Tra gli organizzatori figurano:
Sabina Guzzanti, Marco
Travaglio, Antonio Ricci (autore di Striscia la notizia), Federico Orlando,
Giuseppe Giulietti, Sergio Lepri, Roberto Zaccaria, Vincenzo Vita, Enzo Carra,
Pietro Folena, Franco Giordano, Elettra Deiana, Mauro Bulgarelli, Luana
Zanella, Andrea Lulli, Michele Venturi, Giuseppe
Caldarola.
RAINEWS24 LA VERITA' SU FALLUJA
di
Arcangelo Ferri*
La preparazione dell'inchiesta di Rainews24 sull'uso
del fosforo bianco da parte dell'esercito Usa a Falluja (trasmessa l'8
novembre) è durata alcuni mesi.
La modalità di questa investigazione
giornalistica si è fondata soprattutto sulla ricerca di riscontri alle voci
che circolavano in Iraq - e fuori dall'Iraq, compresi gli Stati Uniti. Questa
è stata la stringente indicazione del direttore Morrione; nel rispetto di
questa regola da vecchio manuale giornalistico, hanno lavorato l'inviato
Sigfrido Ranucci e il curatore Maurizio Torrealta. Alle spalle e a sostegno,
l'impegno di tutta la redazione, tecnici e impiegati compresi.
Una volta
si diceva che il New York Times pubblicasse le notizie solo con un doppio
riscontro della veridicità delle stesse. L'inchiesta del canale all-news della
Rai si è articolata su testimonianze dirette (di veterani americani che hanno
combattuto a Falluja) e indirette, video e fotografie (e comparazione degli
stessi) documenti, pareri di esperti. Il complesso di questi sei elementi è
andato in una sola direzione: a Falluja è stato fatto un uso massiccio
dell'agente chimico fosforo bianco, in gergo militare «Willy Pete».
Toni
Fontana ha colto immediatamente il paradosso, nell'attacco del suo articolo di
inquadramento della nostra inchiesta sull'Unità: «nella guerra combattuta per
distuggere le armi di distruzione di massa di Saddam, l'esercito americano ha
fatto largo uso di agenti chimici che hanno provocato la morte di civili».
Vorrei comunque aggiungere che siamo stati la prima emittente a
trasmettere la smentita del Pentagono, pubblicandola anche sul nostro sito, e
gli unici, fino ad oggi, ad ospitare in diretta un confronto tra uno dei
marines intervistati nell'inchiesta e un portavoce del Pentagono, confronto
mandato in onda da un gruppo di emittenti americane.
Nei giorni successivi
alla trasmissione dell'inchiesta, siamo stati letteralmente assaliti da
richieste di interviste e di documentazione da parte di televisioni, radio,
quotidiani e periodici di tutto il mondo. Bbc, France 2, Al Jazeera, network
Usa, New York Times, Washington Post, El Pais, Le Figaro. Solo per citarne
alcuni. Grazie all'attenzione che è cresciuta nel mondo su questa vicenda,
l'11 novembre si è appreso dell'esistenza di una prova incontrovertibile a
sostegno dell'inchiesta: la pubblicazione, avvenuta già nel numero di aprile
2005 della rivista dell'artiglieria americana Field Artillery del rapporto di
due ufficiali e un sottufficiale statunitensi sulla battaglia di Falluja.
Tutti e tre i militari hanno combattuto lì, e hanno scritto tra l'altro ai
loro superiori: «... Abbiamo lanciato contro gli insorti attacchi "shake and
bake" (scuoti e cuoci) usando il fosforo bianco per stanarli ed esplosivi per
neutralizzarli».
In Italia, soltanto il Tg3 si è occupato dell'inchiesta
di Rainews24, anche attraverso una puntata di Primo Piano, ma uno dei maggiori
telegiornali ne ha dato notizia senza descriverne - neppure sommariamente - i
contenuti, offrendo invece agli ascoltatori la smentita integrale del
Pentagono nella quale (sic) si ammetteva di non aver visto il programma.
I
quotidiani nazionali che hanno dato il rilievo che noi riteniamo avrebbe
meritato un'inchiesta di questo tipo si contano sulle dita di una mano.
L'Unità primo tra questi, non deflettendo dalla linea di rappresentare fatti e
notizie scomodi per il potere.
Grazie allo spazio concesso da questo
giornale, due considerazioni, dopo i fatti.
La prima: forse saremo
smentiti dalle circostanze, ma sembra, dal punto di vista di Rainews24, di
rivivere su scala più grande quanto accadde nel 2001. Trasmettemmo
un'intervista tv inedita di Paolo Borsellino, nella quale il giudice faceva
considerazioni estremamente gravi sui rapporti tra mafia, finanza e politica,
e per molti mesi il sistema tv tacque silente (anche una grande agenzia di
stampa prima ci chiese il testo, poi non lo pubblicò) - finché ne parlarono
Marco Travaglio e Michele Santoro. Per inciso, Santoro ha dichiarato in
tribunale di ritenere che questo fu uno dei motivi alla base della sua
estromissione dalla Rai.
La seconda: forse più che concentrarci sulla
digitalizzazione dell'informazione e sui salti quantici di tutte le tecnologie
che velocizzano e migliorano la possibilità di trasmettere e ricevere
informazioni, dovremmo interrogarci su quanto e come sia ancora possibile in
questo Paese per i giornalisti, per gli inviati, lavorare alla ricerca della
verità, e perché su temi di questa rilevanza non si aprano grandi filoni di
dibattito, come sta accadendo all'estero.
Per concludere, un precedente
storico.
L'handling dell'uso del fosforo bianco (o degli agenti chimici di
sterminio) ha sempre provocato lo scatto della censura. Naturalmente il
riferimento non è all'uso che ne hanno fatto le dittature (quella mussoliniana
in Etiopia, quella nazista a Guernica, Varsavia, Coventry, Londra, Saddam
Hussein in Iraq).
In un documento del gruppo di censura della stampa del
«Supreme Headquarters Allied Expeditionary Force» (forze di occupazione
alleate in Europa nel 1945) si intimava al 21° gruppo di armate di: «far
cessare qualsiasi menzione delle bombe al fosforo bianco come armi dirette
contro le persone» (15.2.1945). Il riferimento implicito era al bombardamento
di Dresda. Un alto ufficiale dell'esercito Usa ha chiesto a Rainews24: «ma voi
che esperienza avete di fosforo bianco?». Per fortuna, nessuna. Ma non occorre
essere una gallina per accorgersi che un uovo è marcio.
*Caporedattore
di Rainews24 (da l'Unità - 13 novembre 2005)