Iraq: commento di Amnesty sulla prima udienza del processo a Saddam Hussein



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COMUNICATO STAMPA
CS124-2005

IRAQ: COMMENTO DI AMNESTY INTERNATIONAL SULLA PRIMA UDIENZA DEL PROCESSO A
SADDAM HUSSEIN

Baghdad, 20 ottobre 2005 - La delegazione di Amnesty International
presente nella capitale irachena ha sollecitato maggiore attenzione per le
vittime delle violazioni dei diritti umani commesse sotto il governo di
Saddam Hussein, quando il 28 novembre riprendera' il processo nei suoi
confronti.

Wesley Gryk, l'esperto legale alla guida della delegazione di Amnesty
International presente all'udienza, ha apprezzato la decisione del giudice
di aggiornare il processo  di 40 giorni, per consentire alla difesa di
prepararsi sul caso e garantire che i testimoni siano in grado di
presentarsi senza timore in tribunale.

'Date le circostanze, l'aggiornamento del processo suona decisamente
appropriato' - ha dichiarato Gryk. 'Il rinvio consentira' alla difesa di
studiare la grande mole di documentazione che, per motivi inspiegabili, e'
stata messa a disposizione solo poco prima dell'inizio del processo. La
legittimita' del tribunale verra' giudicata dall'equita' delle sue
procedure, ad esempio dal modo in cui garantira' pieni diritti alla
difesa, tra cui quello a un accesso regolare e confidenziale agli
imputati. E' di fondamentale importanza che questo processo sia condotto
in modo corretto e sia visto dall'esterno come un processo corretto, dato
che costituira' il precedente per dare giustizia a molte delle vittime dei
crimini commessi sotto il dominio di Saddam Hussein e del partito Ba'ath.'

Alla ripresa del processo, sostengono gli osservatori di Amnesty
International, sara' necessario prestare maggiore attenzione alle vittime.

'Nell'udienza di apertura, le vittime e i loro familiari non hanno potuto
essere presenti in tribunale' - ha proseguito Gryk. 'Questo e' un problema
che va affrontato. Il tribunale deve garantire che almeno alcune di esse e
i loro rappresentanti siano in aula e intervengano nel processo e che lo
stesso sia consentito ai loro familiari, se lo vorranno. Garantire la
sicurezza in una circostanza cosi' unica e' importante, ma questo
obiettivo non puo' essere conseguito alle spese di coloro che, attraverso
la sofferenza personale, hanno conquistato il diritto di essere presenti
in un'aula di tribunale per ottenere giustizia'.

Amnesty International continua a definirsi preoccupata per la norma che
prevede che un'eventuale condanna a morte nei confronti di Saddam Hussein
e dei suoi co-imputati verrebbe eseguita entro 30 giorni dal respingimento
dell'appello.

'Si tratta di un'eventualita' preoccupante, che chiediamo al governo
iracheno di rivedere e annullare. Amnesty International si oppone alla
pena di morte in ogni caso, per ragioni di principio. Qui, oltretutto,
l'esecuzione di Saddam Hussein avrebbe l'effetto di negare giustizia a
molte vittime delle violazioni commesse sotto il suo governo'.

FINE DEL COMUNICATO
Baghdad, 20 ottobre 2005

Per ulteriori informazioni, approfondimenti e interviste:
Amnesty International Italia - Ufficio stampa
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