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Del Mondo Kurdo N. 1
- Subject: Del Mondo Kurdo N. 1
- From: "Ufficio d'Informazione del Kurdistan in Italia" <uiki.onlus at fastwebnet.it>
- Date: Thu, 2 Feb 2006 16:53:58 +0100
Del Mondo Kurdo Anno 6 - numero 1 a cura dell'Ufficio d'Informazione del Kurdistan in Italia <http://www.kurdistan.it>www.kurdistan.it (italiano), <http://www.kurdishinfo.com>www.kurdishinfo.com (multilingue) INDICE · Baydemir: 'Continuerò a utilizzare la lingua kurda' 'Disobbedienza al governatore': inchiesta su Songul Erol Abdil Nel traffico di eroina la mafia turca fa la parte del leone Il JITEM ancora in azione, stavolta a Us¸ak "Una riforma del sistema giudiziario è d'essenziale importanza" I ribelli kurdi liberano, dopo tre mesi, un poliziotto turco La Siria si appresta a concedere la cittadinanza a 300000 Kurdi La Turchia incrimina due ex parlamentari kurdi per aver elogiato Ocalan "La politica sul Kurdistan: Un problema Europeo" (Volantino) Baydemir: 'Continuerò a utilizzare la lingua kurda'31.01.2006 Bianet.org Il sindaco di Diyarbakir, Osman Baydemir, riguardo al quale è stata avviata un'inchiesta per via di una lettera da lui inviata al Primo Ministro danese, ha detto: "Occorre esporre le divergenze di vedute in maniera democratica, continuerò a utilizzare la lingua kurda". Nella lettera indirizzata al Premier danese Anders Fogh Rasmussen Baydemir dichiarava che "ROJ TV non deve essere chiusa"; egli sostiene di aver scritto tale lettera con elevato senso di responsabilità. Baydemir ha dichiarato che una richiesta d'indagine è stata inviata all'Ufficio del Procuratore, aggiungendo che a suo avviso la lettera non contiene alcunché d'incriminante e, al contrario, è un esempio di contributo allo sviluppo di una cultura democratica. Baydemir, nel rispondere alle domande dei giornalisti, ha sottolineato che in ogni democrazia moderna occorre gettare le basi affinché tutti siano in grado di esprimersi. Ha aggiunto. 2Se si chiudono i canali che consentono di esprimere punti di vista differenti in maniera democratica, si gettano le basi per il diffondersi della cultura della violenza". Baydemir ha anche parlato del suo messaggio per il nuovo anno, che ha scritto in kurdo e riguardo al quale è stata avviata un'inchiesta. Ha detto di aver utilizzato un diritto che è conferito dal Parlamento a tutti i cittadini. Ha aggiunto: "Qualunque sia l'esito dell'inchiesta, continuerò a utilizzare la lingua kurda. Mi sto anche dando da fare per prepararmi un biglietto da visita con formule in inglese, turco e kurdo. È necessario che le persone non si sgomentino allorché fruiscono di un loro diritto". 'Disobbedienza al governatore': inchiesta su Songul Erol Abdil TUNCELI (DIHA) - 26 gennaio 2006 Un'inchiesta è stata aperta nei confronti del sindaco di Tunceli (Dersim), carica ricoperta dalla signora Songul Erol Abdil: motivo dell'inchiesta è che "non si è conformata all'ordine proveniente dal governatore" e ha comunque portato a compimento la realizzazione del 6° Festival Culturale del Munzur, nell'estate 2005. Il Festival si è svolto anche se il governatore della provincia non aveva dato il permesso, adducendo "ragioni di sicurezza". Pertanto è stata aperta un'inchiesta riguardante la signora Abdil, per "disobbedienza all'ordine del governatore" e per aver pronunciato la frase "Terremo il Festival", che è stata anche riportata da un sito web. Nella fase preliminare dell'inchiesta si trarrà spunto da tale dichiarazione del sindaco per ricercare se vi siano elementi di colpevolezza. Rispondendo alla DIHA, la signora Abdil ha dichiarato che l'inchiesta risulta impossibile da comprendere, dal momento che non si è affatto svolto un festival, ma si sono soltanto realizzate una serie di iniziative in uno spazio aperto che era destinato allo svolgimento del Festival. La partecipazione popolare a tali iniziative è stata entusiasta, il che dimostra che le preoccupazioni per la sicurezza erano infondate; la signora Abdil ha altresì aggiunto: "Il nostro Festival è stato vietato per motivi di sicurezza. La partecipazione entusiasta a una serie di iniziative ha tuttavia dimostrato che non sussisteva alcun problema riguardo alla sicurezza. Speriamo pertanto che i futuri festival non siano vietati per simili ragioni". La signora Abdil ha comunque affermato di non aver rilasciato l'estate scorsa alcuna dichiarazione riguardo al Festival. Nel traffico di eroina la mafia turca fa la parte del leone Yeni Ãzgür Politika, 01/02/06 - Strasburgo Dal rapporto annuale del Consiglio d'Europa sul traffico di stupefacenti emerge che gran parte del traffico d'eroina in Europa è nelle mani della mafia turca. Nel rapporto, che ha cadenza annuale ed è stato diffuso ieri alla stampa a Strasburgo, si evidenzia che i turchi gestiscono gran parte del traffico. Secondo il rapporto organizzazioni criminose turche controllano soprattutto il traffico diretto verso Olanda, Germania e Gran Bretagna; esso attesta anche che i principali Paesi consumatori di eroina sono Russia e Lettonia. In Germania il traffico è nelle mani della mafia turca; in Gran Bretagna essa fa giungere la droga attraverso l'Olanda. In Olanda l'11% delle persone formalmente accusate di traffico di sostanze stupefacenti è di provenienza turca. Il rapporto attesta anche che la mafia turca coopera con quella albanese: la droga è dapprima trasportata sui camion in Albania e poi da lì viene trasportata in Italia e in Grecia. Nell'UE i consumatori di sostanze stupefacenti ammontano a 2 milioni e la loro età è compresa tra 15 e 64 anni. Già nel rapporto del 2003 era attestato che l'eroina sequestrata in Europa (il 34% del totale) ammontava a 18019 chilogrammi, con l'ulteriore precisazione che 4705 chilogrammi erano stati sequestrati nel corso di operazioni in Turchia. [Š] Il JITEM ancora in azione, stavolta a Us¸ak DIHA, 30 gennaio 2006 - Adana Abdulaziz Yilmaz e Ãmer Kasik erano partiti il 27 gennaio da Adana con un mezzo di trasporto privato ed erano diretti ad Izmir. Sono stati forzatamente prelevati da personale appartenene al JITEM. La sorella di Abdulaziz, Sultan Yilma, si è poi recata alla sezione di Adana dell'IHD e lì ha dichiarato che Ãmer Kasik, rapito dal JITEM assieme al fratello, è riuscito a fuggire, mentre di Abdulaziz Yilmaz non si riesce più ad avere notizie. Sultan Yilmaz ha riferito di essere preoccupata per la vita del fratello. I due intendevano incontrare un loro amico a Izmir, ma sono stati bloccati a Us¸ak e prelevati sotto la minaccia delle armi da uomini qualificatisi come appartenenti al JITEM. Sono stati poi portati in un orto. Da Ãmer Kasik, che si trova ora a Izmir, Sultan Yilmaz è riuscita a sapere che al momento del prelevamento sono stati tolti ai due giovani i loro oggetti personali (scarpe, orologi,Š) e messi in una busta che poi i membri del JITEM hanno gettato via. E' evidente che gli uomini del JITEM hanno fermato i due per ucciderli, hanno però ricevuto una chiamata telefonica e in quel momento i due due giovani hanno approfittato per darsi alla fuga in due direzioni diverse; si erano anche detti reciprocamente che avrebbero provveduto ad avvisare le rispettive famiglie della loro situazione appena possibile. La mancanza di notizie precise su Abdulaziz Yilmaz induce pertanto a pensare con preoccupazione che sia stato ucciso. "Una riforma del sistema giudiziario è d'essenziale importanza"Turkish Daily News,27/01/06-Ankara TUSIAD, Associazione degli Industriali Turchi, tramite il suo presidente Sabanci ha reso noto il suo punto di vista: il sistema giudiziario turco necessità di una riforma immediata e il più possibile completa, a detta di TUSIAD, se priva si applicazione pratica, l'armonizzazione delle leggi turche con quelle dell'UE risulterebbe improduttiva. Sabanci ha parlato in occasione della 36esima Conferenza Generale di TUSIAD, e ha detto che il fallimento nell'attuare riforme finora ha causato molti problemi nella vita di tutti i giorni. In particolare Sabanci si è riferito al fatto che i tribunali tuttora prendono decisioni come se le leggi non fossero state modificate, e in particolare per le norme relative alla libertà d'espressione e ai diritti culturali ciò è fonte di problemi. Sabanci ha in particolare suggerito di mutare la struttura dello HYSK, Comitato dei Giudici e dei Procuratori, affinché vi sia una minore influenza politica su tale istituzione. I ribelli kurdi liberano, dopo tre mesi, un poliziotto turco Associated Press, ANKARA, 28/01/06 Ieri, in un loro accampamento situato in Iraq settentrionale, i ribelli curdi hanno provveduto al rilascio di un poliziotto turco. Si tratta del 30enne, Hakan Acil, che è stato tenuto in custodia dai ribelli per tre mesi. Kiraz Bicici, funzionario dell'IHD, ha reso noto che Acil è stato liberato nei pressi di Zakho, in buone condizioni di salute. I guerriglieri curdi presero Acil il 9 ottobre. Avevano installato un posto di blocco stradale nei pressi di Midyat e fermarono l'automobile su cui Acil viaggiava. Le truppe turche per mesi hanno cercato Acil. La Siria si appresta a concedere la cittadinanza a 300000 Kurdi Medya Line, 29/01/06 La Siria progetta di concedere la cittadinanza a 300000 kurdi che vivono sul suo territorio. Lo ha rivelato al giornale Al-Sharq Al-Awsat, che ha sede a Londra, un rappresentante kurdo, Shakib Hajou. Hajou appartiene alla tribù Haderkan del distretto Al-Hasakah; ha reso noto che una delegazione di 43 persone, della quale facevano parte rappresentanti di tutte le tribù kurde presenti in Siria, ha incontrato di recente Muhammad Bakhtian, funzionario del partito Baath siriano, nonché altri due esponenti politici di Damasco. Nell'occasione si è discusso sulla concessione della cittadinanza ai kurdi alla prima e più rapida occasione possibile. Bakhtian ha dichiarato che un'ordinanza verrà emanata entro il mese prossimo, riguardante la concessione della cittadinanza a circa 300000 kurdi. Lo ha detto Hajou, aggiungendo che non è ancora chiaro se l'applicazione dell'ordinanza avverrà in unica soluzione o gradualmente. L'idea della cittadinanza emerse, da parte del governo siriano, lo scorso anno, nell'ambito di un piano complessivo volto allo sviluppo della regione siriana ai confini con la Turchia. Un gesto simile da parte di Damasco verso i Kurdi placherebbe la Comunità Internazionale, che spesso ha criticato la Siria per il trattamento da essa riservato ai kurdi. [Š] I kurdi, gruppo etnico non arabo, annoverano secondo taluni quasi 40 milioni di persone e abitano una regione montuosa che si estende nell'Iran nordoccidentale, nell'Irak nordorientale, nella Turchia orientale, nella Siria nordorientale; e vi è anche una piccola comunità in Armenia. I kurdi siriani, poco meno di un milione, costituiscono circa il 9% della popolazione nazionale. Quelli presenti in Siria fin dalla costituzione dello stato siriano sono cittadini a pieno titolo; gli altri kurdi, giunti in Siria nel corso degli anni, si sono visti finora negare la cittadinanza siriana e pertanto non hanno goduto del diritto di voto, né della possibilità di registrare beni di proprietà e di ottenere documenti di viaggio. [Š] Nel 2004 vi fu una rivolta nella città siriana di Qamishlo da parte dei kurdi, che poi si estese nel Paese. Le forze di sicurezza siriane uccisero dozzine di persone. La Turchia incrimina due ex parlamentari kurdi per aver elogiato Ocalan Ankara, 26/01/06- (AFP/DIHA) La procura di Ankara ha formulato accuse nei confronti di due kurdi, ex membri del Parlamento turco, accusandoli di aver lodato il leader kurdo Abdullah Ocalan, attualmente imprigionato. Lo ha riferito l'agenzia di stampa ANATOLIA. I due ex parlamentari, del partito DEP poi messo al bando, Selim Sadak e Hatip Dicle, potrebbero essere condannati a una pena fino a due anni di carcerazione e imprigionati. Ciò è dovuto a un'intervista che concessero in settembre alla rete televisiva kurda Roj TV, la cui sede è in Danimarca. ANATOLIA ha riferito che Dicle e Sadak erano stati accusati di aver fatto riferimento all'isolamento carcerario di Ocalan e di aver asserito che si tratta di un fatto inaccettabile per la popolazione kurda della Turchia. Sadak e Dicle hanno già trascorso 10 anni in carcere assieme a Orhan Dogan e Leyla Zana, in quanto accusati di aver favorito il PKK, partito di Ocalan considerato fuorilegge. Furono liberati in giugno 2004, ma per quelle accuse attendono di essere riprocessati per la terza volta. Il governo turco accusa altresì l'emittente ROJ TV di dar voce al PKK. Dicle e Sadak sono tra i fondatori del nuovo Partito della Società Democratica (DTP) e la procura ha chiesto che siano condannati a due anni di prigione per l'intervista concessa a ROJ-TV. Nell'atto d'accusa il procuratore di Ankara, Hamza Ucar, fa riferimento all'intervista trasmessa il 19 settembre 2005 da ROJ TV e dichiara che, se la si considera nel suo complesso, ne emerge che in essa Dicle e Sadak elogiano "il colpevole Ocalan"; il procuratore accusa Dicle e Sadak di aver commesso il crimine congiuntamente e ne richiede la condanna in base all'articolo 215 del Codice Penale Turco.
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