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Aggiornamento Nablus
- Subject: Aggiornamento Nablus
- From: natnev at interfree.it
- Date: 8 Jul 2005 09:19:19 -0000
- Importance: Normal
Ricevo e inoltro dai volontari e volontarie del Presidio di Nablus. Nat Nell’ultima settimana la tensione a Nablus e’ tornata a salire. Dopo l’invasione della settimana scorsa, l’idea di una prossima e massiccia invasione e’ ormai sempre piu’ diffusa tra le persone . Mercoledi’ notte, l’ultimo episodio. Premetto che questa versione deriva dalle informazioni derivanti da alcuni volontari del Medical Relief (coloro che hanno assistito agli scontri), quindi non dagli organi ufficiali che invece hanno rilasciato dichiarazioni pressoché incomplete ed errate (media italiani compresi). Mercoledi’, intorno a mezzanotte un gruppo di coloni ha cercato di recarsi alla Tomba di Giuseppe per pregare. Questa si trova a pochi metri da uno dei piu’ grandi campi profughi della West Bank, Balata, una baraccopoli diventata ormai una citta’ di 40.000 persone che attendono dal 1948 di tornare alle case da cui erano state cacciate e soggette da allora alla repressione piu’ dura. Solitamente questo tipo di provocazione avviene di giorno e in corrispondenza di particolari festivita’ ebraiche. Questa volta invece niente di tutto cio’. Come sempre accade in queste occasioni, prima dell’arrivo dei coloni, l’esercito ha circondato l’area: prima posizionando i cecchini sugli edifici intorno, poi servendosi di piccoli carri armati e jeep. Al primo lancio di pietre di alcuni ragazzi uno di questi, di soli diciassette anni, e’ stato colpito alla testa dai militari israeliani. Appena uno dei volontari del Medical Relief ha raggiunto il corpo e ha cercato di trasportarlo all’ambulanza, i soldati lo hanno fermato e alla sua richiesta di avere almeno rispetto di un corpo ormai praticamente senza vita si sono fatti una risata, prendendosi con tranquillita’ tutto il tempo necessario per accertarsi che il ragazzo fosse morto prima di lasciarlo passare. L’operazione e’ continuata durante tutta la notte, riuscendo a colpire altri due ragazzi: uno allo stomaco, sopravvissuto e l’altro invece colpito al cuore e deceduto all’istante. Contrariamente a (come sempre) dicono i nostri media italiani, anche loro due erano disarmati, due sentinelle che cercavano di avvisare i combattenti. Il bilancio: due morti e un ferito, tutti disarmati , ma soprattutto nessuno dei combattenti armati colpito nemmeno di striscio. La frustrazione che deriva da queste “operazioni militari” sembra un buon modo per aumentare il numero di persone in armi da poter prontamente poi sfruttare in futuro come pretesto per nuovi massacri in nome della sicurezza e democrazia in Medio Oriente. Non per aggiungere orrore all’orrore ma credo ancora rilevante notare un altro dettaglio di quella che sembra essere la logica della benzina sul fuoco. Durante il funerale di uno dei due ragazzi uccisi, soldati israeliani hanno occupato per alcune ore una casa all’interno del campo, accanto al cimitero. Sembra quasi un miracolo che questa provocazione non abbia causato un altro spargimento di sangue. Altre fonti ufficiali inoltre ci informano di un importante cambio di vertice: a coordinare ora le operazioni su Nablus c’e’ un nuovo capitano che arriva da Gaza, portandosi da li’ i metodi e la logica sanguinaria che tutti conosciamo. Alcuni abitanti di uno dei tre campi profughi all’interno di Nablus hanno riferito di un’incursione notturna dell’esercito israeliano di occupazione circa cinque giorni fa, messa in atto al solo scopo di permettere al summenzionato capitano di “presentarsi” alla popolazione parlando attraverso l’altoparlante. Nablus ormai rimane forse l’unico luogo, oltre a Gaza, dove rimanga ancora una parvenza di resistenza armata (ancorche’ sostanzialmente decorativa, come ci sembra). Si ritiene che, con questo pretesto, vi siano tutte le intenzioni da parte del governo israeliano di tornare ad occuparla, questa volta in via definitiva. Secondo l’opinione di alcuni dei nostri amici ed interlocutori palestinesi, l’idea parrebbe quella di ripetere qui quello che gia’ e’ accaduto a Gerusalemme e Hebron, cioe’ insediare stabilmente i coloni nel cuore della citta’. Il risultato gia’ lo conosciamo: chiusura dei negozi della citta’ vecchia; attacchi continui alla popolazione palestinese da parte di questi fanatici armati; sviluppo di nuovi insediamenti come metastasi;…….. Pian piano arriveranno a fare della citta’ una citta’ morta e a persuadere i palestinesi a lasciare le proprie case per andarsene altrove. Difficile poi non collegare l’escalation di violenza militare, qui come a Betlemme (dove una manifestazione di bambini del campo profughi di Aida e’ stata attaccata dall’esercito facendo 12 feriti), come a Hebron, come in tutto il West Bank, al cosiddetto piano di ritiro da Gaza. Incendiare i Territori Palestinesi Occupati mentre si mostra al mondo la volonta’ di pace sgomberando una striscia di sabbia, dolore e disperazione. Il processo di pace. 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