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Appello Ocalan
- Subject: Appello Ocalan
- From: <ass.azad at libero.it>
- Date: Thu, 9 Feb 2006 10:29:50 +0100
Il leader kurdo A. Ocalan ha avuto, secondo le agenzie, un lieve attacco cardiaco. Si dice che le condizioni siano buone. Si sta mentendo!!!! Le sue condizioni sono pessime dopo settimane passate in una cella definita bunker, di strettissimo isolamento senza aria, radio, avvocati e familiari. Sei anni di isolamento totale su una isola nel mezzo del mar di Marmara, circondato da facce nemiche. Il fisico e' al limite. LO STATO TURCO DEVE IMMEDIATAENTE LIBERARE A. OCALAN CHE ALTRIMENTI RISCHIA DI MORIRE IN CELLA. Deve consentire il suo trasporto in un ospedale sulla terra ferma e consentire che dei medici e delle autorita' neutre lo visitino immediatamente. Ocalan e' il simbolo e la guida di milioni di kurdi e non deve morire solo in un carcere. Invitiamo tutte le realta' democratiche, antagoniste e i singoli a denunciare con fermezza quanto continua ad avvenire. Invitiamo a contattare i parlamentari eletti nella proprio territotio, chiedendo di formulare in questi ultimi tre giorni di lavoro parlamentare una interrogazione urgente al governo italiano, e alle istituzioni europee al fine di garantire a Ocalan, che ha gia' ricevuto asilo politico in Italia una protezione umanitaria e la liberta' immediata. E' disponibile una lettera che presenteremo ai prefetti di tutta Italia il 15 febbraio giorno della sua cattura in Kenia. Ocalan deve vivere e deve vivere il suo popolo, il popolo kurdo nostro fratello. LIBERTA' PER IL KURDISTAN. JURI CARLUCCI ASSOCIAZIONE NAZIONALE AZAD-PER LA LIBERTA' DEL POPOLO KURDO 7 FEBBRAIO 2006 -------------------------------------------------------------- 07 feb 10:36 Turchia: Ocalan colpito da lieve malore al cuore ANKARA (Turchia) - Abdullah Ocalan, il capo del Pkk, il partito dei lavoratori del Kurdistan, e' stato colpito da un lieve malore al cuore. Il leader curdo, detenuto nella prigione dell'isola turca di Imrali, si trova ora in buone condizioni, come riferiscono le autorita' locali. (Agr) ----------------------------------------------------- SALVIAMO LA VITA DI OCALAN: GRAVI LE SUE CONDIZIONI DI SALUTE APPELLO DEGLI AVVOCATI ITALIANI Gli avvocati Giuliano Pisapia, Luigi Saraceni e Arturo Salerni - difensori in Italia di Abdullah Ocalan - appresa la notizia del grave stato di salute del leader Kurdo Abdullah Ocalan, già sofferente di cuore e colpito ieri da un infarto, attualmente detenuto in isolamento nel carcere turco di Imrali, rivolgono un appello all'Unione Europea e al Comitato per la Prevenzione della Tortura del Consiglio d'Europa affinché siano adottate le misure opportune nei confronti della repubblica turca per rendere possibile ai difensori, ai familiari e ai medici di fiducia del detenuto di poter tempestivamente accertare le sue condizioni di salute. Pisapia, Saraceni e Salerni chiedono anche un intervento urgente delle Autorità italiane in considerazione del fatto che ad Ocalan è stato concesso, nel nostro Paese, l'asilo politico. L'Italia ha quindi il dovere politico e giuridico di fare tutto quanto necessario, a livello diplomatico, per salvaguardare la vita e la salute del leader kurdo. Ocalan, dopo l'illegittimo rapimento avvenuto in Kenya, è da molti anni rinchiuso in totale isolamento nell'isola di Imrali e in una condizione in cui non è concesso, neppure ai suoi familiari e ai suoi difensori, di recarsi in carcere per verificare le sue condizioni di salute e di detenzione. E' ora che si pervenga ad un radicale miglioramento delle condizioni di detenzione di Ocalan, che appaiono in contrasto con gli standard previsti dalle convenzioni internazionali, e che vengano poste in essere tutte le misure per tutelare la sua incolumità. I difensori italiani del leader kurdo chiedono pertanto al Comitato per la prevenzione della tortura un intervento immediato per accertare la situazione di salute di Ocalan, nonchè il trattamento che subisce in carcere. Se si tiene conto che, da tempo, quando ancora era in Italia, Ocalan ha fatto una scelta di pace e richiede esclusivamente la fine delle discriminazioni e delle violenze nei confronti del popolo kurdo in Turchia, ben si comprende che la sua morte, o il peggioramento delle sue condizioni di salute - di cui sarebbero responsabili i suoi carcerieri- rischierebbe di porre fine a quella speranza di pace che l'Unione Europea e tutti i democratici auspicano. Soprattutto dopo la decisione della Corte Europea dei Diritti dell'uomo che ha condannato il governo Turco proprio per la violazione, avvenuta nel corso del processo, di vari articoli della Convenzione Europea dei Diritti dell'uomo, prevedendo che nei confronti del leader kurdo si svolga un nuovo processo nel quale sia garantito il diritto di difesa e un giudice imparziale.
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