[paxchristi_news] PAX CHRISTI NEWS _ periodico telematico di informazione del movimento _ Numero_44




PAX CHRISTI NEWS _ periodico telematico di informazione del movimento _
Numero_44

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Vuoi che andiamo a strappare la zizzania?


venerdì 23 dicembre 2005

Corrono giorni, quelli di questa modernità postcristiana che trova casa
dentro e fuori la chiesa, in cui sembra che nessuno di noi possa sottrarsi
alla impellente necessità di dividere il mondo, di dividere l'umanità in
buoni e cattivi, in bene e male.  E' il virus terribile della paura che
giustifica ogni gesto e ogni violenza, ogni limitazione della libertà e
della corresponsabilità in nome della sicurezza e del controllo. E' il
virus terribile di chi confonde clonazione e generazione, di chi non
contempla l'incontro con l'altro per dare vita. E' il virus terribile che
genera sospetto, che genera diffidenza, che genera divisione. E' il virus
terribile che genera i nemici, che genera gli avversari, che genera le
ragioni e i dogmi che calpestano l'umano e che calpestano Dio stesso, quel
Dio che si è fatto uomo e ha condiviso con noi la costruzione di un mondo
nuovo e di una terra nuova.

Corrono giorni, quelli del Natale, in cui più che la dolcezza e l'intimità
del bambino nella culla, celebriamo la travolgente verità di un Dio che si
riveste di carne e soffre, gioisce, ama, condivide le sconfitte, sogna
approdi nuovi; di un Dio che si trova subito braccato da re e gerarchi, da
dottori della legge e sacerdoti del tempo, preoccupati e spiazzati della
sua ingenua trasparenza;  di un Dio che camminando sulle strade del
quotidiano sente e condivide l'intimità più profonda delle donne e uomini
incontrati, che si sentono giudicati più che amati,  e vuole farsi voce
delle loro domande: perché io, con il mio amore e il mio matrimonio difeso
in  tutti i modi ma fallito, sono posto fuori? Ho cercato verità e la
verità non mi ha liberato, mi ha condannato? Perché preferite e date
appoggio alle facciate e non vi meravigliate più della bellezza di chi non
si accontenta ma cerca, cerca, cerca? Perché la mia diversità mi relega?
Perché la mia omosessualità è scandalo? Perché il mio essere donna chiude
troppe strade, nonostante sorrisi e ammiccamenti? Perché la mia
appartenenza religiosa diversa mi allontana dal vostro cammino; io volevo
solo vivere con voi il pellegrinaggio verso l'umanità, verso Dio?  Perché,
perché, perché Š

Corrono giorni in cui in nome della pace si giustificano gli eserciti, in
nome della libertà si limitano le libertà, in nome della lotta al
terrorismo si ritorna a giustificare la guerra (non giusta ma
giustificabile), in nome della speranza si comprano i sogni dei popoli, in
nome del dialogo ci si arrocca sulle verità, in nome dell'identità si
sospetta della diversità, in nome della sicurezza si militarizza il
territorio e ci si riarma, in nome della difesa si ridicolizza la
nonviolenza. Corrono tempi così fatti, in cui la fatica di ammettere alcune
responsabilità ci mette l'uno contro l'altro. Tempi in cui un comunicato
stampa sulla Marcia della Pace di fine anno a Trento dal Titolo
"Precisazioni in merito ad alcune dichiarazioni riportate dai media" dice
che qualcuno "alimenta ad arte alcune polemiche prive di fondamento",
genera equivoci per un  "modo improprio di procedere", perché si è ritenuto
di "avere la responsabilità dell'iniziativa", e che sono "fuori luogo ogni
altra interpretazione e ulteriori affermazioni che volessero accreditare
inesistenti prevaricazioni". Non continuo, ma devo dire che ho trovato il
linguaggio duro, distaccato, quasi intimidatorio e, scusate, lontano da
quello che è accaduto. Mi dispiace, io sento la corresponsabilità di questa
iniziativa, fin dall'inizio ho partecipati agli incontri organizzativi,
così come tutti coloro che a diverso titolo, come appartenenti a Pax
Christi o ad alcune realtà locali di Trento, Bolzano e Rovereto, hanno
collaborato alla sua realizzazione. Pensavo che questo dovesse essere
motivo di gioia, come lo è stato per me: finalmente qualcuno che si prende
a carico le situazioni, che si appassiona, ci soffre, ci mette del suo.
Forse non ci si è capiti, forse la paura di essere attaccati ha prevalso
sulla meraviglia,  forse quella cultura del sospetto che inizialmente
citavo ci ha travolto, anche come chiesa.
Bene, che fare?  Io una proposta l'avrei. Visto che il pesante comunicato
stampa è stato emesso dalla sala stampa della CEI, credo sia giunto il
tempo dei volti  e dei nomi (una bella metodologia nonviolenta), non dei
comunicati o dei messaggi a distanza, che non ci aiutano più a chiarire. I
giorni precedenti la marcia della pace come movimento (Pax Christi) a
Trento viviamo un convegno dal Titolo "Infaticabili provocatori di
nonviolenza, il nesso fra le "grandi" e le "piccole" scelte", invitiamo
mons Giuseppe Betori a stare con noi e aprire un dialogo sereno, sincero e
fruttuoso sul tema dei metodi e contenuti della  corresponsabilità nella
Chiesa. Sarà un modo per celebrare insieme,  proprio a Trento, la grandezza
del Concilio Vaticano II. Sarà anche l'inizio di un contributo che come
movimento di pace vogliamo offrire al prossimo Convegno Ecclesiale di
Verona. Incontrarci vorrà dire anche prepararci a camminare insieme la
notte dell'ultimo dell'anno e gustare affaticati ma gioiosi dell'alba della
pace, invocata nella preghiera. Ecco perché speriamo che non manchiate: in
fondo la Marcia proposta da Pax Christi è stata fatta propria e promossa
dalla Chiesa italiana, dalla Caritas e dalla Diocesi di Trento. Insieme
sulle vie della verità e della pace, volto a volto, mano a mano, passo a
passo. C'è bisogno di questo, nient'altro che di questo. E sulla strada non
c'è passo insignificante, non c'è passo più importante, c'è solo un "popolo
in cammino", l'augurio del Concilio Vaticano II.
Una parola poi per Antonio Papisca e Arturo Paoli, amici e competenti
costruttori di pace, costantemente capaci di coniugare la forza del diritto
internazionale e umanitario e del vangelo della giustizia e della
condivisione, e sempre disponibili a un fecondo confronto e a una proficua
collaborazione. Li ho sempre considerati maestri e oggi ancora di più.
Grazie Antonio, grazie Arturo. Spero di incontrare anche voi alla marcia.
Ancora una volta ribadisco il problema non sono le persone chiamate, e come
potremmo permetterlo, ma il metodo, che, onestamente devo dire, in questo
caso non ha funzionato.

Io sono figlio di contadini, la terra è mia madre, e la terra mi ha
insegnato tanto in termini di fatica, di pazienza, di cura e di attesa.
Anche Gesù la cita spesso. Vi ricordate il passo "dell'uomo che aveva
seminato buon grano nel suo campo, ma il nemico di notte vi seminò la
zizzania".  C'è un campo che è questo mondo, l'uomo, la società, la chiesa
stessa, un campo di ombre e luci, di speranze e delusioni, di buon grano e
di cattiva zizzania. C'è un campo che è la nostra vita, la nostra storia,
la nostra realtà in cui si intrecciano le radici del bene e del male. I
servi del potere o del padrone, convinti di fargli un piacere corrono e si
rendono disponibili: "Vuoi che andiamo a strappare la zizzania? Ci pensiamo
noi!" Ma la risposta è altrettanto chiara e decisa: "No! Rischiate di
strappare via anche il grano buono." E' vero! chi coltiva la terra sa che
le radici si intrecciano e sa che la vittoria sulla zizzania potrebbe
essere la sconfitta di tutti.
Gesù, piccolo e indifeso "padrone" del mondo e profondo conoscitore
dell'intimità di ogni donna e di ogni uomo, ci invita a non fissare il
nostro sguardo sulle erbacce, ma a imparare da lui che vede, coglie e gusta
del grano di ogni campo. E attorno al tavolo della vita ci dice con
infinito amore: non agire con violenza, rischi di creare un deserto. Lo
puoi anche chiamare pace, ragione, verità, tradizione, legge, dogma,  Š ma
è solo un deserto, una messe di sconfitte.

Buon Natale ai cuori inquieti, alle menti contorte, alle vite spezzate, ai
sorrisi travolgenti,  ai silenzi pieni di meraviglia, alle urla
inquietanti, ai piccoli pieni di futuro e ai grandi pieni di paure. Buon
Natale a tutti coloro che in ogni angolo della terra, donne e uomini,
piccoli e grandi, potenti e deboli, sapienti e studenti, profeti e
scontati, credenti e non credenti, cristiani e non cristiani, si sentono e
si desiderano "amici del genere umano".
Tenero e giocoso Re del mondo, Signore della vita che chiedi solo di essere
accolto e abbracciato insegnaci che unicamente "la verità ci farà liberi".

don Fabio Corazzina  
coordinatore nazionale di Pax Christi

ÿ


"Credo che la lunga lettera di don Fabio esprima bene la gran fatica che
lui ha fatto in questi mesi per poter giungere ad una buona organizzazione
e ad un buon programma per la marcia e per il Convegno. Le mediazioni, alle
volte molto difficili, sono state molto faticose. Lo ringrazio per quanto
ci ha fatto condividere e accolgo tutti i suoi inviti e le sue riflessioni
che faccio anche miei. Pensavamo di essere giunti alla definizione del
programma della marcia per la pace, quando i Vescovi si sono riuniti ad
Assisi, per l'assemblea nazionale a metà Novembre. In quella sede il
Vescovo di Trento Mons. Bressan, il Vescovo presidente della Commissione
C.E.I.  Mons. Miglio, il Vescovo Mons. Montenegro presidente della Caritas
de io avevamo accolto il programma dei relatori presentato dal tavolo di
lavoro più volte riunitosi a Trento. Evidentemente non era così, visto le
tante polemiche che ci hanno accompagnato fino ad oggi.

Faccio mio l'invito di don Fabio a partecipare alla marcia, anche per
essere maggiormente i testimoni di una nonviolenza che ci appartiene e su
cui vogliamo sempre riflettere, cercando le vie per attuarla. Il mio
desiderio ed il mio augurio è che tutti possiamo donare la nostra vita,
nella Chiesa,per affermare questo ideale. Con questo proposito continueremo
a vivere e ad amare questa Chiesa,  questa dei nostri giorni e dei nostri
tempi, Don Milani insegna, senza alcuna riserva."

 Buon Natale a tutti.

+Tommaso Valentinetti
Presidente Pax Christi Italia



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