Tamata e l'Alleanza= Tentare



Sono un'ammalata d'asma. Periodica respirazione difficile, fame d'aria, una tosse a tratti persistente ossessiva che ti scuote dalla testa ai piedi e poi rimani spossata a rantolare. E quando sto bene riprendo a fumare, a correre, a vedere tutto possibile.Scrivo questo oggi che sono ammalata perchè l'effetto dopostress è già arrivato, sono in fase stanchezza ma il cervello se pure poco ossigenato, continua a funzionare. E allora, giustificando le mie assenze e silenzi, riprendo la comunicazione. Stavo anch'io a a Roma il 14 gennaio, non potendo troppo allontanarmi, e ci stavo con le persone a cui voglio più bene: non è successo niente d'eccessivo nei fatti e nelle intenzioni. Tutto previsto, tranne un sole globale, c'erano i gay e gli etero, le lesbiche e i nessuno che voglia dichiararsi, c'era chi sperava in un po' di visibilità, c'era chi rubava, a me il portafoglio mai più ritrovato. Poi c'era Milano in diretta con noi, c'erano donne e uomini, malati d'amore e di diritto, malati di dovere nel riconoscere l'altro, come confronto e dialogo, senza fine. Insomma c'eravamo e in tante, in tanti: un risultato curato e forte per un pezzo di società che viene considerato preoccupante e malato. Leggo che una donna è al governo del Cile: si enfatizza da sinistra quest'affermazione...il momento sembra propizio...Leggo dei suicidi nelle carceri italiane, leggo dei migranti di ogni paese aggirarsi come braccati, leggo delle ennesime proteste dei metalmeccanici, una categoria che appare agli italiani come solo "rivendicare il contratto", leggo delle violenze fatte alla terra che ci accoglie.Gli oppressi, perchè tali sono, si fermano, bloccano proprio come le donne, come quelli che pregano, come quelli che credono, che magari osano credere nella parola che scorre ma rimane lì, nella fissità galleggiante del segno linguistico e allora sgorga dalla memoria come una rivelazione: TAMATA- TENTARE. E' una parola polinesiana, che Moitessier usò come titolo per il suo libro, quel "Tamata e L'Alleanza", che è oggi divenuto il suo testamento spirituale, Tamata è anche il nome della sua barca che aveva per albero un palo del telegrafo.Questo delirante e realista, come nessuno mai, navigatore, oggi non c'è più, ma rimane il dono della sua parola. Bene io questa parola "tamata", l'ho fatta mia: vorrei che fosse nostra. Sempre Bernard Moitessier spiegò l'Alleanza degli uomini macachi, solidali e in pace, che devono muovere, rimuovere un grande enorme tronco. Bisogna "tentare": farlo rotolare. In un'intervista, Bernard Moitessier ebbe a dire:" No, non rischio più di spingermi troppo o non abbastanza lontano: perchè prima il sogno è andato fino in cima al sogno... e poi ha oltrepassato il sogno. E ora si deve tentare". Credo che dovremmo riappropriarci della sfida, intesa non come competizione, ma come osare il sogno, le strade che non sono mai state praticate, quelle che piacciono ai bambini e agli anziani, lunghe e ombrose, piene di anfratti dove nascondersi per gioco o nascondere l'affanno, dove fermarsi a ragionare o mangiare avidamente per poi riprendere il cammino, dove tutti sanno che è vietato scoraggiarsi, che è giusto tentare, tentare, tentare.
 Doriana Goracci