Bologna, erano segnalati quotidianamente mediante l’invio di email con relativo link. Si è così realizzata una forma di comunicazione on line di eventi off line. Bisogna però dire che questo tipo di email è stato utilizzato solo fino al 10 marzo, per essere di fatto sostituite dall’invio di email relative a newsletter quotidiane che sono andate ad aggiungersi a quelle più sporadiche di Governareper.it.        
Governareper.it è stato il sito che dei quattro si è occupato più propriamente di politica. Ha voluto infatti essere un luogo di riflessione dove poter dibattere un “progetto di lunga durata” per la futura attività di governo. Essere un po’ la bussola e il serbatoio di idee a cui attingere in merito ai “principali temi di cultura politica e politica pubblica”. Un sito inteso come strumento per far crescere “una comunità di lettori-scrittori interessata a confrontarsi e riflettere sui destini dell’Italia e sul suo contributo per la giustizia e la pace nel mondo”. 
Il sito Lafabbricadelprogramma.it, infine, è stato predisposto come un capannone di lavoro per l’ascolto e l’analisi della costruzione di un programma condiviso e partecipato dal basso, anche al fine esplicito di poter vincere le elezioni e ben governare. Una particolarità: è stato indicato anche l’indirizzo e la mappa stradale per recarsi effettivamente alla Fabbrica. Doppia possibilità quindi, andare di persona oppure interagire on line con il sito. 
Durante i due mesi di rilevazione, l’analisi delle caratteristiche dei siti ha fatto registrare poche modifiche sostanziali. Innanzitutto, con l’inizio del vero e proprio periodo di campagna elettorale va registrata una maggiore attenzione rivolta al coinvolgimento via internet dei cosiddetti “impegnati”. Su Incontriamoci è stato inserito un banner per il prelievo on line di “materiale per la campagna elettorale” da distribuire off line e il sito di Governare per è stato oggetto di un restyling con lo scopo evidente di incentivare il dibattito nei forum tematici presenti anche nella Fabbrica del Programma.  E’ stata così data una maggiore attenzione ai gruppi sociali e alle diverse fasce d’età. Sono state inoltre ampliate le possibilità per gli utenti di inviare brevi messaggi, ad esempio su Incontriamoci, nella sezione “la mia campagna”, era possibile dire la propria opinione con 500 caratteri a disposizione. Negli ultimi giorni, ancora su Incontriamoci, erano previste sia la possibilità di scaricare file audio e video relativi a eventi della campagna elettorale, sia quella di fruire di cartoon e animazioni nella sezione “community”.   

Segnalo che i quattro siti invece non hanno fatto rilevare, fra l’altro, caratteristiche come: la comunicazione on line fra gli utenti, l’accessibilità per i disabili, l’informazione sulla nuova legge elettorale, chat e forum di discussione diretta con il candidato premier, la richiesta di contributi on line, la vendita di gadget. Per tali motivi si può affermare che sono stati penalizzati coloro i quali sono definiti in campagna elettorale come potenzialmente “coinvolti”, non essendo stata sviluppata una piena interattività con gli utenti ad esempio stimolando, a seconda delle caratteristiche dei gruppi interessati, l’interazione in merito a specifiche aree tematiche oppure incentivando ben di più l’attivismo politico.
Nel loro complesso, pertanto, i siti di Romano Prodi hanno mantenuto caratteristiche di “tipo editoriale”, con un aggiornamento costante dei contenuti, andando così ben oltre il sito “vetrina o biglietto da visita unidirezionale”. Sono stati quindi un utile riferimento sia per gli “interessati” che intendevano soltanto farsi un’idea del candidato ricercando informazioni sulla sua vita e sui programmi, sia per gli “impegnati” disponibili nel concreto a sostenere il candidato, conoscere la sua agenda degli appuntamenti, ricevere e inviare email. 

Per quanto concerne l’analisi del contenuto, sono state prese in esame le notizie pubblicate su romanoprodi.it. Va detto innanzitutto che il sito man mano che si avvicinava la scadenza elettorale è stato sempre più sfruttato; il 6 aprile si è toccata la punta massima quotidiana di 5 notizie pubblicate. Negli ultimi giorni, in particolare, si è inteso far sapere ai naviganti in internet le risposte dirette di Prodi in merito ad attacchi politici e personali che si susseguivano. Quindi mentre inizialmente il sito era utilizzato in maggior misura per presentare delle proposte, in seguito il tono prevalente ha visto un forte aumento di notizie  ascrivibili sotto le categorie di confronto, attacco e risposte. 
I temi - con l’avvicinarsi della scadenza del voto - hanno visto sempre più in primo piano quello specifico della campagna elettorale nonché il dibattito sull’economia. Inoltre, sono stati pubblicati in aprile alcuni articoli relativi alla fede e alla famiglia del leader. Per il resto, le notizie hanno riguardato temi sociali, di politica estera e poco altro. Nell’agenda sono – a mio avviso – colpevolmente mancati quei temi relativi ad argomenti come la pace, la guerra, la giustizia, il lavoro, la Costituzione, l’ambiente, l’immigrazione, i giovani, l’informazione e media. 
Il framing ha sempre visto prevalere quello della campagna elettorale, insieme alla costante presenza di politica e programmi, e poca personalità. 
La fonte della notizia ha posto in rilievo esclusivamente le dichiarazioni ufficiali e i punti di vista del candidato premier. Pertanto, anche nei casi in cui era riportata un’intervista da altri media, di fatto sul sito non vi è mai stato spazio per un effettivo contraddittorio con i giornalisti. Sono quindi state sfruttate fonti interne e non quelle esterne (utenti, militanti, esperti).               

Nei due mesi di rilevazione, il sito romanoprodi.it ha pubblicato complessivamente 82 articoli. I temi prevalenti delle notizie trattati statisticamente sono risultati: 33% campagna elettorale (intesa in senso stretto), 23% economia, 9% politica estera, 6% news, 5% temi sociali, 3% famiglia, 2% coalizione, 2% istruzione e altro. Come framing prevalenti sono risultati: 38% programmi, 33% campagna elettorale, 21% politica, 8% personalità. Il tono prevalente delle notizie è stato: 54% proposta, 21% attacco, 18% risposta, 7% confronto. La fonte delle pubblicazioni sul sito è stata: 39% leader, 30% altri media, 18% redazione del sito, 11% dichiarazioni ufficiali, 1% esperti o enti esterni, 1% utenti o militanti.     

In merito all’email che sono state prodotte principalmente da Incontriamoci e da Governare per, va detto che a chi si era registrato ne sono state recapitate in genere due al giorno. Fino al 10 marzo sono state recapitate quelle di mobilitazione allo scopo di segnalare gli incontri organizzati tramite il sito di Incontriamoci. A me che risiedo nella provincia di Bologna, arrivavano quotidianamente tali email che spesso annunciavano due o tre nuovi incontri con l’indicazione del link da seguire. Gli addetti ai siti, successivamente, hanno dedicato le proprie risorse quasi esclusivamente alla pubblicazione di newsletter (alla fine se ne contavano anche due al giorno) con i relativi link da seguire, privilegiando così il contatto in internet a favore dei contenuti più che della mobilitazione sul territorio. Le newsletter a cura di Governareper sono sembrate particolarmente curate in quanto già nelle email inviate ad ognuno veniva riportato non solo il titolo di ogni articolo pubblicato ma anche “l’attacco del pezzo” e il nome dell’autore. Inoltre, le notizie venivano raggruppate in sezioni come: “5 anni di danni”, “Interventi”, “Analisi e proposte”.
Le newsletter e quindi le email inviate a chi si è registrato si possono quindi dividere in due tipi ben distinti: l’uno – a cura di Incontriamoci - più sulla notizia, sul rapporto diretto e principalmente mirato alla mobilitazione sul territorio di militanti e cittadini; l’altro – prodotto da Governare per – più teorico riflessivo e mirato a far crescere la cultura politica.   
Le email sono state inviate agli iscritti anche per segnalazioni particolari come quella “Cavaliere, permette una domanda?” che chiedeva per l’appunto come avrebbe fatto il premier Berlusconi a trovare copertura finanziaria alle sue promesse elettorali. Vi è stata infine un’“edizione straordinaria della newsletter di Incontriamoci” dedicata all’appello al voto di Romano Prodi. 
   
Una curiosità: dopo il voto del 9 aprile sono continuate ad arrivate email. Così come Governare per, anche Incontriamoci ha deciso che “Non si ferma”; è stato annunciato infatti che continuerà a far pervenire settimanalmente le newsletter relative a incontri, iniziative, ecc.

Dopo aver già detto in merito ai siti di cui mi sono occupato, soffermandomi anche sulle rilevazioni riguardanti l’uso di internet di partiti e candidati presi in considerazione dai partecipanti al laboratorio, per rispondere alla domanda iniziale si può dire che quella del 2006 non sia stata una campagna elettorale di tipo postmoderno ma bensì ha visto ancora una volta in primo piano le apparizioni e i dibattiti televisivi. Tale esito – a mio avviso – si può configurare come la diretta conseguenza della nuova legge elettorale che non ha incentivato affatto l’attività politica sul territorio, in primo luogo prevedendo liste di partito bloccate senza la possibilità di scelta nella preferenza di voto da parte dell’elettore. Non è stata così stimolata la concorrenza fra i candidati che avrebbe fatto venir fuori le caratteristiche e le competenze di ognuno; questo – c’è da scommetterci – ha penalizzato conseguentemente l’esigenza di usare mezzi diretti e di facile disponibilità come quelli della comunicazione politica on line.
Tenuto conto dell’asimmetria relativa all’attuale assetto televisivo nonché alla quantità di risorse a disposizione dei due schieramenti, viene da pensare che il Governo Berlusconi nel varare la nuova legge elettorale avesse anche un fine speculativo, quello di creare per l’imminente campagna elettorale uno scenario favorevole all’uso di alcuni strumenti e disincentivante per altri. 
A questo punto, più che rispondere alla domanda iniziale se cioè davvero sono state sfruttate appieno le premesse di partecipazione evidenziate dalle primarie del 2005, bisognerebbe forse riformulare la domanda. 
Esser costretti a fare un passo indietro. 
Tenuto conto da una parte della voglia degli italiani di poter essere attivi e di contare al di là della propria scheda e vista dall’altra parte una legge elettorale che possiede in sé l’instradamento delle caratteristiche della propaganda politica, la campagna elettorale 2006 presentava oppure no le pre-condizioni per poter essere annoverata come bidirezionale, postmoderna, che integra quindi l’uso dei mezzi tradizionali con quelli delle nuove tecnologie ponendo in primo piano il rapporto diretto con i cittadini?  

24/4/6 – Leopoldo Bruno
Ringrazio Sandra Frasnedi per la gentile collaborazione