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MA L'EMERGENZA IN ITALIA è IL TERRORISMO
- Subject: MA L'EMERGENZA IN ITALIA è IL TERRORISMO
- From: "anna" <ambarile at fermobiologico.it>
- Date: Mon, 25 Jul 2005 11:59:14 +0200
giusto per riflettere anna **************** DUE MILIONI ALL'ANNO I MORTI SUI LUOGHI DI LAVORO Continua a salire il numero delle vittime di incidenti e malattie sui luoghi di lavoro. Gli ultimi dati presentati dall'Oms e dall'Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo) in occasione della giornata mondiale sulla sicurezza e la salute occupazionale parlano di 268 milioni di incidenti non mortali ogni anno e di 160 milioni di nuovi casi di malattie legate al lavoro. Le regioni con i più forti tassi di crescita sono la Cina e l'America Latina. Nel paese asiatico il numero di incidenti fatali è cresciuto da 73.500 del 1998 a 90.500 nel 2001, mentre gli incidenti con tre o più giorni di assenza dal lavoro sono aumentati da 56 milioni a 69 milioni. In America Latina l'aumento del numero di persone impiegate nel settore edile (soprattutto in Messico e Brasile) ha innalzato il numero di incidenti fatali da 29.500 a 39.500 nello stesso periodo di tempo. Le malattie più comuni sul luogo di lavoro sono i tumori causati dall'esposizione a sostanze pericolose, i disturbi muscolo-scheletrici, quelli respiratori, la perdita dell'udito, le malattie circolatorie e le malattie trasmissibili. Nel settore agricolo, che ancora impiega la metà della forza lavoro mondiale, l'uso di pesticidi causa 70 mila morti per avvelenamento l'anno e 7 milioni di casi di malattie acute o croniche. In Italia i dati provvisori dell'Inail indicano che nel 2004 si sono verificati quasi un milione di infortuni sui luoghi di lavoro, 1400 dei quali mortali. Al momento attuale, i dati sembrano quindi indicare un calo del 1,4% rispetto al 2003. La frequenza più elevata si registra in Umbria (52,59 infortuni ogni 1000 lavoratori), in Friuli Venezia Giulia (47,78) e in Emilia Romagna (47,05). Più bassa invece nel Lazio (22,82), in Campania (23,27), ma anche in Lombardia (30,75), nonostante questa regione sia al primo posto per numero assoluto di infortuni (più di 158 mila). http://www.epicentro.iss.it/focus/lavoro/lavoro.htm Il lavoro o la sua mancanza è la prima causa di stress nel mondo (riguarda il 54% dei casi osservati): in Italia colpisce il 41% dei lavoratori, un valore superiore a quello di Gran Bretagna e Germania (27%), Francia (24%) e Spagna (22%). Le cause di stress lavorativo sono soprattutto la noia da routine e la pesantezza del superlavoro. La stima è dell'Eurispes che ha realizzato la mappa del lavoro e del superlavoro riferita al 2002, presentata oggi, evidenziando una spaccatura nel mercato del lavoro: solo poco più della metà degli occupati gode delle tradizionali tutele del lavoratore dipendente. http://www.edscuola.it/archivio/statistiche/eurispes_lavoro_03.htm Attualmente nel mondo ogni anno perdono la vita in incidenti stradali circa 1,2 milioni di persone (si tratta del 2,2% di tutti decessi), e altre 50 milioni riportano lesioni, spesso gravi e permanenti. Se la tendenza attualmente in corso non si dovesse invertire grazie ad adeguate politiche di prevenzione, secondo le proiezioni dell'Oms nel 2020 gli incidenti stradali, con una crescita prevista nell'ordine del 65%, potrebbero rappresentare la terza causa di morte e di invalidità (prima di gravi patologie quali malaria, tubercolosi e Aids), diventando così un'emergenza globale della salute pubblica. Circa un quarto di tutte le morti per lesioni o traumi é dovuto a incidenti stradali (ovvero più di molte guerre; sono morti più cittadini degli Stati Uniti il primo paese a conoscere la motorizzazione di massa- in incidenti stradali che in tutti i conflitti in cui questo paese é stato coinvolto). Si stima che a cause delle gravi lesioni riportate si perdano annualmente oltre 38 milioni di anni di vita e il 60% riguarda giovani maschi (15-44 anni), con gravi ripercussioni sociali ed economiche trattandosi della fascia di età più produttiva. http://www.governareper.it/cgi-bin/adon.cgi?act=doc&doc=1275&sid=17 L'INCHIESTA 1.300 morti negli stabilimenti Avvisi di garanzia ai vertici dell'Eternit Torino, 23 luglio 2005 - Disastro doloso. È il reato ipotizzato nei confronti dei proprietari della multinazionale svizzera Eternit. A ricevere gli avvisi di garanzia, inviati dalla procura di Torino, sono stati i fratelli elvetici Thomas e Stefan Schmidheiny e il belga Louis de Cartier de Marchienne. L'accusa si riferisce a 1300 decessi avvenuti, a partire dal 1970, negli stabilimenti di Cavagnolo, Casale Monferrato, Rubiera e Bagnoli. Le morti, secondo l'accusa, sarebbero state causate dall'esposizione all'amianto. http://ilgiorno.quotidiano.net/art/2005/07/23/5382035 Rapporto dell'Oil / In Italia 1400 morti nel 2004 Due milioni di morti sul lavoro ogni anno Oltre 2 milioni e 200 mila persone muoiono ogni anno nel mondo per cause di lavoro. E circa 270 milioni di lavoratori restano vittima di incidenti non mortali. I dati sono stati elaborati dall'Oil (l'ufficio internazionale del lavoro), che ha presentato oggi il Rapporto per la giornata mondiale 2005 per la sicurezza e la salute sul lavoro, rilanciando soprattutto l'allarme sulle malattie professionali. Su circa 2,2 milioni di morti l'anno, si calcola che "solo" 350.000 siano dovute a infortuni. Tutti gli altri - 1 milione e 700 mila persone - sono vittima di malattie professionali (l'amianto da solo è responsabile di circa 100.000 morti l'anno). La maggior parte degli infortuni mortali stimati dall'Oil avviene in Cina (circa 90.000), in altri Paesi dell'Asia (76.866) e in India (40.133). Uno dei settori più a rischio per gli infortuni è quello delle costruzioni (60.000 incidenti mortali nel mondo sui 355.000 complessivi). Secondo l'Oil, nonostante il settore impieghi nei Paesi industrializzati una percentuale sulla forza lavoro in media variabile tra il 6% e il 10% degli occupati complessivi, la percentuale degli infortuni mortali può raggiungere percentuali del 25-40% sul totale. Questi lavoratori sono particolarmente esposti, oltre agli incidenti mortali, a malattie professionali legate ad esempio all'amianto e alle patologie muscolo scheletriche. "In tutto il mondo - si legge nel Rapporto - gli infortuni e le malattie connessi al lavoro hanno costi umani e economici enormi. E' stato stimato che la perdita di Pil globale conseguente a decessi, infortuni e malattie legati al lavoro è circa 20 volte maggiore degli aiuti ufficiali allo sviluppo. Se i costi economici sono molto elevati (il 4% del Pil mondiale la perdita attribuibile ai costi generati da incidenti, decessi e malattie legate al lavoro), il costo umano è incalcolabile". http://www.resistenze.org/sito/te/pr/la/prla5d29.htm ========================================== se volete essere cancellati dal nostro indirizzario, inviate unp'e-mail con oggetto "cancellami" www.fermobiologico.it =============================================
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