Cambiamo e salviamo l'Onu



Cari amici, vi inviamo l'intervento preparato da p.Angelo Cavagna in
occasione dell' Onu dei popoli svoltasi la settimana scorsa, ma
sfortunatamente il nostro presidente non ha avuto l'occasione di leggerla,
quindi vi preghiamo di diffonderlo il più possibile. Ringraziamo
anticipatamente.

Saluti di pace.

Dai volontari del GAVCI.





CAMBIAMO E SALVIAMO L'ONU

Ho partecipato a Perugia all'incontro con i giornalisti e, il giorno dopo,
con Romano Prodi.

Avevo chiesto di fare un piccolo intervento, ma gli iscritti erano già
tanti e non fu possibile. Scrivo quello che avrei voluto dire, nella
speranza che, in un modo o nell'altro, il foglio dattilografato possa
giungere ai destinatari. Quanto scrivo vale tanto per i giornalisti che per
i politici, salvo qualche particolare.

Anzitutto richiamo l'attenzione di tutti sullo studio di Antonio Papisca e
Marco Mascia contenuto nella cartella del convegno sulla riforma dell' ONU.

LA NONVIOLENZA NON E' PASSIVITA'

La prima cosa che volevo dire è la seguente: sia i giornalisti che i
politici, salvo una minoranza, sono chiusi mentalmente nel <sistema
militare>, per cui alla <difesa civile non armata e nonviolenta> non danno
alcun valore, non entra mai nelle loro vedute divulgative o programmi
politici, come se si trattasse di un atteggiamento passivo o di un sogno
utopistico.

Cito l'esempio della rivoluzione popolare nonviolenta delle Filippine
contro il dittatore Marcos. Mi pare che Benigno Aquino dapprima fosse
partito con la rivoluzione armata. Poi, imprigionato, abbia lanciato la
lotta nonviolenta. Mandato in esilio e poi richiamato, mentre scendeva
dall'aereo, venne ucciso. A capo della lotta nonviolenta si pose la moglie,
Cory Aquino. Ad un certo punto questa diede al popolo <dieci punti di lotta
nonviolenta>, fra i quali la indicazione di ritirare i soldi dalle banche
da lei nominate, nelle quali Marcos faceva i suoi interessi. L'articolista
de la Repubblica, ricordo bene anche se mi sfugge il nome, scrisse da
Manila un articolo ironicissimo, il cui sugo era condensato in queste
parole conclusive: "Così, con questi dieci punti di lotta nonviolenta, il
dittatore Marcos potrà dormire altri vent'anni di sonni tranquilli".

Invece, in capo a una settimana, Marcos dovette fare le valigie, senza che
fosse sparato un colpo.

Altro che vent'anni di sonni tranquilli! Del resto, chi avrebbe il coraggio
di dire che Gandhi, Martin Luther King, Rodolfo Seguel in Cile, Perez
Esquivel in Argentina, Nelson Mandela in Sudafrica e tanti altri
nonviolenti sono stati dei passivi o degli utopisti?

Il Papa Giovanni Paolo II , nel discorso della giornata della pace d'inizio
del terzo millennio, dopo aver scritto che il secolo XX era stato il più
insanguinato della storia, aggiunse: "Chi salvò l'onore dell'umanità furono
coloro che lottarono con metodi nonviolenti e scrissero pagine storiche
magnifiche". In questo senso, mi sembra, va fatto un invito particolare
agli operatori della informazione e delle comunicazione e, soprattutto, ai
politici.

RIFORMA RADICALE DELL'ONU

L'ONU è nata come istituzione di pace proprio dopo le due guerre
mondiali.Dopo la prima, era nata la "Società delle Nazioni"; ma non
funzionò. Dopo la seconda, venne istituita l' ONU: meglio di niente; però
non funziona. Cito il giudizio scritto da Kofi Annan, attuale segretario
generale dell'ONU. Mi trovavo, circa un anno fa, dal barbiere. Mentre
attendevo il mio turno, vidi un giornale (era l'Unità). Proprio l'articolo
di fondo, in prima pagina, era di Annan, sulle <istituzioni internazionali>
Il giudizio finale diceva testualmente: "Le istituzioni internazionali, che
dovrebbero garantire giustizia e pace per tutti i popoli sono allo stato
poco più che embrionale". In pratica, non funzionano.

E' da parecchio tempo che sto notando una cosa curiosa. Quasi tutti quelli
che discutono dell' ONU dicono che bisogna dare maggiore forza a tale
istituzione; ma con questo non vogliono creare un <superstato>. Bisogna
rispettare la sovranità di ogni singolo Stato. Bisogna incrementare i
rapporti multilaterali fra gli Stati sovrani armati; ma non si vuole dare
all' ONU una vera autorità sovrastatale.

Da notare che l'articolo 11 della Costituzione italiana, dopo la prima
parte che dice: "L'Italia ripudia la guerraŠ", continua nelle seconda parte
dicendo: "L'Italia consente, in condizioni di parità con gli altri Stati,
alle limitazioni di sovranità necessarie a d un ordinamento che assicuri la
pace e la giustizia fra le nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni
internazionali rivolte a tale scopo".

Era chiaro ai costituenti che, per avere la pace mondiale, occorreva un
governo mondiale.

Invece oggi si vuole il "Villaggio Planetario" ma senza sindaco e senza
consiglio comunale; in pratica un villaggio di matti, come di fatto è.
L'unico organo dell'ONU che decide qualcosa è il Consiglio di sicurezza,
dove si sono seduti i rappresentanti delle nazioni vincitrici con il
diritto di veto singolo. Non esiste un vero parlamento eletto e un vero
governo democratico, che ne applichi le leggi. E' significativo che oggi
alcuni governi parlino di riforma dell' ONU, ma intendendo avanzare la
propria candidatura ad entrare proprio nel Consiglio di sicurezza e creare
un vero governo democratico mondiale, con il principio di sussidiarietà.

Conseguenza logica del sin qui detto, bisogna far sparire tutti gli
eserciti del mondo (uso omicida della forza). E' sufficiente un <corpo di
polizia internazionale> (uso non omicida della forza) alle dirette
dipendenze dell'ONU, come al formarsi dell'unità d'Italia furono sciolti
tutti gli eserciti preesistenti al suo interno.

Oppure, per capire che ci vuole una vera ONU, dobbiamo aspettare una terza
guerra mondiale, magari atomica?

p. Angelo Cavagna

presidente del GAVCI