Appello Ocalan



Il leader kurdo A. Ocalan ha avuto, secondo le agenzie, un lieve attacco
cardiaco. Si dice che le condizioni siano buone. Si sta  mentendo!!!! Le sue
condizioni sono pessime dopo settimane passate in una cella definita bunker,
di strettissimo isolamento senza aria, radio, avvocati e familiari. Sei anni
di isolamento totale su una isola nel mezzo del mar di Marmara, circondato
da facce nemiche. Il fisico e' al limite.
LO STATO TURCO DEVE IMMEDIATAENTE LIBERARE A. OCALAN CHE ALTRIMENTI RISCHIA
DI MORIRE IN CELLA. Deve consentire il suo trasporto in un ospedale sulla
terra ferma e consentire che dei medici e delle autorita' neutre lo visitino
immediatamente.
Ocalan e' il simbolo e la guida di milioni di kurdi e non deve morire solo
in un carcere.
Invitiamo tutte le realta' democratiche, antagoniste e i singoli a
denunciare con fermezza quanto continua ad avvenire. Invitiamo a contattare
i parlamentari eletti nella proprio territotio, chiedendo di formulare in
questi ultimi tre giorni di lavoro parlamentare una interrogazione urgente
al governo italiano, e alle istituzioni europee al fine di garantire a
Ocalan, che ha gia' ricevuto asilo politico in Italia una protezione
umanitaria e la liberta' immediata.
E' disponibile una lettera che presenteremo ai prefetti di tutta Italia il
15 febbraio giorno della sua cattura in Kenia.
Ocalan deve vivere e deve vivere il suo popolo, il popolo kurdo nostro
fratello.
LIBERTA' PER IL KURDISTAN.

JURI CARLUCCI
ASSOCIAZIONE NAZIONALE AZAD-PER LA LIBERTA' DEL POPOLO KURDO
7 FEBBRAIO 2006
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07 feb 10:36
 Turchia: Ocalan colpito da lieve malore al cuore
ANKARA (Turchia) - Abdullah Ocalan, il capo del Pkk, il partito dei
lavoratori del Kurdistan, e' stato colpito da un lieve malore al cuore. Il
leader curdo, detenuto nella prigione dell'isola turca di Imrali, si trova
ora in buone condizioni, come riferiscono le autorita' locali. (Agr)
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SALVIAMO LA VITA DI OCALAN:
GRAVI LE SUE CONDIZIONI DI SALUTE

APPELLO DEGLI AVVOCATI ITALIANI

Gli avvocati Giuliano Pisapia, Luigi Saraceni e Arturo Salerni - difensori
in Italia di Abdullah Ocalan - appresa la notizia del grave stato di salute
del leader Kurdo Abdullah Ocalan, già sofferente di cuore e colpito ieri da
un infarto, attualmente detenuto in isolamento nel carcere turco di Imrali,
rivolgono un appello all'Unione Europea e al Comitato per la Prevenzione
della Tortura del Consiglio d'Europa affinché siano adottate le misure
opportune nei confronti della repubblica turca per rendere possibile ai
difensori, ai familiari e ai medici di fiducia del detenuto di poter
tempestivamente accertare le sue condizioni di salute.
Pisapia, Saraceni e Salerni chiedono anche un intervento urgente delle
Autorità italiane in considerazione del fatto che ad Ocalan è stato
concesso, nel nostro Paese, l'asilo politico. L'Italia ha quindi il dovere
politico e giuridico di fare tutto quanto necessario, a livello
diplomatico, per salvaguardare la vita  e la salute del leader kurdo.
Ocalan, dopo l'illegittimo rapimento avvenuto in Kenya, è da molti anni
rinchiuso in totale isolamento nell'isola di Imrali e in una condizione in
cui non è concesso, neppure ai suoi familiari e ai suoi difensori, di
recarsi in carcere per verificare le sue condizioni di salute e di
detenzione.
E' ora che si pervenga ad un radicale miglioramento delle condizioni di
detenzione di Ocalan, che appaiono in contrasto con gli standard previsti
dalle convenzioni internazionali, e che vengano poste in essere tutte le
misure per tutelare la sua incolumità. I difensori italiani del leader
kurdo chiedono pertanto al Comitato per la prevenzione della tortura un
intervento immediato per accertare la situazione di salute di Ocalan,
nonchè il trattamento che subisce in carcere.
Se si tiene conto che, da tempo, quando ancora era in Italia, Ocalan ha
fatto una scelta di pace e richiede esclusivamente la fine delle
discriminazioni e delle violenze nei confronti del popolo kurdo in Turchia,
ben si comprende che la sua morte, o il peggioramento delle sue condizioni
di salute - di cui sarebbero responsabili i suoi carcerieri- rischierebbe
di porre fine a quella speranza di pace che l'Unione Europea e tutti i
democratici auspicano. Soprattutto dopo la decisione della Corte Europea
dei Diritti dell'uomo che ha condannato il governo Turco proprio  per  la
violazione, avvenuta nel corso del processo, di vari articoli della
Convenzione Europea dei Diritti dell'uomo, prevedendo che nei confronti del
leader kurdo si svolga un nuovo processo nel quale sia garantito il diritto
di difesa e un giudice imparziale.