Sospesa líespulsione di Jihad , presentata la richiesta di asilo politico



Il giudice di pace ha sospeso l’espulsione di Jihad Mohammad Issa in attesa
del pronunciamento del tribunale ordinario, previsto per il prossimo 7
luglio, ma ha disposto che rimanga trattenuto nel CPT romano di Ponte
Galeria, dove è stato rinchiuso dopo aver scontato 20 anni di carcere nel
nostro Paese.

L’avvocato di Jihad, Maria Luisa D’Addabbo, è stata molto critica sulla
decisione del giudice di pace, rilevando che comunque il problema resta la
legge Bossi – Fini, che mantiene aperta la possibilità che il palestinese
possa ancora essere espulso verso Paesi dove la sua stessa vita sarebbe a
rischio, nonostante si trovi in Italia da vent’anni, abbia un lavoro e una
residenza e non abbia mai mostrato di essere un pericolo per la nostra
società. Per tutti questi motivi, è stata presentata la richiesta di asilo
politico e verrà inviato un ricorso alla corte europea per i diritti umani
di Strasburgo.

Le associazioni, i comitati di solidarietà con il popolo palestinese, le
associazioni per la difesa dei diritti umani e dei migranti, gli amici ed i
colleghi di Jihad e tutti coloro e tutti coloro che si stanno impegnando
contro la sua espulsione dall’Italia ritengono che questo primo livello di
mobilitazione democratica abbia scongiurato il pericolo di un’espulsione
alla chetichella, ma che sia indispensabile portare la vicenda di Jihad a
conoscenza di un numero ancora maggiore di persone e costruire, da qui al 7
luglio, iniziative ovunque sia possibile. Ricordiamo che la sottoscrizione
delle firme continua all’indirizzo:
<mailto:forumpalestina at libero.it>forumpalestina at libero.it.



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