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sito jihad e appello
- Subject: sito jihad e appello
- From: marco at izona.it
- Date: Mon, 4 Jul 2005 12:36:57 +0200
amici, collaboratori, sostenitori il 7 luglio si avvicina, per jhiad è una data importante, quella che vedrà l'udienza che dovrebbe decidere sul suo futuro. su questo link: http://www.dirittoalfuturo.info/ potete trovare maggiori informazioni sulla sua storia e l'appello che vi invio. scusate se lo avete già ricevuto da me o da altri, l'importanza della sua diffusione spero giustifichi l'eventuale ripetizione. grazie, marco pasquini Con preghiera di diffusione: Salviamo la vita di JIHAD MOHAMMED ISSA Jihad Mohammad Issa è un palestinese che il 15 giugno ha finito di scontare una lunga pena detentiva nel nostro Paese. Ma dopo 21 anni di detenzione, nel giorno della sua scarcerazione, invece di essere rimesso in libertà, è stato rinchiuso nel Centro di Permanenza Temporanea di Ponte Galeria (Roma) in attesa di espulsione verso un Paese che non ha, in quanto privo di documenti. Nato in Palestina (Dura, Hebron) nel 1962, Jihad ha trascorso la giovinezza sotto l’occupazione militare israeliana. A una settimana dal suo arrivo in Italia, nell’ottobre 1984, è stato condannato a 22 anni di reclusione con l’accusa di attentato e di appartenenza ad un gruppo di resistenza palestinese. Aveva 22 anni e per due anni è stato tenuto in pieno isolamento. Durante i primi 12 anni a Rebibbia ha appreso l’italiano e ha partecipato attivamente all'apertura della prima scuola all’interno dell’istituto di reclusione, dove ha conseguito un diploma di perito informatico. Dal 1996 ha ottenuto la semi-libertà con i benefici della legge Gozzini, che prevede per i detenuti la possibilità di un lavoro esterno al carcere. Dopo aver lavorato in una Casa famiglia per ragazzi portatori di handicap, ha trovato una occupazione stabile come tecnico di computer e insegnante di informatica presso la Cooperativa “Abaco”. Dal 2004, per buona condotta, ha ottenuto l’affidamento sociale, essendone stata riconosciuta la non-pericolosità sociale. Jihad, dunque, da oltre sette anni ha una casa, degli amici, una compagna con cui convive, si è iscritto all’Università, oltre ad aver stabilito ottimi rapporti con i propri datori di lavoro e con gli studenti dei suoi corsi. Tutto ciò testimonia il suo ottimo livello di inserimento nella nostra società e nel nostro Paese. Ma per Jihad non è affatto finita: la libertà pagata con 21 anni di vita allo Stato italiano e dallo stesso Stato legalmente riconosciuta, nella realtà dei fatti, gli viene nuovamente negata, per l’assurdità di una legge che costringe migliaia di persone ad una detenzione di fatto nei CPT pur non avendo commesso alcun reato specifico. Il 20 giugno il giudice di pace ha deciso la sospensione dell’espulsione in attesa del pronunciamento del tribunale di sorveglianza, previsto per il prossimo 7 luglio, ma ha confermato il trattenimento nel CPT romano di Ponte Galeria. Jihad rischia ancora di essere espulso: ma dove? Jihad è privo di qualsiasi documento. Il governo giordano gli ha negato la cittadinanza dopo che il passaporto giordano con cui è entrato in Italia è scaduto ormai da anni. La sua presunta passata appartenenza a un’organizzazione dichiarata fuori legge da Israele e da numerosi Paesi arabi interromperebbe il suo percorso di ricostruzione di una vita civile, ma soprattutto metterebbe a rischio l’incolumità della sua persona, in qualsiasi Stato mediorientale. Per questo motivo l’avvocato di Jihad, Maria Luisa D’Addabbo, presenterà la richiesta di asilo politico e verrà inviato un ricorso alla corte europea per i diritti umani di Strasburgo. Jihad ha ampiamente pagato qualsiasi presunto debito con lo Stato Italiano, ora deve poter riprendere la sua vita di persona libera, lavorare e vivere nella sua abitazione insieme alla sua compagna. Chiediamo: - la restituzione della piena libertà per Jihad Mohammad Issa subito; - l’immediato rilascio dal CPT di Ponte Galeria di Jihad Issa; - l’annullamento della sua espulsione; - la concessione dei documenti di riconoscimento, perché possa avere accesso ai suoi diritti di cittadinanza. Per info, contatti e adesioni: dirittoalfuturo at libero.it 06 57 30 51 32/29 33 Studio Legale studiolegaledaddabbo at virgilio.it
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