IRAQ: BUIO SU MISSIONE ITALIANA IN VISTA DEL RINNOVO DECRETO



Comunicato stampa


IRAQ: BUIO SU MISSIONE ITALIANA IN VISTA DEL RINNOVO DECRETO

''Siamo quasi alla scadenza semestrale delle missioni militari e il buio
assoluto è calato nuovamente in Italia sulla vicenda irachena e sulle
sorti della missione militare italiana a Nassiriya''. Lo dichiara
Elettra Deiana, capogruppo di Rifondazione in Commissione Difesa alla
Camera. ''Il ministro degli Esteri Fini e il presidente del Consiglio,
dopo le infinite chiacchiere dei mass media sul 'forse quasi prossimo'
ritiro delle truppe, ora tacciono in attesa di ordini da Washington. In
compenso - prosegue - non si attenua affatto la violenza che dilania
l'Iraq, come ha riconosciuto lo stesso Rumsfeld, affermando che 'ora
l'Iraq non è più sicuro di due anni fa, quando fu proclamata la fine
della guerra'. Continua l'escalation di violenza e morte. Mentre negli
Usa continua a crescere l'insofferenza alla prosecuzione dell'intervento
in Iraq in Italia - sottolinea Deiana- aspettiamo l'ennesimo decreto
omnibus che rinnova la missione militare in Iraq. Si tratta di una
pantomima senza senso, un vero e proprio insulto per la dignità del
Parlamento. Il Parlamento, al contrario, dovrebbe trovare la strada per
affrontare una discussione seria sull'intera vicenda che ha portato il
nostro Paese ad impegnarsi in una guerra devastante''.
''Il Parlamento - aggiunge - dovrebbe, inoltre, pretendere un rendiconto
dettagliato da parte del Governo sulle ragioni reali che lo hanno spinto
a scegliere non soltanto di partecipare alla guerra ma anche di
collocare il contingente italiano a Nassiriya. Nessuna smentita è
arrivata infatti da parte del Governo alle inchieste giornalistiche che
hanno rivelato come l'interesse su quella zona da parte italiana fosse
principalmente legata ai contratti petroliferi''.
''Infine, che cosa si aspetta ad affrontare il tema centrale e cioè qual
è la proposta italiana per uscire dal disastro iracheno? Per noi -
conclude Deiana- il primo passo resta il disimpegno militare e
l'immediato ritiro delle truppe italiane. Sarà ora che se ne discuta
chiaramente prima che ci arrivi sulla testa il prossimo decreto''.


Roma 20 giugno 2005