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"Saving children"
- Subject: "Saving children"
- From: nathan never <natnev at interfree.it>
- Date: Thu, 26 May 2005 12:25:50 +0200
Appello a tutte le Ong del Tavolo Palestina Venerdì 13 Maggio la Regione Emilia Romagna ha stipulato un accordo con il "Peres Center for Peace" di Tel Aviv per sostenere il progetto "Saving Children - Medicine in the Service of Peace" con uno stanziamento di 400.000 euro annui, per la durata di tre anni. A questa iniziativa hanno già partecipato - o sono in procinto di farlo - altre Regioni italiane (Toscana, Umbria, Calabria) ed altre realtà (Monte dei Paschi di Siena, Unicoop Toscana, ed altre); mentre gli ospedali israeliani si sono impegnati a una riduzione, fino al 50%, delle tariffe per i ricoveri dei bambini palestinesi. Tale iniziativa dovrebbe assicurare a un certo numero di bambini palestinesi della Cisgiordania e di Gaza appropriate cure mediche e riabilitative in strutture ospedaliere israeliane situate a Tel Aviv, Haifa e Gerusalemme, nonché realizzare, come supporto, un piano di formazione continua per medici e infermieri israeliani, palestinesi ed emiliano-romagnoli. Fra i principali obiettivi del piano, oltre a quelli suddetti, c'è anche quello di favorire il dialogo e l'incontro tra Israeliani e Palestinesi, promuovendo la pace nella regione mediorientale attraverso la cooperazione umanitaria. Apparentemente degno di lode e fonte di orgoglio per le istituzioni regionali, il progetto"Saving Children" è invece fonte di grandi ambiguità. Invero, seppure i fondi stanziati dalla nostra Regione provengano dall'Assessorato alla Sanita' e non da quello alla Cooperazione Internazionale, questo tipo di intervento si configura come un sostegno diretto ad uno Stato economicamente avanzato, Israele, che quindi non ne avrebbe diritto. Ricordiamo inoltre, se ce ne fosse bisogno, che l'occupazione militare dei Territori Palestinesi da parte dello Stato di Israele continua ormai da 38 anni, e che la situazione ora si è ulteriormente aggravata con la costruzione del Muro dell'Apartheid che soffoca, circonda ed isola le maggiori città palestinesi le une dalle altre, mediante muraglie di cemento alte 8-9 metri. Sottolineiamo anche che in base alla IV Convenzione di Ginevra, tutti i trattamenti a salvaguardia della salute della popolazione di un territorio occupato devono essere a completo carico della nazione occupante, e dunque in questo caso di Israele. Non è accettabile, invece, che la Fondazione "Peres Center for Peace" svolga questo compito usufruendo di fondi esterni che favoriscono il perpetuarsi della dipendenza, anche in campo sanitario, della popolazione palestinese da Israele, secondo un consolidato criterio della dipendenza di stampo coloniale al quale sembra aderire la stessa Regione Emilia Romagna. E' evidente che in questo modo lo stato di Israele evade per l'ennesima volta dalle proprie responsabilità politiche e dal rispetto degli obblighi internazionali a cui è sottoposto, a spese, in questo caso, della cittadinanza italiana. Ci chiediamo quindi da che capitolo di spesa l'Assessorato alla salute regionale andrà ad attingere per questa iniziativa. Ricordiamo ancora, se ce ne fosse bisogno, che il cosiddetto "uomo di pace" di nome Shimon Peres, è precisamente l'uomo che ha partecipato prima all'elaborazione del Muro e partecipa adesso al governo di unità nazionale di Ariel Sharon, e perciò è gravemente corresponsabile delle politiche di occupazione, colonizzazione e segregazione perpetuate dal governo israeliano nei Territori Occupati Palestinesi. Ma c'è di più: quando il "Centro Peres per la pace" è stato fondato nel 1996, Peres ne ha assegnato la direzione a Carmi Gilon, fino ad allora capo dei Servizi Segreti israeliani. Una relazione del gruppo israeliano B'Tselem (25.10.99) accusa Carmi Gilon di aver praticato la tortura su migliaia di palestinesi durante il suo incarico. Ovviamente non lamentiamo che bambini palestinesi siano assistiti da medici israeliani, bensì che si sia preferito sostenere le strutture sanitarie israeliane piuttosto che investire nei Territori Palestinesi affinchè in un futuro non fosse più necessario rivolgersi all'esterno - in questo caso, alla Potenza che lo occupa militarmente - per garantire l'assistenza ed il diritto di accesso alle cure sanitarie per il proprio popolo. Chiediamo pertanto chiarezza alle nostre istituzioni, e di spiegare pubblicamente le motivazioni che hanno spinto la Regione Emilia Romagna ad aderire a questa iniziativa della quale già molto si sapeva e già molto si era detto , in negativo, prima della firma di questo protocollo. Pensiamo inoltre che l'esperienza e la conoscenza specifiche maturate dalle organizzazioni che lavorano nel campo della cooperazione internazionale possano essere valorizzate allorchè si configurino iniziative di detta portata e significato politico che rischiano di gettare discredito sulla valenza delle relazioni internazionali e transnazionali intessute lentamente da attori istituzionali e non governativi in luoghi di conflitto come in Palestina. Aderiscono: Coordinamento Toscano di Solidarietà con la Palestina - Dossier sul Progetto "Saving Children" - gli "aiuti umanitari" che legittimano l' occupazione della Palestina; Marzo 2005
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