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LA GUERRA DI RACHEL (CORRIE)
- Subject: LA GUERRA DI RACHEL (CORRIE)
- From: Luca Pulitini <lpulitini at yahoo.it>
- Date: Sat, 7 May 2005 23:33:06 +0200
Vi inoltro una mail di Rachel scritta dalla Striscia di Gaza poco prima della sua morte... LA GUERRA DI RACHEL 7 Febbraio 2003 Ciao amici, familiari e tutti gli altri, Sono in Palestina da due settimane e un'ora al momento, ed ho ancora poche parole per descrivere quello che vedo. E' troppo difficile per me pensare a ciò che sta accadendo qui quando mi siedo per scrivere negli Stati Uniti. Qualcosa come un portale virtuale dentro la lussuria. Non so se molti dei bambini qui hanno mai vissuto senza buchi causati da proiettili di carri armati nei loro muri e senza le torri dell'esercito occupante che li sorvegliano costantemente dal vicino orizzonte. Penso, sebbene non ne sono del tutto sicura, che persino il più piccolo di questi bambini capisca che la vita non E' così da tutte le parti. Un ragazzino di otto anni E' stato ucciso da un carro armato israeliano due giorni prima che io arrivassi, e molti dei bambini mi sussurrano ancora il suo nome, Ali, o mi indicano i poster attaccati ai muri raffiguranti lui. I bambini adorano pure testare le mie elementari nozioni di arabo chiedendomi, "Kaif Sharon?" "Kaif Bush" e ridono quando rispondo col mio arabo elementare "Bush Majnoon", "Sharon Majnoon". (Com'E' Sharon? Com'E' Bush? Bush E' pazzo. Sharon E' pazzo.) Naturalmente questo non E' esattamente quello che penso, e alcuni degli adulti che masticano un po' meglio l'inglese mi correggono con: "Bush mish Majnoon"…Bush E' un businessman. Oggi ho cercato d'imparare a dire, "Bush E' uno strumento", ma non credo di averlo tradotto abbastanza bene. In ogni caso, qui ci sono bambini di otto anni molto più consapevoli dei prodotti della struttura globale del potere, in confronto a ciò che conoscevo io solo pochi anni fa. Tuttavia, nessuna lettura, nessuna conferenza, nessun documentario visto né parole sentite potevano prepararmi alla realtà della situazione qui presente. Non si può avere un'idea precisa fintanto che non si vede, e persino allora si ha la sensazione che l'esperienza vissuta non corrisponda alla realtà: un po' per il fatto che l'esercito israeliano si troverebbe in difficoltà se dovesse aprire il fuoco su un cittadino statunitense disarmato e spiegarne poi le motivazioni, un po' per il fatto che io ho denaro per comprarmi l'acqua quando l'esercito distrugge i pozzi, e di fatto, ovviamente, ho la possibilità di andarmene quando voglio. Mai nessuno della mia famiglia E' stato fatto bersaglio, guidando la macchina, di un missile lanciato da una torretta di controllo al termine di una strada principale del mio paese. Io ho una casa. Mi E' permesso di andare a vedere l'Oceano. Quando esco da scuola o dal lavoro posso essere relativamente certa che non vi sia un soldato pesantemente armato che mi aspetti ad un checkpoint, a metà strada tra Mud Bay e il centro di Olympia, col potere di decidere se posso continuare e se devo ritornare da dove ero venuta. Ma tornando al presente, dopo tutto questo vagare, mi trovo a Rafah: una città di circa 140.000 abitanti, il 60% dei quali sono profughi, molti dei quali sono due o tre volte profughi. Oggi, mentre camminavo in cima ad un mucchio di macerie, dove una volta sorgevano case, alcuni soldati egiziani mi hanno gridato dall'altra parte del confine, "Vattene, vattene", a causa di un carro armato che si stava avvicinando. Salutando poi mi hanno chiesto "Come ti chiami?". Qualcosa mi disturba al riguardo di questa amichevole curiosità. Mi fa ripensare di quanto, in un certo senso, noi tutti siamo dei bambini curiosi nei confronti degli altri bambini. Bambini egiziani che urlano a strane donne che si aggirano tra i tracciati dei carri armati. Bambini palestinesi che vengono presi a spari dai carri armati nel mentre che mettono la testa fuori dalle loro case per vedere cosa succede. Bambini internazionali che stanno di fronte ad un carro armato con degli striscioni.. Bambini israeliani anonimamente dentro a carri armati, che gridano o salutano occasionalmente, molti dei quali costretti ad essere qui, molti semplicemente aggressivi, che sparano su delle case nel mentre che aggiriamo nei dintorni. Ho avuto difficoltà nel ricevere notizie riguardo al resto del mondo da quando sono qui, ma ho sentito che la guerra in Iraq sembra inevitabile. Si fa un gran parlare quiriguardo ad una nuova "rioccupazione di Gaza". Gaza viene rioccupata tutti i giorni in vari tentativi ma penso che la paura sia per il fatto che i carri armati possano entrare nelle strade stazionandovi invece della possibilità che entrino per osservare e sparare dai lati dei villaggi ritirandosi poi dopo alcune ore. Se la gente non sta già pensando alle conseguenze di questa guerra sull'intera regione, bene allora spero che tu cominci a pensarci. … Rachel. (Tradotto alla meno peggio da Luca P.) Rachel Corrie, attivista dell'Ism, fu uccisa dall'esercito israeliano il 16 marzo 2003 a Rafah nella Striscia di Gaza mentre si interponeva pacificamente ad una demolizione di una casa di civili palestinesi. Aveva 23 anni. <http://us.rd.yahoo.com/mail_it/taglines/*http://it.calendar.yahoo.com>Yahoo! Agenda ti aiuta a ricordare impegni, appuntamenti e compleanni
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