Da Missione Oggi anticipazioni



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Ecco i pezzi dal numero di dicembre 2005 di Missione Oggi.Riprendete pure
liberamente.

razie e a presto
Cinzia Arivetti (per la redazione)



Il deja' vu'

ovvero Cina



editoriale

 “La Cina e’ un gigante che dorme. Il giorno in cui si sveglia, la terra
tremera...” aveva detto, circa due secoli fa, l’imperatore Napoleone. Non
trema ancora la terra, ma la Cina e’ sulla bocca di tutti e su tutti i
giornali. L’economia che cresce di piu’? La cinese. La responsabile della
disoccupazione del nostro Paese? La Cina! Il solo Paese al mondo che riceve
dall’estero un miliardo di dollari alla settimana sotto forma di
investimenti? La Cina.

Il “made in China” promette profitti a tutti, sia agli imprenditori
bresciani sia agli africani (cfr. dossier). Con un’economia in crescita
anche l’Africa preferisce gli ingegneri cinesi: costano di meno e non si
mescolano agli affari del Paese che li ospita.

La sua formula vincente? Fondare la sua economia sugli investimenti
stranieri e coinvolgere i governi nel suo sviluppo. Non c’e’ nessun
perdente, tutti ci guadagnano. Yasheng Huang del Massachusetts Institute of
Technology di Boston descrive cosi’ l’opzione cinese: “Contrariamente ai
suoi vicini, la Cina ha scommesso sull’investimento straniero piuttosto che
sviluppare le imprese nazionali, private o pubbliche. Le societa’ straniere
sono onnipresenti nell’economia cinese e ne controllano interi settori.”

Ben diverse sono le notizie dell’Impero di Mezzo riguardanti la famiglia.
Tradizionalmente questa era una struttura patriarcale basata sul bisogno,
offriva cibo, riparo, stato sociale e sopravvivenza. Dopo il 1949, era al
servizio della nazione e doveva servire lo Stato. Ma rimase sostanzialmente
la stessa. Due cose pero’ l’hanno cambiata: la politica del figlio unico e
la svolta di Deng Xiaoping con la liberalizzazione dell’economia nel 1979.

Per 15 anni la Cina ha vissuto il miracolo basato sulla combinazione del
lavoro a buon mercato, le fabbriche sulla costa orientale e una capacita’
nazionale per l’organizzazione e l’adattabilita’. Ora alcune decine di
milioni di cinesi possono comprare un’automobile e un appartamento in
citta’, avere un telefonino, viaggiare all’estero e... divorziare: i
divorzi sono triplicati negli ultimi vent’anni. In citta’, piu’ di meta’
delle famiglie sono di solo tre persone e si sposano tardi. Ora avere un
bambino e’ troppo costosoe lo vogliono “dragone”, con una personalita’ di
successo. Nelle citta’, ambedue i genitori lavorano mentre i nonni
custodiscono i nipoti. Ma si prevede che nel 2020 quasi il 35% degli
abitanti di Shangai, cioe’ cinque milioni, saranno anziani. A Pechino
invece quasi il 40% delle coppie di anziani vivono da sole. I single si
sono quintuplicati in solo dieci anni. Insomma, e’ un terreno che
conosciamo bene e allora tutti quei grafici con l’indicatore verso l’altro
non ci entusiasmano piu’ di tanto. Deja vu’!

Nella vecchia Europa, ne l’illuminismo ne la cultura cristiana sono stati
capaci di arginare la perdita dei valori della famiglia di fronte al
consumismo. Nell’Impero della Citta’ proibita il libretto rosso di Mao ha
fatto scomparire la miseria e la fame, ma e’ gia stato sepolto e
dimenticato. Rimangono ancora Confucio e Lao-tze con la loro millenaria
saggezza. Ma quale prezzo dovra’ pagare Confucio al dinosauro del mercato
neoliberista? Sapranno gli antenati, venerati con le tavolette collocate
nell’angolo migliore dalla casa ora sempre piu’ vuota, ricordare gli
insegnamenti di Lao-tze: “Io ho tre cose preziose che mi tengo ben strette
e custodisco: la prima e’ la misericordia, la seconda e’ la parsimonia, la
terza e’ il non ardire d’esser primo nel mondo”? (Tao Te Ching LXVII).