Buon anno! pensieri per il 2006




Pensieri per il 2006

Rileggere papa Giovanni XXIII e Jalal al-Din Rumi: un messaggio di speranza per il nuovo anno


Provo sempre molto pudore nel parlare di Dio e di religione. Non mi piace né chi ostenta la fede né chi ostenta l’ateismo (può essere il peggiore dei fanatismi). Non appartengo alla generazione di papa Giovanni XXIII, ma la sua figura esercita su di me un fascino misterioso. Era lunedì 11 ottobre 1962 quando Papa Giovanni, affacciato su una Piazza San Pietro gremita disse queste parole: “Cari figlioli, sento le vostre voci. La mia è una voce sola, ma riassume la voce del mondo intero: qui tutto il mondo è rappresentato. Si direbbe che persino la luna si é affrettata stasera, guardate là in alto, a guardare questo spettacolo. Gloria a Dio e pace agli uomini di buona volontà. Tornando a casa, troverete i bambini, date una carezza ai vostri bambini e dite: questa é la carezza del Papa; troverete qualche lacrima da asciugare dite una parola buona e il Papa é con noi nell'ora della tristezza e dell'amarezza.

Parole semplici e meravigliose. “Il Papa è con noi nell’ora della tristezza e dell’amarezza”. E quel “dite una parola buona”, quasi sussurrato, in modo delicato ma convinto. Simile alle parole usate il 25 gennaio 1959 per annunciare il Concilio Vaticano Secondo: “Tremando un poco di commozione, ma insieme con umile risolutezza”.

A proposito del suo Vangelo Secondo Matteo Pier Paolo Pasolini disse. “Io non credo che Cristo sia figlio di Dio, perché non sono credente, almeno nella coscienza. Ma credo che Cristo sia divino: credo cioè che in lui l'umanità sia così alta, rigorosa, ideale da andare al di là dei comuni termini dell'umanità. Per questo dico 'poesia': strumento irrazionale per esprimere questo mio sentimento irrazionale per Cristo.

Ecco, nella parole, nelle opere e persino nella voce di Giovanni XXIII c’è un’umanità che “va oltre”. Oltre l’appartenenza religiosa e persino oltre la fede. E oltre il tempo che passa. Ho trovato un’altra citazione di papa Giovanni: “Il mondo cammina, bisogna prenderlo per il suo verso con spirito sempre giovane e confidente, non sprecando tempo a far confronti. Io preferisco tenermi al passo con chi cammina che lasciarmi sorpassare....

Quanti italiani conoscono Jalal ud- Din Rumi? È uno dei massimi poeti sufi. Nato in Persia nel 1207, lasciò la sua terra natale per sfuggire all’avanzata dei mongoli e si stabilì a Konya, nell’attuale Turchia, dove morì nel 1273. I suoi seguaci fondarono la setta dei dervisci danzanti. Cosa c’entra Rumi con Papa Giovanni XXIII? Sentite questi versi:

Ci sono mille modi di inginocchiarsi e di baciare la terra. Di là delle idee, di là da ciò che è giusto e ingiusto, c’è un luogo. Incontriamoci là.

Vogliamo esprimere con le parole di Rumi i nostri migliori auguri per il nuovo anno. Che il 2006 sia pieno di fiducia. Innanzitutto in noi stessi. Come diceva lo stesso Rumi, “L’uomo supera infinitamente l’uomo”.

Antonello Sacchetti
31/12/2005