Fw: SPECIALE: Aggiornamenti sul Ocalan



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From: "Libertà per Ocalan"
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Sent: Tuesday, June 14, 2005 8:18 PM
Subject: SPECIALE: Aggiornamenti sul Ocalan


SPECIALE
• Resoconti dell'incontro con il Presidente Ocalan: "Se muoio qui, io muoio
come un difensore della libertà che ha rispetto per se stesso e come un
combattente per la libertà di un popolo"
• Nuova legge che pone limiti ai colloqui del Presidente Ocalan con i suoi
avvocati
• Gli avvocati di Presidente Ocalan :" Finché non ci saranno condizioni di
imparzialità, non andremo a Imrali"
--

I COLLOQUI CON OCALAN LIMITATI E CENSURATI PER LEGGE DA ANKARA
DIHA 25 05 2005
I colloqui del leader del popolo kurdo Abdullah Ocalan con i suoi avvocati
sono sottoposti a restrizioni. In base alla nuova Legge sull'Esecuzione
delle Sentenze (CIK) i controllori saranno abilitati a sorvegliare i
colloqui che gli avvocati avranno con Ocalan e a visionare i documenti che
gli presenteranno (tali documenti potranno altresì essere confiscati su
ordine del giudice). La proposta di legge del deputato Hasan Sara (AKP)  e
dei suoi alleati, volta a inserire cambiamenti e nuove misure nella Legge
sull'Esecuzione delle Sentenze, E'  stata approvata oggi dall'Assemblea
Generale. La proposta di modifica, approvata dalla Commissione Giustizia,
E' stata sottoposta all'attenzione dell'Assemblea Generale e approvata
nella sessione odierna.

Legge speciale per gli avvocati di Ocalan
I colloqui di Abdullah Ocalan con i suoi avvocati sono stati limitati dalla
modifica apportata alla CIK. Un  ufficiale preposto, su richiesta della
pubblica accusa che sia approvata dal giudice, può essere ora abilitato a
sorvegliare i colloqui degli avvocati con un detenuto condannato per
associazione a un'organizzazione avente come obiettivo la messa in atto di
crimini contro la nazione e lo stato, se si ritiene che nel corso di tali
colloqui possano essere commessi reati, ovvero che venga messa in pericolo
l'esecuzione della sentenza o vengano trasmessi ordini pericolosi per la
sicurezza dello stato. I documenti che gli avvocati danno a questa persona
o che questa persona porge agli avvocati saranno esaminati dal giudice che
ha emesso la condanna alla detenzione. Dopo tale esame il giudice deciderà
se restituire in tutto o in parte i documenti. Si potrà presentare ricorso
contro il provvedimento, secondo le modalità previste dalla legge suddetta.
La proposta mira a rendere esecutivi accordi internazionali ratificati
dalla Turchia riguardanti i colloqui di avvocati stranieri con i condannati
e si prevede, in base al principio di reciprocità, la possibilità che
avvocati turchi ricevano analoga autorizzazione da paesi stranieri ad
assistere condannati di altri paesi.
La legge, inoltre, rende possibile tenere alcuni prigionieri fuori dalla
prigione. Secondo la legge i prigionieri possono essere tenuti fuori dalla
prigione "in situazioni che rendono ciò necessario al fine di ottenere la
correttezza delle informazioni, su richiesta del funzionario preposto e del
procuratore generale". La durata di tale situazione sarà determinata dal
giudice dopo aver ascoltato il prigioniero e non potrà essere superiore a
4 giorni per ogni periodo, per un totale di 15 giorni. Le condizioni di
salute del prigioniero saranno determinate dal referto del dottore, ogni
volta che il prigioniero esce e rientra. Una copia dei documenti relativi
alle procedure di trasferimento verrà spedita al procuratore generale.

Condizioni di rilascio del prigioniero
La legge consente di decidere d'inviare presso altri istituti penali
prigionieri condannati all'ergastolo che si ritiene si siano ben comportati
nei due terzi del periodo di rilascio condizionale, ed altri prigionieri
che si sono ben comportati per un terzo del periodo di rilascio
condizionale. I prigionieri condannati a vita e quelli che sono stati
inviati in carceri di massima sicurezza potranno essere spediti presso
altri istituti penali.
Con la modifica, l'obbligo di spedire i documenti del condannato al
Ministro della Giustizia E' abolito. In base a ciò i documenti dei
condannati, che si suppone stiano a seconda della convenienza nello stesso
istituto penale o in altri istituti, non saranno inviati al Ministro della
Giustizia e l'esecuzione della condanna proseguirà in altri istituti di
pena decisi dal giudice.
Secondo la legge i prigionieri che si saranno ben comportati potranno
lavorare in servizi della prigione adatti alla loro situazione. I bambini
in prigione non saranno impiegati fuori dal loro spazio vitale e al di
fuori degli obiettivi di educazione. Con questa legge la condizione di
"scontare almeno un anno della pena" lavorando si applica ai prigionieri
che si sono ben comportati.
Condanne a pene pecuniarie inflitte a bambini e condanne a pene pecuniarie
per effetto di commutazione di pene detentive non potranno essere
sostituite con una sentenza che prevede la detenzione. Sara lasciato ai
tribunali il compito di decidere se applicare o non applicare il periodo di
controllo per coloro che traggono beneficio dal permesso condizionale. Il
tribunale potrà decidere per le donne e le persone condannate di età
superiore a 65 anni che scontino 6 mesi, o anche meno, della condanna agli
arresti domiciliari. Se il condannato E' altrove, la decisione può essere
presa dal tribunale del luogo in cui si trova. Necmettin Erbakan, che E'
stato condannato a migliaia di anni di carcere, comunque potrà trarre
vantaggio da questa legge.

OCALAN: SE MUOIO QUI, IO MUOIO COME UN DIFERSORE DELLA LIBERTA' CHE HA
RISPETTO PER SE STESSO E COME UN COMBATTENTE PER LA LIBERTA' DI UN POPOLO
DIHA 1 giugno 2005

Il leader del popolo kurdo, Ocalan, ha sottolineato che non vi E'
possibilità alcuna che si svolga un processo privo di condizionamenti
laddove vi E' una situazione in cui governo e militari assumono una
posizione politica di parte ben precisa. Ocalan: "Questa volta non
accetterò che si giochi a mie spese. Non intendo accettare che si tenga un
nuovo processo a mio carico nelle condizioni attuali. Chiedo sia al
Consiglio d'Europa che al Comitato dei Ministri d'intervenire al fine che
si tenga un processo imparziale".

Imprigionato a Imrali, Ocalan ha incontrato, come avviene ogni settimana, i
propri avvocati (Tugluk, Erbaþ, …) e la sorella Fatma, il primo giugno.
L'avvocato Tugluk ha poi dichiarato che il giudice di Bursa ha deciso già
come dare esecuzione alla sentenza. Ha poi affermato che Ocalan ha espresso
critiche al riguardo, dicendo: "Ognuno, sia che si trovi al governo, sia
che si trovi all'opposizione, anche se viene processato per un centinaio di
volte. Noi siamo una parte coinvolta; centinaia di villaggi sono stati
bruciati e sono stati commessi omicidi a migliaia. Ora vogliamo essere
accettati come parte in causa". Ocalan ha poi detto che non potrà esservi
un processo indipendente a suo carico e che comunque non consentirà che si
giochi a suo danno.

Ocalan: "Volevo soltanto che la ripetizione del processo si trasformasse in
azione finalizzata a una soluzione fraterna e pacifica"; ha poi dichiarato
che il governo ha fermato il processo di pace e che la popolazione della
Turchia deve esser messa a conoscenza di questo. Ocalan ha poi richiamato
l'attenzione sul fatto che egli ha prodotto per sette anni sforzi volti a
condurre la Turchia verso un processo di normalizzazione, ma che non ha
ricevuto alcuna risposta: "La Turchia E' in una fase politica nella quale i
problemi non sono chiamati con il loro nome. Non vi E' più niente da fare.
Le pratiche in atto consistono in un tentativo di oppressione sia dal punto
di vista fisico che della volontà. Sono in corso operazioni militari.
Persino Tansu Ciller parlava del modello basco, mentre i governanti attuali
non sono in grado neppure di chiamare i problemi con il loro nome. Sharon
ha offerto un'opportunità di dialogo alle organizzazioni palestinesi, in
questi termini: "Rinunciate alla violenza; di tutto il resto, anche di uno
stato, si potrà discutere". Noi non vogliamo uno stato e non auspichiamo
una soluzione nazionalista. Noi vogliamo che i diritti politici, sociali e
democratici che spettano al popolo kurdo siano riconosciuti, assumendo come
base i diritti umani universali. Ma neppure tale richiesta viene accettata".

Ocalan desidera che i suoi legali compiano tentativi presso il Consiglio
d'Europa e il Comitato dei Ministri, per sollecitarli a presentare
dichiarazioni al primo ministro Erdogan e al ministro degli esteri turco
Gul e alle autorità militari, a dimostrazione che non vi sono condizioni
idonee per lo svolgimento di un processo in maniera indipendente e priva di
condizionamenti. Ocalan chiede al Comitato dei Ministri e al Consiglio
d'Europa di istituire un meccanismo che consideri sia la Turchia che i
Kurdi come parti coinvolte; "Altrimenti lo definisco un gioco e a questo
gioco non intendo partecipare. Non permetterò che si avvii un nuovo gioco.
Le autorità turche affermano che io ho accettato il processo a Imrali, ma
io non l'ho affatto accettato. Accettai solo l'occasione di sviluppare un
processo di pace e di lanciare messaggi di pace, ma ciò non  significa che
io ho approvato il processo di Imrali. Non vi fu un processo a Imrali".

Ocalan ha poi dichiarato di esser stato sottoposto a pratiche illegali da
quando E' detenuto, ma di averle accettate per poter giungere ad una
soluzione politica e democratica; ha detto: "Ho lavorato sette anni per
questo, ma E' chiaro che non si tratta di qualcosa di voluto o accettato.
Non vi E' niente altro che io possa fare. Questa E' una forma di esecuzione
extragiudiziale e io protesto per questo. Non posso tuttavia negoziare in
tale situazione".

Ocalan ha dichiarato che il concetto "Se spacchiamo la testa, rompiamo
anche il corpo" E' alla base di queste pratiche, ma che ciò ha dato luogo a
una condizione reale che coinvolge milioni di persone; ha poi detto: "Se
muoio qui, io muoio come un difensore della libertà che ha rispetto per se
stesso e come un combattente per la libertà di un popolo; chiunque dovrebbe
saperlo". Ha poi così spiegato le condizioni in cui vive: "Sono come un
pesce costretto a vivere sulla terra invece che in acqua. Un essere vivente
può adattarsi totalmente a un differente contesto ambientale in un arco di
500 anni. Io sono stato costretto a vivere in queste condizioni per sette
anni. Si dovrebbe tener conto della mia salute, date le condizioni. E
tuttavia ho la forza per superare tutto ciò".

Ocalan ha poi fatto un appello ai popoli kurdo e turco: "Il governo ha
bloccato il processo di pace; E' stato il governo, non io, a danneggiarlo.
Voglio che ognuno sia sensibilizzato su tale aspetto".
L'avvocato Tugluk ha dichiarato, anche a nome degli altri avvocati di
Ocalan, che la nuova condotta pratica in corso E' attuata mediante la Legge
sull'Esecuzione delle Sentenze; ma che in tal modo si infligge un colpo al
diritto alla difesa e si rende l'attività difensiva legale non funzionale.
Si E' poi dichiarata contraria a una simile condotta che limita il diritto
di difesa e ha detto che gli avvocati di Ocalan non accetteranno "di
negoziare nella condizione attuale, dal momento che" non sarebbero "in
grado di svolgere adeguatamente il loro ruolo difensivo. La condotta
attuale equivale a una esecuzione nei confronti del nostro cliente e
altresì nei confronti del diritto alla difesa". Ha poi aggiunto che gli
avvocati si sono comportati in base al buon senso a fronte di tutte le
illegalità perpetrate nel corso di sette anni, ma che "la condotta non E'
comunque accettabile". Ha poi rammentato che ciò E' scritto a chiare
lettere nella decisione della Corte Europea per i Diritti Umani, che ha
attestato che vi E' stata una violazione del principio che l'attività
difensiva deve svolgersi con criteri di segretezza nei rapporti tra una
persona sottoposta a processo e i suoi legali. Vi E' stata violazione, in
tal senso, riguardo all'attività difensiva di Ocalan. Uno dei fatti che
hanno spinto la Corte Europea a definire iniquo il processo E' stato
proprio il modo in cui si E' consentito a Ocalan il diritto di difesa. E la
condotta attuale delle autorità tuttora E' in violazione di quanto
stabilito dalla  sentenza europea. L'avvocato Tugluk ha concluso affermando
che gli avvocati solleveranno in Turchia obiezione e anche ricorsi
amministrativi e se non otterranno risultati si rivolgeranno nuovamente
alla Corte Europea per i Diritti Umani. Essi saranno disposti a negoziare
con le autorità turche in rappresentanza di Ocalan solo se le condizioni
attuali muteranno.

AVVISO SULLE  "CONDIZIONI DI IMPARZIALITA'" DA PARTE DEI AVVOCATI DI OCALAN
DIHA 08 05 2005
Gli avvocati del leader del popolo kurdo Abdullah Ocalan hanno sollevato
l'attenzione sul fatto che si sta cercando di eliminare il loro diritto
alla difesa e hanno dichiarato che non negozieranno con il loro cliente
finché non saranno create "condizioni di imparzialità". Gli avvocati hanno
detto che il loro cliente potrà accettare una ripetizione del processo solo
se si produrranno le condizioni per uno svolgimento indipendente, neutrale
e imparziale del procedimento.
Gli avvocati dell'ufficio legale Asrýn hanno redatto un comunicato stampa
nella loro sede di Taksim per fornire informazioni riguardanti la
ripetizione del processo del leader del popolo kurdo Abdullah Ocalan e le
trattative che si sono svolte la settimana scorsa. L'avvocato Doðan Erbaþ
ha dichiarato di aver discusso una volta con il cliente, dopo la decisione
del 12 maggio della Corte Europea per i Diritti Umani relativa alla
ripetizione del processo, da parte turca, nei confronti del leader del
popolo kurdo Abdullah Ocalan. Erbaþ ha detto che questo caso E' da loro
considerato il più importante del secolo per conseguenze ed estensione.

"Questo E' un caso politico"
Erbaþ ha affermato che questo caso E' stato privato delle sue basi legali e
strumentalizzato politicamente, e ha aggiunto: "Questo E' sicuramente un
caso politico. E' un caso che coinvolge più i kurdi che la Turchia. Questa
decisione presa da 17 giudici di una corte giuridica internazionale
necessitava prima di una dichiarazione legale. Molti giurati in Turchia
hanno ceduto le loro funzioni legali quando hanno espresso le loro opinioni
politiche, come se avessero un potere sulla legislazione e sul governo".

"Sono necessari cambiamenti legali e costituzionali per un processo imparziale"
Erbaþ ha dichiarato che la decisione della Corte Europea E' importante
nella parte in cui impone che sia costituito un tribunale indipendente e
neutrale; ha detto che lui e gli altri, in quanto avvocati della difesa,
sperano che siano create le condizioni adatte per un processo imparziale e
ha aggiunto che il loro diritto di difesa E' stato violato per effetto
delle divieto di recarsi all'estero. Erbaþ ha sollevato l'attenzione sul
fatto che lo Stato Maggiore, i giudici e l'accusa si sono spogliate delle
loro funzioni legali nell'esprimere le loro opinioni politiche: "Attendiamo
dal governo mutamenti legali e costituzionali, per un processo in un
tribunale indipendente e neutrale", ha aggiunto.

Registratore
Erbas ha affermato che la sua ultima discussione con Ocalan, il 1° giugno,
E' stata registrata da un funzionario ministeriale per una decisione del
primo funzionario addetto all'esecuzione giudiziaria, e che i documenti
riguardanti tale colloquio sono stati confiscati. Erbas ha definito queste
pratiche arbitrarie e ha aggiunto:  "Poiché dando luogo a colloqui in tali
condizioni si sta eliminando il diritto di difesa, anche su richiesta del
nostro cliente, non gli faremo più visita fino a quando persisteranno le
attuali condizioni".

Condizioni per un processo imparziale
Erbaþ ha dichiarato che Ocalan durante il processo di Imrali ha lanciato
appelli importanti per promuovere la pace sociale e risolvere la Questione
Kurda in maniera democratica, e ha detto: "Il nostro cliente chiede che il
suo caso sia trattato come facente parte di tutti gli aspetti storici,
sociali, politici della Questione Kurda e del periodo di lotta, di 15-20
anni, scaturito dall'impasse riguardo alla Questione Kurda in Turchia,
chiede anche che sia discusso in tutti questi aspetti. Il nostro cliente ci
ha detto che accetta di rivolgersi al Consiglio Europeo dei Ministri,
affinché siano create le condizioni per un processo imparziale e che se
tali condizioni si produrranno accetterà di essere nuovamente processato".
Erbaþ ha sottolineato che gli ultimi sviluppi non sono stati utili alla
democratizzazione della Turchia e hanno aggravato i problemi attuali, e ha
detto: "Ci E' reso impossibile continuare nei nostri compiti difensivi, che
svolgiamo da 7 anni. Pensiamo che gli ultimi sviluppi vissuti in Turchia,
nell'ambito del caso giudiziale riguardante il nostro cliente, siano degli
ostacoli per la democratizzazione della Turchia. Il responsabile di questa
situazione E' il governo, che non ha rimosso gli ostacoli al fine di
mettere in pratica la decisione della Corte Europea, ha anzi creato nuovi
ostacoli".
Erbas vuole che tutti si mostrino più sensibili nei confronti delle
pratiche che non vanno in direzione della pace e della soluzione dei
problemi in Turchia.