Chi ha paura del movimento che chiede il ritiro delle truppe dall'Iraq?



Chi ha paura del movimento che chiede il ritiro delle truppe dall'Iraq?



La manifestazione del movimento contro la guerra convocata dall'assemblea
nazionale del 15 maggio in concomitanza con la parata militare del 2
giugno, ha riaffernato la richiesta dell’immediato ritiro dei militari
italiani dall’Iraq, ma è stata oggetto di una gravissima violazione delle
libertà e dell’agibilità democratica nel nostro paese. Il governo aveva
deciso che la città di Roma il 2 giugno non dovesse vedere persone che
invocano la fine della guerra e il ritiro delle truppe dall’Iraq: Ha avuto
il terrore della "contaminazione" di contenuti che il movimento avrebbe
potuto socializzare anche a chi magari era andato a vedere la parata
militare.

Questo governo ha ormai paura della sua incapacità nel continuare a gestire
una scelta impopolare come quella della guerra in Iraq che sta provcando
sempre più lutti tra gli iracheni e tra gli stessi militari italiani.

Il movimento contro la guerra infatti si sente confortato nei suoi
obiettivi dalla maggioranza della popolazione che anche in recente
sondaggio (Eures) ha confermato come per il 67% vuole il ritiro delle
truppe. D’altro canto il governo è pienamente responsabile dei morti che si
stanno accumulando in Iraq solo per far arricchire gli azionisti
dell’ENI-AGIP che a Nassyria avevano stabilito le loro concessioni
petrolifere ancora prima dell’inizio della guerra.

Una manifestazione regolarmente autorizzata con un percorso previsto da
Porta S. Paolo, via Marmorata, Viale Trastevere, Torre Argentina e che si
sarebbe conclusa con un comizio a Campo de’ Fiori dove sarebbe intervenuto
anche un medico iracheno di Falluja per testimoniare gli orrori di una
guerra ingiusta ed illegale, è stata invece arbitrariamente bloccata alla
fine di via Marmorata (dopo appena 500 metri) con il pretesto di uno
striscione all’interno della manifestazione.

Le forze dell’ordine hanno bloccato tutte le strade chiudendo ogni via
d’uscita alla manifestazione, dando vita sul lato di Testaccio ad un vero e
proprio pestaggio (manganellate violente, gratuite, inaspettate).

Due manifestanti - tra cui l'assessore dell'VIII Municipio di Roma
Gualtiero Alunni - sono stati colpiti con violenza alla testa sono stati
ricoverati all’ospedale S. Camillo. Altri sono stati feriti in modo meno
grave. Un giovane manifestante è stato fermato e poi rilasciato in seguito
alle pressioni dei parlamentari presenti. Una manifestazione pacifica,
autorizzata ed estremamente tranquilla è stata così trasformata in uno
“scenario da Genova” di quattro anni fa.

Vogliamo denunciare con forza il sospetto che la cabina di regia di questa
violenta, inaspettata e gratuita repressione, sia la stessa che quattro
anni fa a Genova decise di stroncare i movimenti sociali per impedirgli di
"disturbare" il manovratore Bush. Il servilismo e le difficoltà di questo
governo stanno partorendo mostri.

Il silenzio della maggioranza delle forze del centro-sinistra sulla guerra
era già indecente, se non sentiranno il dovere di prendere posizione contro
il pestaggio e l'attacco alla libertà d'espressione avvenuta a Roma,
dovranno anch'esse assumersi le proprie responsabilità.

La versione falsa fornita dalla Questura agli organi di stampa cerca di
occultare e manipolare quanto accaduto, ma i testimoni c'erano e sono
tanti. Questa mattina a Roma si sono consumati fatti gravissimi e lesivi
della democrazia nel nostro paese. La guerra è entrata definitivamente
dentro casa nostra.



Comitato Nazionale per il ritiro dei militari italiani dall'Iraq

<mailto:viadalliraqora at libero.it>viadalliraqora at libero.it





Roma, 2 giugno 2005