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25 APRILE, IN PIAZZA
- Subject: 25 APRILE, IN PIAZZA
- From: "Forumpalestina" <forumpalestina at libero.it>
- Date: Thu, 14 Apr 2005 10:17:05 +0200
Mail: forumpalestina at libero.it Sito: http://www.forumpalestina.org <http://www.forumpalestina.org/iniziative/2005/Aprile04/Firenze9Aprile.jpg> IL 25 APRILE, IN PIAZZA PER CELEBRARE LA RESISTENZA, CI SARANNO ANCHE LA BANDIERE PALESTINESI. ANCHE SE DARANNO QUALCHE DISPIACERE A QUALCUNO. Arriva il 25 aprile - quest'anno assai più significativo degli altri per via del sessantesimo anniversario e del revisionismo storico orchestrato dal governo della destra - e come al solito cominciano i "mal di pancia" contro la presenza di bandiere palestinesi alle manifestazioni. I primi sintomi si erano manifestati nell'aprile del 2002 nella leadership bertinottiana del PRC che era stata messa sotto pressione dalla lobby filoisraeliana (ma invece di reagire iniziò la sua ritirata strategica sulla solidarietà con la Palestina). Lo scenario si E' ripetuto nell'aprile del 2004. Una decina di bandiere palestinesi a Roma e qualcuna di più a Milano furono l'occasione per una polemica indecente scatenata dalle lobby filosharoniane in Italia. Lo abbiamo affermato allora e lo riaffermiamo oggi. Le bandiere della Palestina sono in perfetta sintonia con gli ideali e la storia della Resistenza in Italia, in Europa e nel mondo. E' la bandiera israeliana - nonostante l'esistenza e la resistenza all'interno di quel paese di forze progressiste e antifasciste - che rappresenta tutt'oggi un simbolo di oppressione coloniale. Operazioni di maquillage sulla realtà di Israele oggi o l'occultamento delle bandiere palestinesi non servono a nascondere una realtà che E' percepita come tale dalla maggioranza di buonsenso nel nostro e in altri paesi. Cambino le cose in Medio Oriente e cambierà anche questa percezione. Dal 1994 nessuno percepisce la bandiera del Sudafrica come quella del regime dell'apartheid. E solo cinque anni prima nessuno si sarebbe immaginato che il "nero" Nelson Mandela potesse diventare Presidente di quello Stato. Per diventare simboli di libertà non si può continuare a sostenere e finanziare un sistema coloniale che opprime il popolo palestinese. Invitiamo tutte le compagne e i compagni, anche quest'anno, ad essere in piazza il 25 aprile con le bandiere palestinesi, con quelle partigiane, con quelle rosse, con quelle arcobaleno, con quelle irachene, con quelle cubane, con quelle venezuelane e bolivariane, con quelle di tutti coloro che resistono all'imperialismo. Forum Palestina ________________________________________________________________________________ UN INDICATORE DEI "MAL DI PANCIA" sul 25 aprile Il quotidiano L'Opinione di martedì 12 aprile 2005 pubblica un articolo di Stefano Magni titolato "La comunità ebraica contro la sinistra" che riportiamo: Il 25 aprile sono sempre di più le bandiere palestinesi che soffocano le poche bandiere israeliane. Eppure il nascente Stato di Israele (allora ancora "focolare nazionale" non ancora riconosciuto) partecipò alla campagna di liberazione dell'Italia con la Brigata Ebraica, mentre i Palestinesi, negli stessi anni della II Guerra Mondiale, erano alleati dei Nazisti. Yasha Reibman (portavoce della comunità ebraica milanese), Davide Romano (segretario nazionale dell'Associazione Amici di Israele), David Parenzo (giornalista televisivo), Riccardo Pacifici (portavoce della Comunità Ebraica di Roma) e Andrée Ruth Shammah (direttore del Teatro Franco Parenti di Milano), in questi giorni hanno lanciato un appello all'Ucei, l'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, perché incomincino a reagire a questa continua distorsione della storia: "Ai sopravvissuti alla Shoà negli incontri nei licei" - si legge nel testo dell'appello - "viene puntualmente chiesto, nella più assoluta indifferenza - e talora con la complicità - della maggior parte dei professori, il perché dei comportamenti 'nazisti' di Israele. Il 25 aprile E' ormai abitudine a Milano che le organizzazioni ebraiche e la Comunità partecipino al corteo dietro allo striscione della Brigata Ebraica e con molte bandiere israeliane al seguito. Ma per farlo devono usufruire della scorta delle forze dell'ordine. Tale situazione E' inaccettabile". "Proseguendo su questa strada il 25 aprile non sarà più il mio giorno della liberazione" - ci spiega Yasha Reibman - "Eppure dovrebbe anche essere il mio giorno della liberazione, perché segna la fine dell'occupazione nazi-fascista". Il portavoce della Comunità Ebraica milanese spiega che non si tratta solo di una questione di bandiere, ma di un fenomeno grave: "Già E' grave la diffusione di notizie false, come quando si paragona il terrorismo alla Resistenza, Abu Ghraib ad Auschwitz o si parla di 'sterminio di Jenin'. Ma ancor più grave E' che, così facendo, si solletica un antisemitismo che sopravvive, sottotraccia, in tutta Europa: se l'Ebreo E' un nazista, si pensa, allora E' legittimo sparargli, bruciargli le Sinagoghe… dalle parole ai fatti, il passo E' molto breve". Ma da dove arriva questo nuovo negazionismo storico? "Credo che il senso di colpa per quello che E' avvenuto in Europa nella II Guerra Mondiale non sia mai stato superato" - risponde Yasha Reibman - "Se sostieni che le vittime di ieri sono i persecutori di oggi, in un certo senso, ti liberi del senso di colpa. Se non si distingue più tra vittime e colpevoli, dire che tutti sono colpevoli equivale a dire che nessuno lo E'". Ma non solo: "Sempre più falsi storici prodotti dai nazisti" - aggiunge Davide Romano - "vengono riciclati dalla propaganda araba e ci ritornano in Europa ripuliti della sigla originaria solo perché sono passati dal mondo arabo, riproposti con un nuova etichetta così che qualcuno ci creda ancora". Il percorso di riciclaggio E' anche abbastanza evidente. Secondo Davide Romano: "Mi viene da pensare ai molti incontri che vengono fatti, anche in buona fede, tra gli esponenti no-global ed esponenti del mondo arabo. In questi incontri si parla, legittimamente, di uguaglianza e di giustizia sociale, ma quando si tocca il tema di Israele, quel minimo di guardia che i no-global dovrebbero tenere alta, si abbassa e lascia passare tutti gli slogan antisemiti fabbricati dalla propaganda araba
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