Fermiamo il massacro di Nablus. Appello.



Questa proposta parte dall'Associazione di Amicizia Italo-Palestinese, di
Firenze. Quello che sta succedendo in Palestina è molto grave. E' importante
fare qualcosa.

Appello all'informazione libera e democratica
FERMIAMO IL MASSACRO DI NABLUS

Le associazioni, organizzazioni e gruppi informali che in Italia
lavorano da anni sulla questione Mediorientale e operano per per una
risoluzione pacifica del conflitto israelo-palestinese, e per una pace
giusta ,si rivolgono con un appello all'informazione libera e
democratica del nostro paese affinchè sia data un'informazione corretta
su quanto sta accadendo nei Territori Occupati in Palestina. Dal 17
febbraio è infatti in corso un'operazione militare da parte dell'IOF
(Israeli Occupation Forces) a Nablus, in modo particolare nel campo
profughi di Balata, ma anche a Tulkarem, dove sono tornate in azione le
squadre speciali che in operazione notturna hanno arrestato un 19enne,
e a Jenin dove sono state demolite nuove case e piantagioni. I fatti di
Nablus:

Lunedì 20 febbraio le forze militari israeliane alle tre e trenta del
mattino sono entrati nel  campo profughi di Balata e nella città
vecchia di Nablus. Vicino a Balata sono iniziati gli scontri tra
soldati israeliani e combattenti palestinesi. Sono poi seguite forti
esplosioni dentro il campo ed il successivo ritiro verso Hawara, dove
l'IOF ha la sua base militare. Dopo due ore sono però tornati
nuovamente con buldozer, tanks e una ventina di jeep iniziando una
nuova operazione nel campo profughi e mettendo  dei blocchi di cemento
alle entrate del campo. E' iniziata poi la devastazione delle
abitazioni: rastrellamenti casa per casa, demolizioni con esplosivi per
attraversare direttamente le abitazioni. In questa occasione sono state
uccise tre persone e ferite trenta, una delle quali è deceduta più
tradi in ospedale. Ma l'occupazione militare non si ferma.

Il giorno dopo, 21 febbraio, hanno allargato l´operazione militare
anche nella città vecchia di Nablus. Intanto a Balata sono state
occupate circa 20 case e la scuola femminile, dove hanno distrutto l´
aula computer e dipinto sui muri immagini offensive. Hanno lasciato la
città per la notte, ma il giorno dopo sono nuovamente tornati alle
sette e trenta del mattino, il momento in cui le strade sono piene di
persone, specialmente di ragazzi che vanno a scuola. Iniziano nuovi
scontri: pietre contro pallottole. Altre 25 persone sono state ferite
in quest'occasione ed altri morti si sono aggiunti alla lista. Cinque
di questi sono volontari del pronto soccorso ( uno di loro morirà più
tardi), un altro è l´autista dell´ambulanza che non ha potuto ricevere
aiuti per ore.
I media israeliani dicono che hanno ucciso tre terroristi.

Intanto il Medical Relief (UPMRC) ha rilasciato un comunicato
sull'invasione di Balata, avvenuta tra il 17 e il 23 febbraio,
sottolineando come l'operazione stessa dell'IOF (Israeli Occupation
Forces) sia ancora in corso. Il 23 febbraio l'IOF ha sparato anche
sulle squadre di primo soccorso e sui giornalisti presenti nel campo
profughi. Sono stati feriti gravemente tre volontari del Medical
Relief, Jerir Zakaria Qanadilu, colpito ad una mano e ad una gamba da
due proiettili, Ahmad Arabat, colpito al petto, Ihab Mansour, ferito
alla testa e arrestato. In questa "operazione" sono stati feriti anche
due internazionali, un americano e un tedesco. Il Medical Relief lancia
un appello alla comunità internazionale affinché si mobiliti per fare
pressioni su Israele e chieda la cessazione dei continui attacchi  militari
all'interno della città di Nablus. Il Mediacal relief ricorda  come questi
atti, gli attacchi ai mezzi di pronto soccorso e al loro  personale, gli
attacchi alla stampa,  violino la Quarta Convenzione di
Ginevra.

Le nostre associazioni si associano all'appello rivolgendoci non solo  alla
comunità internazionale ma anche ai media italiani certi di  trovare una
risposta ad un silenzio che sta mortificando i palestinesi  ancor più degli
attacchi militari.

Firme........