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Fw: SPECIALE: Aggiornamenti sul Ocalan
- Subject: Fw: SPECIALE: Aggiornamenti sul Ocalan
- From: "Ufficio d'Informazione del Kurdistan In Italia" <uiki.onlus at fastwebnet.it>
- Date: Tue, 14 Jun 2005 21:15:54 +0200
----- Original Message ----- From: "Libertà per Ocalan" <<mailto:liberta_per_ocalan at hotmail.com>liberta_per_ocalan at hotmail.com> Sent: Tuesday, June 14, 2005 8:18 PM Subject: SPECIALE: Aggiornamenti sul Ocalan SPECIALE • Resoconti dell'incontro con il Presidente Ocalan: "Se muoio qui, io muoio come un difensore della libertà che ha rispetto per se stesso e come un combattente per la libertà di un popolo" • Nuova legge che pone limiti ai colloqui del Presidente Ocalan con i suoi avvocati • Gli avvocati di Presidente Ocalan :" Finché non ci saranno condizioni di imparzialità, non andremo a Imrali" -- I COLLOQUI CON OCALAN LIMITATI E CENSURATI PER LEGGE DA ANKARA DIHA 25 05 2005 I colloqui del leader del popolo kurdo Abdullah Ocalan con i suoi avvocati sono sottoposti a restrizioni. In base alla nuova Legge sull'Esecuzione delle Sentenze (CIK) i controllori saranno abilitati a sorvegliare i colloqui che gli avvocati avranno con Ocalan e a visionare i documenti che gli presenteranno (tali documenti potranno altresì essere confiscati su ordine del giudice). La proposta di legge del deputato Hasan Sara (AKP) e dei suoi alleati, volta a inserire cambiamenti e nuove misure nella Legge sull'Esecuzione delle Sentenze, E' stata approvata oggi dall'Assemblea Generale. La proposta di modifica, approvata dalla Commissione Giustizia, E' stata sottoposta all'attenzione dell'Assemblea Generale e approvata nella sessione odierna. Legge speciale per gli avvocati di Ocalan I colloqui di Abdullah Ocalan con i suoi avvocati sono stati limitati dalla modifica apportata alla CIK. Un ufficiale preposto, su richiesta della pubblica accusa che sia approvata dal giudice, può essere ora abilitato a sorvegliare i colloqui degli avvocati con un detenuto condannato per associazione a un'organizzazione avente come obiettivo la messa in atto di crimini contro la nazione e lo stato, se si ritiene che nel corso di tali colloqui possano essere commessi reati, ovvero che venga messa in pericolo l'esecuzione della sentenza o vengano trasmessi ordini pericolosi per la sicurezza dello stato. I documenti che gli avvocati danno a questa persona o che questa persona porge agli avvocati saranno esaminati dal giudice che ha emesso la condanna alla detenzione. Dopo tale esame il giudice deciderà se restituire in tutto o in parte i documenti. Si potrà presentare ricorso contro il provvedimento, secondo le modalità previste dalla legge suddetta. La proposta mira a rendere esecutivi accordi internazionali ratificati dalla Turchia riguardanti i colloqui di avvocati stranieri con i condannati e si prevede, in base al principio di reciprocità, la possibilità che avvocati turchi ricevano analoga autorizzazione da paesi stranieri ad assistere condannati di altri paesi. La legge, inoltre, rende possibile tenere alcuni prigionieri fuori dalla prigione. Secondo la legge i prigionieri possono essere tenuti fuori dalla prigione "in situazioni che rendono ciò necessario al fine di ottenere la correttezza delle informazioni, su richiesta del funzionario preposto e del procuratore generale". La durata di tale situazione sarà determinata dal giudice dopo aver ascoltato il prigioniero e non potrà essere superiore a 4 giorni per ogni periodo, per un totale di 15 giorni. Le condizioni di salute del prigioniero saranno determinate dal referto del dottore, ogni volta che il prigioniero esce e rientra. Una copia dei documenti relativi alle procedure di trasferimento verrà spedita al procuratore generale. Condizioni di rilascio del prigioniero La legge consente di decidere d'inviare presso altri istituti penali prigionieri condannati all'ergastolo che si ritiene si siano ben comportati nei due terzi del periodo di rilascio condizionale, ed altri prigionieri che si sono ben comportati per un terzo del periodo di rilascio condizionale. I prigionieri condannati a vita e quelli che sono stati inviati in carceri di massima sicurezza potranno essere spediti presso altri istituti penali. Con la modifica, l'obbligo di spedire i documenti del condannato al Ministro della Giustizia E' abolito. In base a ciò i documenti dei condannati, che si suppone stiano a seconda della convenienza nello stesso istituto penale o in altri istituti, non saranno inviati al Ministro della Giustizia e l'esecuzione della condanna proseguirà in altri istituti di pena decisi dal giudice. Secondo la legge i prigionieri che si saranno ben comportati potranno lavorare in servizi della prigione adatti alla loro situazione. I bambini in prigione non saranno impiegati fuori dal loro spazio vitale e al di fuori degli obiettivi di educazione. Con questa legge la condizione di "scontare almeno un anno della pena" lavorando si applica ai prigionieri che si sono ben comportati. Condanne a pene pecuniarie inflitte a bambini e condanne a pene pecuniarie per effetto di commutazione di pene detentive non potranno essere sostituite con una sentenza che prevede la detenzione. Sara lasciato ai tribunali il compito di decidere se applicare o non applicare il periodo di controllo per coloro che traggono beneficio dal permesso condizionale. Il tribunale potrà decidere per le donne e le persone condannate di età superiore a 65 anni che scontino 6 mesi, o anche meno, della condanna agli arresti domiciliari. Se il condannato E' altrove, la decisione può essere presa dal tribunale del luogo in cui si trova. Necmettin Erbakan, che E' stato condannato a migliaia di anni di carcere, comunque potrà trarre vantaggio da questa legge. OCALAN: SE MUOIO QUI, IO MUOIO COME UN DIFERSORE DELLA LIBERTA' CHE HA RISPETTO PER SE STESSO E COME UN COMBATTENTE PER LA LIBERTA' DI UN POPOLO DIHA 1 giugno 2005 Il leader del popolo kurdo, Ocalan, ha sottolineato che non vi E' possibilità alcuna che si svolga un processo privo di condizionamenti laddove vi E' una situazione in cui governo e militari assumono una posizione politica di parte ben precisa. Ocalan: "Questa volta non accetterò che si giochi a mie spese. Non intendo accettare che si tenga un nuovo processo a mio carico nelle condizioni attuali. Chiedo sia al Consiglio d'Europa che al Comitato dei Ministri d'intervenire al fine che si tenga un processo imparziale". Imprigionato a Imrali, Ocalan ha incontrato, come avviene ogni settimana, i propri avvocati (Tugluk, Erbaþ, …) e la sorella Fatma, il primo giugno. L'avvocato Tugluk ha poi dichiarato che il giudice di Bursa ha deciso già come dare esecuzione alla sentenza. Ha poi affermato che Ocalan ha espresso critiche al riguardo, dicendo: "Ognuno, sia che si trovi al governo, sia che si trovi all'opposizione, anche se viene processato per un centinaio di volte. Noi siamo una parte coinvolta; centinaia di villaggi sono stati bruciati e sono stati commessi omicidi a migliaia. Ora vogliamo essere accettati come parte in causa". Ocalan ha poi detto che non potrà esservi un processo indipendente a suo carico e che comunque non consentirà che si giochi a suo danno. Ocalan: "Volevo soltanto che la ripetizione del processo si trasformasse in azione finalizzata a una soluzione fraterna e pacifica"; ha poi dichiarato che il governo ha fermato il processo di pace e che la popolazione della Turchia deve esser messa a conoscenza di questo. Ocalan ha poi richiamato l'attenzione sul fatto che egli ha prodotto per sette anni sforzi volti a condurre la Turchia verso un processo di normalizzazione, ma che non ha ricevuto alcuna risposta: "La Turchia E' in una fase politica nella quale i problemi non sono chiamati con il loro nome. Non vi E' più niente da fare. Le pratiche in atto consistono in un tentativo di oppressione sia dal punto di vista fisico che della volontà. Sono in corso operazioni militari. Persino Tansu Ciller parlava del modello basco, mentre i governanti attuali non sono in grado neppure di chiamare i problemi con il loro nome. Sharon ha offerto un'opportunità di dialogo alle organizzazioni palestinesi, in questi termini: "Rinunciate alla violenza; di tutto il resto, anche di uno stato, si potrà discutere". Noi non vogliamo uno stato e non auspichiamo una soluzione nazionalista. Noi vogliamo che i diritti politici, sociali e democratici che spettano al popolo kurdo siano riconosciuti, assumendo come base i diritti umani universali. Ma neppure tale richiesta viene accettata". Ocalan desidera che i suoi legali compiano tentativi presso il Consiglio d'Europa e il Comitato dei Ministri, per sollecitarli a presentare dichiarazioni al primo ministro Erdogan e al ministro degli esteri turco Gul e alle autorità militari, a dimostrazione che non vi sono condizioni idonee per lo svolgimento di un processo in maniera indipendente e priva di condizionamenti. Ocalan chiede al Comitato dei Ministri e al Consiglio d'Europa di istituire un meccanismo che consideri sia la Turchia che i Kurdi come parti coinvolte; "Altrimenti lo definisco un gioco e a questo gioco non intendo partecipare. Non permetterò che si avvii un nuovo gioco. Le autorità turche affermano che io ho accettato il processo a Imrali, ma io non l'ho affatto accettato. Accettai solo l'occasione di sviluppare un processo di pace e di lanciare messaggi di pace, ma ciò non significa che io ho approvato il processo di Imrali. Non vi fu un processo a Imrali". Ocalan ha poi dichiarato di esser stato sottoposto a pratiche illegali da quando E' detenuto, ma di averle accettate per poter giungere ad una soluzione politica e democratica; ha detto: "Ho lavorato sette anni per questo, ma E' chiaro che non si tratta di qualcosa di voluto o accettato. Non vi E' niente altro che io possa fare. Questa E' una forma di esecuzione extragiudiziale e io protesto per questo. Non posso tuttavia negoziare in tale situazione". Ocalan ha dichiarato che il concetto "Se spacchiamo la testa, rompiamo anche il corpo" E' alla base di queste pratiche, ma che ciò ha dato luogo a una condizione reale che coinvolge milioni di persone; ha poi detto: "Se muoio qui, io muoio come un difensore della libertà che ha rispetto per se stesso e come un combattente per la libertà di un popolo; chiunque dovrebbe saperlo". Ha poi così spiegato le condizioni in cui vive: "Sono come un pesce costretto a vivere sulla terra invece che in acqua. Un essere vivente può adattarsi totalmente a un differente contesto ambientale in un arco di 500 anni. Io sono stato costretto a vivere in queste condizioni per sette anni. Si dovrebbe tener conto della mia salute, date le condizioni. E tuttavia ho la forza per superare tutto ciò". Ocalan ha poi fatto un appello ai popoli kurdo e turco: "Il governo ha bloccato il processo di pace; E' stato il governo, non io, a danneggiarlo. Voglio che ognuno sia sensibilizzato su tale aspetto". L'avvocato Tugluk ha dichiarato, anche a nome degli altri avvocati di Ocalan, che la nuova condotta pratica in corso E' attuata mediante la Legge sull'Esecuzione delle Sentenze; ma che in tal modo si infligge un colpo al diritto alla difesa e si rende l'attività difensiva legale non funzionale. Si E' poi dichiarata contraria a una simile condotta che limita il diritto di difesa e ha detto che gli avvocati di Ocalan non accetteranno "di negoziare nella condizione attuale, dal momento che" non sarebbero "in grado di svolgere adeguatamente il loro ruolo difensivo. La condotta attuale equivale a una esecuzione nei confronti del nostro cliente e altresì nei confronti del diritto alla difesa". Ha poi aggiunto che gli avvocati si sono comportati in base al buon senso a fronte di tutte le illegalità perpetrate nel corso di sette anni, ma che "la condotta non E' comunque accettabile". Ha poi rammentato che ciò E' scritto a chiare lettere nella decisione della Corte Europea per i Diritti Umani, che ha attestato che vi E' stata una violazione del principio che l'attività difensiva deve svolgersi con criteri di segretezza nei rapporti tra una persona sottoposta a processo e i suoi legali. Vi E' stata violazione, in tal senso, riguardo all'attività difensiva di Ocalan. Uno dei fatti che hanno spinto la Corte Europea a definire iniquo il processo E' stato proprio il modo in cui si E' consentito a Ocalan il diritto di difesa. E la condotta attuale delle autorità tuttora E' in violazione di quanto stabilito dalla sentenza europea. L'avvocato Tugluk ha concluso affermando che gli avvocati solleveranno in Turchia obiezione e anche ricorsi amministrativi e se non otterranno risultati si rivolgeranno nuovamente alla Corte Europea per i Diritti Umani. Essi saranno disposti a negoziare con le autorità turche in rappresentanza di Ocalan solo se le condizioni attuali muteranno. AVVISO SULLE "CONDIZIONI DI IMPARZIALITA'" DA PARTE DEI AVVOCATI DI OCALAN DIHA 08 05 2005 Gli avvocati del leader del popolo kurdo Abdullah Ocalan hanno sollevato l'attenzione sul fatto che si sta cercando di eliminare il loro diritto alla difesa e hanno dichiarato che non negozieranno con il loro cliente finché non saranno create "condizioni di imparzialità". Gli avvocati hanno detto che il loro cliente potrà accettare una ripetizione del processo solo se si produrranno le condizioni per uno svolgimento indipendente, neutrale e imparziale del procedimento. Gli avvocati dell'ufficio legale Asrýn hanno redatto un comunicato stampa nella loro sede di Taksim per fornire informazioni riguardanti la ripetizione del processo del leader del popolo kurdo Abdullah Ocalan e le trattative che si sono svolte la settimana scorsa. L'avvocato Doðan Erbaþ ha dichiarato di aver discusso una volta con il cliente, dopo la decisione del 12 maggio della Corte Europea per i Diritti Umani relativa alla ripetizione del processo, da parte turca, nei confronti del leader del popolo kurdo Abdullah Ocalan. Erbaþ ha detto che questo caso E' da loro considerato il più importante del secolo per conseguenze ed estensione. "Questo E' un caso politico" Erbaþ ha affermato che questo caso E' stato privato delle sue basi legali e strumentalizzato politicamente, e ha aggiunto: "Questo E' sicuramente un caso politico. E' un caso che coinvolge più i kurdi che la Turchia. Questa decisione presa da 17 giudici di una corte giuridica internazionale necessitava prima di una dichiarazione legale. Molti giurati in Turchia hanno ceduto le loro funzioni legali quando hanno espresso le loro opinioni politiche, come se avessero un potere sulla legislazione e sul governo". "Sono necessari cambiamenti legali e costituzionali per un processo imparziale" Erbaþ ha dichiarato che la decisione della Corte Europea E' importante nella parte in cui impone che sia costituito un tribunale indipendente e neutrale; ha detto che lui e gli altri, in quanto avvocati della difesa, sperano che siano create le condizioni adatte per un processo imparziale e ha aggiunto che il loro diritto di difesa E' stato violato per effetto delle divieto di recarsi all'estero. Erbaþ ha sollevato l'attenzione sul fatto che lo Stato Maggiore, i giudici e l'accusa si sono spogliate delle loro funzioni legali nell'esprimere le loro opinioni politiche: "Attendiamo dal governo mutamenti legali e costituzionali, per un processo in un tribunale indipendente e neutrale", ha aggiunto. Registratore Erbas ha affermato che la sua ultima discussione con Ocalan, il 1° giugno, E' stata registrata da un funzionario ministeriale per una decisione del primo funzionario addetto all'esecuzione giudiziaria, e che i documenti riguardanti tale colloquio sono stati confiscati. Erbas ha definito queste pratiche arbitrarie e ha aggiunto: "Poiché dando luogo a colloqui in tali condizioni si sta eliminando il diritto di difesa, anche su richiesta del nostro cliente, non gli faremo più visita fino a quando persisteranno le attuali condizioni". Condizioni per un processo imparziale Erbaþ ha dichiarato che Ocalan durante il processo di Imrali ha lanciato appelli importanti per promuovere la pace sociale e risolvere la Questione Kurda in maniera democratica, e ha detto: "Il nostro cliente chiede che il suo caso sia trattato come facente parte di tutti gli aspetti storici, sociali, politici della Questione Kurda e del periodo di lotta, di 15-20 anni, scaturito dall'impasse riguardo alla Questione Kurda in Turchia, chiede anche che sia discusso in tutti questi aspetti. Il nostro cliente ci ha detto che accetta di rivolgersi al Consiglio Europeo dei Ministri, affinché siano create le condizioni per un processo imparziale e che se tali condizioni si produrranno accetterà di essere nuovamente processato". Erbaþ ha sottolineato che gli ultimi sviluppi non sono stati utili alla democratizzazione della Turchia e hanno aggravato i problemi attuali, e ha detto: "Ci E' reso impossibile continuare nei nostri compiti difensivi, che svolgiamo da 7 anni. Pensiamo che gli ultimi sviluppi vissuti in Turchia, nell'ambito del caso giudiziale riguardante il nostro cliente, siano degli ostacoli per la democratizzazione della Turchia. Il responsabile di questa situazione E' il governo, che non ha rimosso gli ostacoli al fine di mettere in pratica la decisione della Corte Europea, ha anzi creato nuovi ostacoli". Erbas vuole che tutti si mostrino più sensibili nei confronti delle pratiche che non vanno in direzione della pace e della soluzione dei problemi in Turchia.
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