le frontiere israeliane...



Inoltro due comunicati riguardanti italiani trattenuti o respinti all'aereoporto di Tel Aviv.
Nathan Never

Massimo Mele trattenuto a Tel Aviv

Rendiamo noto che questa mattina Massimo Mele, in missione in Palestina per>un progetto di cooperazione internazionale promosso da Queer for Peace,>Movimento Omosessuale Sardo e Arci provinciale, e' stato trattenuto
nell'aeroporto di Tel Aviv per piu' di 10 ore in stato di fermo. Al suo
arrivo, alle ore 3:00 del mattino di lunedi', dopo 14 ore di viaggio, e'
stato prima perquisito dalla security per circa due ore e, dopo tre ore di
attesa, e' stato interrogato dai responsabili del Ministero della difesa
israeliano per piu' di cinque ore. L'interrogatorio, cominciato in maniera
pacifica con la responsabile del ministero, e' continuato poi con altri due
responsabili del ministero in maniera piuttosto vivace e violenta, con
continue minacce, strattoni e urla, amplificate dalla stanchezza del
viaggio. Per i rappresentanti del Ministero era inconcepibile che si
potessero portare avanti progetti di cooperazione sulla sessualita' e
sull'Aids con "quegli animali dei palestinesi", per cui lo scopo della
missione doveva essere per forza il sostegno al terrorismo (!?)/ Per tutta
la durata del fermo e' stato impedito l'utilizzo del telefono e la
comunicazione all'ambasciata italiana di Tel Aviv e' stata fatta solo dopo
il rilascio. Alla fine, forse dopo essersi resi conto che usare le maniere
forti con un militante gay in missione di pace sarebbe stato un autogol,
Massimo Mele e' stato liberato. Nelle dieci ore di fermo oltre all'uso del
cellulare a Massimo e' stato impedito di bere o mangiare e, tranne che
nell'ultima ora, anche l'uso del bagno. "Sembrava che avessero a che fare
con un terrorista dopo un attentato sanguinoso e a nulla sono valse le mie
richieste di contattare il consolato italiano di Gerusalemme, con il quale
ero in contatto da tempo. Per loro non esistono palestinesi buoni, sono
tutti assassini. Sono rimasti interdetti solo per un momento quando ho detto loro, con un filo di voce: "credevo di stare in un paese democratico, ma qui mi sembra di essere nella Germania degli anni '30".
Ora che l'incidente e' chiuso, anche se al rientro probabilmente si ripetera', continua la missione per la definizione dei progetti di cooperazione sulla differenza sessuale e l'identita' di genere e sull'Aids. prossima tappa Ramallah.
mentre Massimo si trovava in stato di fermo, un'altra cooperante italiana
del CRIC e' stata fermata, interrogata per piu' di 8 ore e perquisita tre
volte. Alla fine e' stata rispedita indietro senza alcuna motivazione ufficiale.

Per info:
Ambasciata italiana Tel Aviv, numero di emergenza 00972544953862
Massimo Mele 00972542092978


GO BACK TO YOUR COUNTRY

COME ISRAELE ACCOGLIE I COOPERANTI IN PALESTINA

Il 14 novembre scorso Meri Calvelli, rappresentante paese per il
CRIC (Centro Regionale d’Intervento per la Cooperazione), stava
rientrando in Palestina dopo un breve periodo passato in Italia.
Al controllo passaporti all'aeroporto Ben Gurion Meri è stata
fermata dalla sicurezza israeliana ed è stata sottoposta ad un lungo
interrogatorio alle 3:00 del mattino, cui ne sono seguiti altri per
tutta la giornata, intervallati da lunghe attese, finché alle 15:00 si
è vista rifiutare l'ingresso in Israele.
Né il nostro il Consolato, né la nostra Ambasciata, intervenute in
aeroporto, hanno potuto comprendere le motivazioni della sicurezza israeliana o accedere ad alcuna informazione che potesse fermare o almeno chiarire l'assurda decisione.

Alle 5:00 del mattino del 15 novembre, dopo 26 ore passate
tra intimidazioni e minacce e dopo una notte rinchiusa in cella,
Meri è stata imbarcata su un aereo per l’Italia.
Meri, oltre ad essere rappresentante del CRIC, gestisce un progetto
di gestione e riciclo dei rifiuti solidi urbani nella Striscia di Gaza
cofinanziato dal Ministero degli Esteri italiano.
Il CRIC da oltre 15 è impegnato in progetti di sviluppo e umanitari sostenuti dal Ministero degli Esteri, dalla Commissione Europea,
dalle Nazioni Unite, da Regioni e Comuni italiani, ed in iniziative di
solidarietà a beneficio della popolazione palestinese dei territori occupati.

Moltissime sono state le persone che hanno contribuito alle
attività del CRIC, che si sono recate nei territori occupati in questi anni, dando il loro supporto professionale ed umano alla costruzione di un futuro sostenibile e degno per il popolo palestinese.

Il modo in cui Israele ha sempre trattato i cooperanti che lavorano
in Palestina è noto e inaccettabile.
Israele, impedendo ai cooperanti di svolgere il proprio lavoro,
rende inutili gli sforzi della società civile, dell'Italia edi tutti
gli altri Stati per la promozione dello sviluppo e della convivenza pacifica nella regione. Israele, ostacolando il lavoro delle organizzazioni umanitarie in Palestina, mostra ancora una volta netta opposizione ad ogni processo di pace!

Mentre il Presidente Ciampi dichiara che la sicurezza di Israele va
garantita, Israele nemmeno rispetta le richieste delle nostre rappresentanze diplomatiche.
Quale cooperazione italiana e internazionale in Palestina, se i
diritti di chi lavora nella cooperazione sono violati in questo modo?
Quando allo status da cooperanti in territori occupati verranno
conferite la dignità e la sicurezza che merita rispetto ai soprusi di Israele?

CRIC (Centro Regionale d Intervento per laCooperazione)
Reggio Calabria
Tel 0965-812345
Milano
02-36564364