RALF DAHRENDORF



da Associazione Partenia
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"La scaturigine ultima della pace nella famiglia, nel paese e nel mondo è
l'altruismo".(Tenzin Gyatso, XIV Dalai Lama)




Il potere di chi predica l'odio
 RALF DAHRENDORF
 26/8/2005   "La Repubblica"

Sta accadendo allZimprovviso che molta gente esita a pronunciare il termine
di «società multiculturale»; o almeno, ha qualche difficoltà a usarlo in
positivo, con riferimento a un ideale auspicabile, o al quale la realtà
sociale dovrebbe almeno cercare di avvicinarsi.
Gli attentati terroristici del luglio scorso a Londra dimostrano a un tempo
la forza e la debolezza di questo concetto. Londra è certamente una
metropoli multiculturale. Un attacco indiscriminato contro una stazione del
metrò colpisce inevitabilmente persone delle più diverse religioni e
origini culturali. Stando seduti, o più probabilmente in piedi, nel «tube»,
non si finisce mai di stupirsi della naturalezza con cui la gente si
sottopone a situazioni generalmente stressanti: tutti - madri ebree o
giovani musulmani, uomini dZaffari dellZAsia del Sud o ragazzi dellZIndia
occidentale ecc. - cercano di appianare le cose con comportamenti di
reciproca civiltà. LZesperienza degli attacchi terroristici ha dimostrato
non solo la disponibilità dei singoli ad aiutarsi a vicenda, ma anche lo
spirito di reazione positiva della città nel suo complesso.
Questo il lato positivo di una società multiculturale. Tuttavia gli
osservatori più attenti hanno sempre notato che questZaspetto è limitato
alla sfera pubblica, o in altri termini, alle strutture urbane condivise da
tutti, ma non riflette la realtà delle famiglie, e tanto meno le abitudini
di vita nella sfera privata. Londra ha sperimentato ora, anche in questo
senso, lZaltro aspetto più oscuro della società multiculturale; e ha dovuto
rendersi conto di quanto la vernice del multiculturalismo sia sottile. Non
ci vuole molto perché gli individui appartenenti a un dato gruppo si
rivoltino contro quelli di un gruppo diverso, anche se in apparenza cZera
sempre stata tra loro una convivenza pacifica.
Di questo siamo ormai consapevoli, dopo lZesplosione di ferocia che ha
insanguinato i Balcani negli anni 90. Per decenni serbi e croati erano
vissuti pacificamente fianco a fianco. Ma allZimprovviso si sono accaniti
gli uni contro gli altri, provocando un bagno di sangue di così immane
brutalità che a questo punto le prospettive di successo di una società
multiculturale in Bosnia-Erzegovina appaiono assai poco probabili. A molti,
questi sviluppi sembravano impensabili: eppure tutto questo è accaduto. E
qualcosa di simile, anche se con connotazioni diverse, si sta verificando
oggi in Gran Bretagna.
È importante rilevare che non ci troviamo di fronte al riemergere di
antiche ostilità. I conflitti etnici e culturali di oggi, che spesso
assumono la forma del terrorismo, non sono lZeruzione di un vulcano solo
apparentemente estinto, ma rappresentano al contrario un fenomeno
specificamente moderno. Per gli stessi terroristi, questo tipo di
conflittualità consegue dagli effetti destabilizzanti della
modernizzazione. Sotto la vernice dellZintegrazione in un contesto
multiculturale, sono in molti - soprattutto tra i giovani nati da famiglie
di immigrati - a sentirsi smarriti nellZambiente contraddittorio che li
circonda. Il mondo omogeneo e avvolgente delle rispettive tradizioni è
svanito prima che abbiano avuto il tempo di integrarsi con piena fiducia
nella società individualista moderna.
È in queste circostanze che entra in gioco lZelemento chiave del
terrorismo: la predicazione dellZodio da parte di personaggi che spesso si
sono inventati il loro ruolo di leader. Non sempre si tratta di capi
religiosi: nei Balcani e altrove erano i nazionalisti a predicare la
superiorità di una data nazione sulle altre. Ma il termine di «predicatori»
è comunque appropriato a questo genere di sobillatori, che fanno
invariabilmente appello a valori superiori per sacralizzare azioni
delittuose.
La mobilitazione di energie criminali da parte di questi predicatori
dellZodio è di per sé un fenomeno moderno, lontano mille miglia anche da
rivendicazioni discutibili quali lZautodeterminazione di gruppi che si
definiscono comunità etniche. E modernissimi sono i metodi usati dai
predicatori dellZodio per rafforzare il loro potere personale e seminare
intorno a sé lutti e macerie.
Ma per sbarrare loro il passo non serve la guerra, e neppure una «guerra al
terrorismo» dai contorni retorici più vaghi. La risposta dovrebbe
consistere, almeno in parte, nellZidentificare le persone - che non sono
poi molte - disposte a sacrificare la propria vita solo per distruggere
altre vite, senza distinzione né scopo. Ma ancora più importante è
identificare i predicatori dellZodio, e porre fine ai loro sanguinari
incitamenti. Per questo sarebbe Al di là di questo compito, al quale va
assegnato un numero limitato di bersagli essenziale catturare e portare
davanti a un tribunale Radovan Karadzic, lZuomo che ha soffiato sul fuoco
della furia omicida di tanti serbi di Bosnia; così come è necessario
bloccare i predicatori islamisti militanti.Al di là di questo compito, al
quale va assegnato un numero limitato di bersagli precisi, resta la
necessità di rafforzare la sfera dei valori comuni e della cooperazione,
allZinterno di società che dopo tutto vogliono rimanere multiculturali. E
sarà unZimpresa ardua, che non va affrontata con ingenuità. Non si
elimineranno certo le differenze. E del resto non è di questo che cZè
bisogno, bensì di dare a tutti i cittadini la sicurezza di poter vivere
nella reciproca fiducia. Per questo occorre trovare il modo di estendere e
rafforzare quellZatteggiamento di fiduciosa convivenza civile che già
constatiamo nella sfera pubblica.



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