Fw: una protesta silenziosa




----- Original Message ----- From: "Diletta Mistretta" <dilettamistretta at aliceposta.it>
To: <Undisclosed-Recipient:;>
Sent: Monday, February 20, 2006 1:16 PM
Subject: Fw: una protesta silenziosa


Cari amici, vi giro questa importante informazione.
Diletta

----- Original Message ----- From: "Emanuela Carelli" <emanuela.carelli at gmail.com>
To: <lapietrafilosofale at virgilio.it>
Sent: Sunday, February 19, 2006 10:30 PM
Subject: Fwd: una protesta silenziosa


Medaglie, clamori, cadute e vittorie urlate in prima pagina.
Ma a Torino, in S.Pietro in Vincoli (vicino al Cottolengo), per tutta
la durata delle Olimpiadi, tre tibetani protestano in silenzio.

Uno di loro, Palden Gyatso è un monaco arrestato nel 1959 per aver
partecipato ad una manifestazione non violenta a favore
dell'indipendenza del Tibet. Fu giudicato reazionario e incarcerato
per sette anni.

Quando uscito di prigione tentò la fuga, fu sottoposto a torture e al
tormento della fame. Solo dopo altri terribili 33 anni venne liberato
e riuscì ad arrivare in India dove iniziò a divulgare la sua
esperienza.
Palden Gyatso, insieme a Sonam Wangdue e Tamding Choephel, ha iniziato
da 5 giorni lo sciopero della fame (ad oltranza) per richiamare
l'attenzione dell'opinione pubblica sulle continue, gravi violazioni
dei diritti umani perpetrate da Pechino in Tibet e nell'intera Cina.

Sperano che i giochi olimpici siano l'occasione per chiedere il
rispetto di quei diritti umani che ogni nazione partecipante dovrebbe
rispettare. Nonostante le ripeture rassicurazioni, la Cina non
rispetta i diritti umani e in Tibet, in particolare, continua il
genocidio.

A chi legge queste righe e a quanti hanno a cuore la sorte dei tre
digiunatori e l'esito della loro lotta, rivolgiamo l'appello a
sostenerli, ad andarli a trovare, a far sentire loro tutto il calore e
la vicinanza di persone amiche e partecipi.

Ascoltate il silenzio della loro protesta, date voce a questo silenzio.


---------- Forwarded message ----------
Subject: [dalailama] OLIMPIADI A TORINO: SCIOPERO DELLA FAME DI UN
GRUPPO DI TIBETANI


ASSOCIAZIONE ITALIA TIBET

OLIMPIADI A TORINO: SCIOPERO DELLA FAME DI UN GRUPPO DI TIBETANI
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Dal 13 febbraio 2006, a Torino,  in concomitanza con l'inizio dei
Giochi Olimpici, un gruppo di tre tibetani inizierà uno sciopero
della fame ad oltranza sotto una tenda allestita in S. Pietro in
Vicoli. Con questo gesto di estrema protesta, intendono richiamare
l'interesse dell'opinione pubblica sulle continue, gravi violazioni
dei diritti umani perpetrate da Pechino in Tibet e all'interno della
stessa Cina.

Nel rendere noti i motivi della manifestazione, Kalsang Phuntsok,
dirigente del movimento Tibetan Youth Congress, ha così
dichiarato: "I Giochi Olimpici sono l'occasione giusta per chiedere
il rispetto di quei diritti umani che ogni nazione partecipante
dovrebbe rispettare. Nonostante le ripetute rassicurazioni, la Cina
non rispetta i diritti umani. In Tibet, in particolare, continua il
genocidio. È nostra intenzione digiunare a tempo indeterminato fino
a quando il mondo non chiederà conto alla Cina di questo genocidio.
La Cina è potente, noi abbiamo soltanto la forza della verità.
Vinceremo."

I digiunatori sono Sonam Wangdue e Gathong Jigme, due giovani
esponenti del Tibetan Youth Congress e il settantacinquenne monaco
tibetano Palden Gyatso, uno dei principali simboli della resistenza
tibetana, detenuto per trentatre anni nelle carceri cinesi e, dalla
sua liberazione, testimone infaticabile in tutto il mondo degli
abusi perpetrati dal governo di Pechino. Il racconto degli anni
della prigionia e delle torture subite è narrato nel volume
autobiografico "Tibet, il Fuoco sotto la Neve".
Malgrado le precarie condizioni di salute, Palden Gyatso ha
dichiarato di volersi unire ai digiunatori in segno di solidarietà
con i compatrioti e nella speranza che qualcosa possa cambiare
all'interno del Tibet. Queste le sue parole: "Quando i Giochi
Olimpici furono assegnati alla Cina, si disse che questa decisione
avrebbe contribuito a migliorare il livello dei diritti umani. In
realtà nulla è cambiato, anzi, la situazione è peggiorata".
Un quarto tibetano si unirà al gruppo nei prossimi giorni.

Esprimi la tua solidarietà ai digiunatori
(write your solidarity message to the hunger strikers)
torino2006 at italiatibet.org