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Afghanistan: le donne ancora vittime di attacchi, mancanza sistematica di protezione, denuncia Amnesty International
- Subject: Afghanistan: le donne ancora vittime di attacchi, mancanza sistematica di protezione, denuncia Amnesty International
- From: press at amnesty.it
- Date: Mon, 30 May 2005 23:44:02 +0200
# Questa lista per la distribuzione delle informazioni # e' gestita dalla Sezione Italiana di Amnesty International. # Questo messaggio viene elaborato e inviato automaticamente. Si # prega di non rispondere a questo messaggio di e-mail in quanto non # vengono controllate eventuali risposte inviate al relativo indirizzo COMUNICATI STAMPA CS69-2005 AFGHANISTAN: LE DONNE ANCORA VITTIME DI ATTACCHI, MANCANZA SISTEMATICA DI PROTEZIONE, DENUNCIA AMNESTY INTERNATIONAL 'Adesso ci sono cose piu' urgenti? un funzionario civile ha troppe cose da fare per occuparsi dei diritti delle donne. E' una questione di priorita'?' (il Governatore di Kandahar, intervistato da Amnesty International il 13 settembre 2004) La violenza contro le donne e le bambine in Afghanistan e' un fenomeno dilagante: lo denuncia l'ultimo rapporto di Amnesty International sul paese, dal titolo 'Afghanistan: le donne sotto attacco'. 'In tutto il paese, sono poche le donne che non vanno incontro alla violenza o che possono sentirsi al riparo' ? ha affermato Fosca Nomis, vicepresidente della Sezione Italiana di Amnesty International. Ogni giorno, le donne afgane rischiano di essere sequestrate, stuprate, costrette a un matrimonio precoce o barattate per sanare liti o debiti; subiscono discriminazione da parte di ogni settore della societa' e delle autorita'. La violenza contro le donne e' ampiamente accettata a livello di comunita' e viene affrontata in modo inadeguato dalle massime cariche governative e giudiziarie del paese. Le indagini sulle denunce di aggressioni, stupri, omicidi o suicidi di donne non sono ne' costanti ne' sistematiche e poche di esse danno luogo a procedimenti. 'I codici societari, invocati in nome della tradizione e della religione, sono usati come pretesto per negare alle donne la possibilita' di godere dei propri diritti umani fondamentali. I comportamenti percepiti come trasgressioni a quei codici sono puniti con arresti e persino uccisioni. Alcune autorita' trattano le donne che fuggono da situazioni del genere alla stregua di criminali e le imprigionano' ? ha aggiunto Nomis. Dopo molti anni di guerra, l'Afghanistan attraversa una fase di ricostruzione. Tuttavia, centinaia di donne e bambine continuano a subire abusi da parte di padri, mariti, fratelli, uomini armati, sistemi di giustizia paralleli e delle stesse istituzioni statali come la polizia e gli organi giudiziari. E' stato riscontrato un aumento del numero di matrimoni forzati e in alcuni casi le donne che volevano fuggire da questo destino hanno preferito suicidarsi, in alcuni casi dandosi fuoco. 'I padri, i mariti e i fratelli rimangono i principali autori della violenza domestica ma il controllo sociale e il potere che essi esercitano sono rafforzati dalle autorita' statali e dal sistema informale di giustizia' ? ha proseguito Nomis. 'Va ribadito che le autorita' afgane hanno il dovere di impedire le violazioni dei diritti umani e di proteggere le donne dalla violenza non solo quando e' compiuta da pubblici ufficiali ma anche quando e' perpetrata da individui e gruppi privati. Riformare il sistema penale e' un passo necessario per proteggere le donne afgane ed e' responsabilita' dello Stato fornir loro adeguate garanzie legali'. In base agli standard internazionali sui diritti umani, l'Afghanistan deve esercitare la diligenza dovuta per garantire i diritti delle donne, compresi quelli all'uguaglianza, alla liberta' e alla sicurezza cosi' come alla liberta' dalla discriminazione, dalla tortura e dai trattamenti crudeli, inumani e degradanti. Il rapporto di Amnesty International mette in luce come le autorita' afgane abbiano fallito nel rispettare, proteggere e rafforzare i diritti delle donne e delle bambine e ribadisce che gli Stati hanno la responsabilita' di garantire che i diritti delle donne e degli uomini a vivere liberi dalla violenza siano pienamente realizzati. L'organizzazione per i diritti umani chiede al governo di Kabul, come azioni minime essenziali per iniziare ad affrontare ed eliminare la discriminazione e la violenza, di: - condannare pubblicamente e in modo inequivocabile ogni forma di violenza contro le donne e le bambine compresa quella che si compie in famiglia oppure attraverso sentenze di sistemi informali di giustizia o mediante l'azione di pubblici funzionari; - continuare a rafforzare la riforma del sistema penale mediante l'addestramento del personale giudiziario e di polizia per innalzare gli standard di promozione e protezione dei diritti delle donne; - non invocare qualsiasi costume, tradizione o argomento religioso per evitare di adempiere i propri obblighi di eliminare la violenza contro le donne; - modificare o abolire le leggi in vigore (come il codice penale), i regolamenti, i costumi e le pratiche che costituiscono atti discriminazione nei confronti delle donne o che vi contribuiscono. Amnesty International rivolge un appello anche alla comunita' dei paesi donatori affinche' incoraggi e sostenga il governo di Kabul a porre fine ai crimini contro le donne attraverso un impegno coordinato per ricostruire l'Afghanistan in modo da consentire alle donne e alle ragazze di realizzare i propri diritti. FINE DEL COMUNICATO Roma, 30 maggio 2005 Il rapporto 'Afghanistan: le donne sotto attacco' e' disponibile presso il sito Internet http://www.amnesty.org e l'Ufficio stampa di Amnesty International Italia. Per ulteriori informazioni, approfondimenti ed interviste: Amnesty International Italia ? Ufficio stampa Tel. 06 4490224, cell.348 6974361, e-mail: press at amnesty.it # Le comunicazioni effettuate per mezzo di Internet non sono affidabili e # pertanto Amnesty International non si assume responsabilita' legale per i # contenuti di questa mail e di eventuali allegati. 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