Borghezio



Muhlbauer: "La provocazione di Borghezio"
19 dicembre 2005
L' europarlamentare della Lega Nord Mario Borghezio ha detto di essere
stato aggredito sul treno Torino-Milano, sabato 17, ''da un gruppo di no
global di ritorno dalla manifestazione No Tav''.
L' episodio denunciato da Borghezio è avvenuto poco dopo la partenza del
treno dalla stazione di Torino Porta Susa. "Sul convoglio" scrivevano le
agenzie di sabato "sono salite decine di giovani dei centri sociali, al
rientro a Milano e in altre città del nord dopo la partecipazione al corteo
contro la Torino-Lione. Sullo stesso convoglio è salito anche l'
europarlamentare, a dispetto del consiglio che gli avevano dato i
carabinieri".
Ecco la testimonianza di Luciano Muhlbauer, consigliere regionale del Prc
in Lombardia, che era sullo stesso treno di Borghezio: "Evidentemente a
qualcuno non è andato giù che la grande manifestazione no-Tav abbia
smentito sonoramente tutti gli interessati allarmismi. E allora bisognava
inventarsi qualcosa per riaccreditare il teorema delle infiltrazioni dei
violenti, autonomi e anarcoinsurrezionalisti. Ci ha pensato l'immancabile
Borghezio, esponente dell'ala più estremista e xenofoba della Lega Nord.
Circa 500 manifestanti di Milano e di diverse città del nord-est hanno
preso il treno delle 19 a Torino, stazione di Porta Susa, diretti a Milano.
Ai manifestanti erano riservate cinque carrozze, che infatti erano vuote,
salvo l'incredibile presenza di Borghezio e due suoi accompagnatori, una
donna e un uomo. Qualcuno lo ha riconosciuto, si è sparsa rapidamente la
voce e dalle carrozze adiacenti sono accorse decine di persone. Si è creata
immediatamente una grande calca nei corridoi. Dopo pochi minuti sono giunto
sul posto e insieme ad altri manifestanti milanesi di Rifondazione e dei
centri sociali abbiamo creato un cordone attorno Borghezio e ai suoi due
accompagnatori. Borghezio aveva qualche traccia di sangue sul viso, mentre
i suoi due accompagnatori apparivano illesi. Ho consigliato loro di
scendere dal treno a Chivasso e l'accompagnatrice si è dichiarata
d'accordo. Quindi, giunti a Chivasso, attorno alle 19.20, abbiamo fatto
scendere lui e i due accompagnatori. Ad attenderli vi erano degli agenti
dell'arma dei Carabinieri che lo hanno preso in consegna. Arrivati a
Milano, uno schieramento di polizia in tenuta antisommossa ha preteso di
identificare tutto il treno, su ordine diretto del ministro Pisanu. Non
qualcuno e nemmeno i soli manifestanti, ma semplicemente tutto il treno!
Ovviamente questo non era possibile e dopo una breve trattativa - presenti
oltre il sottoscritto, anche il consigliere comunale Farina, il segretario
provinciale di Rifondazione, Rocchi, e l'onorevole Pisapia - i manifestanti
e i passeggeri hanno potuto lasciare la stazione oppure salire sui treni
che li portavano a casa. Questa la cronaca. Oggi abbiamo saputo che i due
accompagnatori di Borghezio erano agenti di polizia e che dei manifestanti
sono stati identificati a Padova, come responsabili dell'accaduto. A questo
punto si impongono però due osservazioni: primo, è inquietante che le forze
dell'ordine abbiano deciso di assecondare la palese provocazione di
Borghezio, mettendogli persino a disposizione due agenti. Chi ha preso
quella decisione? Secondo, i manifestanti padovani non c'entrano proprio
nulla, visto che si trovavano due o tre carrozze più avanti rispetto al
luogo dei fatti".

L'autoritarismo ha bisogno
di obbedienza,
la democrazia di
DISOBBEDIENZA