Progetto saltimbanchi, diario di bordo 5



Hello everybody, sabah el her, buon giorno.


Oggi è domenica, 10.

Siamo di ritorno dal nord della Cisgiordania. Oltre al casino degli spostamenti con tanto di sali-scendi dal taxi, fila per passare i check-point, riprendi un altro taxi/bus ecc per continuare, aspettare che si riempie il mezzo perché prima non si parte, il casino totale del traffico schiacciato tra i diversi spezzoni del muro, colonie protette da filo spinato, "flying check-point", cioè mezzi militari israeliani che all'improvviso fermano e controllano tutte le macchine, strada distrutte e comunque un paesaggio bellissimo (sembra alle volte che da un momento all'altro spuntano Giuseppe e Maria da dietro l'angelo), In realtà, vorrei parlarvi di altro. E questa e la storia di h. (non scrivo tutto il suo nome, che ne so.), un "ragazzo" di 35 anni, che ha messo in piedi un'associazione a Tulkarem, che fa un lavoro bellissimo di volontariato con bambini/e e adolescenti/e per l'educazione, arte, musica e sport e sottolineo d’ambo i sessi. Prima della seconda Intifada lavorava molto insieme a gruppi israeliani per un incontro, per creare una base per una vita insieme. Viaggiava, faceva teatro in Olanda e in Germania. Tulkarem sta a 9 km dal mare, e ora sta a 2 km dal muro, che lo separa da tutte le aree circostanti. Da tre settimane si è ritirato l'esercito israeliano dalla città. Questo per dare solo una vaga idea della situazione. Lui aveva 6 fratelli. Uno era ricercato per attività politica, allora hanno pensato bene di arrestare h. finché non trovavano suo fratello e quindi si è fatto 2 anni di galera, senza aver fatto nessun reato, e quando hanno preso il fratello è stato rilasciato subito. Il fratello invece ha preso l'ergastolo. Un altro fratello, 19 anni, e stato colpito da tre razzi sparato da un elicottero apache, sempre per attività politica e partecipazione alla resistenza armata. La madre invece, malata di cancro, con le continue persecuzioni della casa e soprusi dalla parte dei soldati, non ce l'ha fatta e morta quando h. stava in prigione. Lui, h. e una persona che non so come dire, lui ha una passione per la vita, la pace e la libertà inimmaginabile. Ha un sacco di amici israeliani, ebrei. Lui sta con un’israeliana, ebrea! La sua donna vive dall'altra parte del muro e si amano! E di qua combatte anche con la sua gente, la sua società, che al nord e molto più chiusa e tradizionale-religiosa che per esempio a Ramallah o a Bethleheem. Quindi, diceva un altro fratello, sempre attivo nell'associazione, dalla moschea hanno cominciato a dire delle stronzate su di loro, che era immorale fare incontrare ragazze e ragazzi insieme etc. allora li hanno invitati per vedere il posto la sede) e il lavoro che fanno e hanno avuto la meglio, quelli della moschea si sono dovuti scusare. Dice il fratello che a loro non interessa di che religione sei, sempre umani siamo, due occhi, una mente, un cuore abbiamo tutti. Sostengono che la religione qui stronca le gambe e bisogna aprire la mente per trovare altri modi, un altro camino per vivere in pace, dare una vita dignitosa ai figli/e in una situazione più che difficile e pesante... l'associazione si chiama: Dar Candil, che significa la "casa della lampada" ... ci chiedono di restare, di tornare, di collaborare ancora... Inshallah, speriamo.. poi andiamo a Qualkilya, una cittadina vicino, altro teatro, stesso spettacolo. Siamo ospiti da una compagnia, il cui marito sta in carcere da 2 anni, dopo altri 2 di latitanza, ci racconta come l'hanno preso, agghiacciante. Deve scontare ancora 13 anni per attività politica e resistenza. Per la cronaca Qualkilya e circondata completamente (!) dal muro. I nostri spettacoli vanno sempre bene, ne facciamo due a Tulkarem, uno a Qualkilya (nello ZOO!!!), e uno a Qualandia, Vicino a Ramallah al ritorno. Finiamo sulla TV locale per ben tre volte!!! mi fermo qui per oggi, un abbraccio.

Spero che sono stato comprensibile, per domande e perplessità sono sempre disponibile...

Un saluto caloroso, e comunque non vi preoccupate, morto un papa, si farà un altro..

Andreas e Stefano

Berretti bianchi onlus

Corpi civili di pace in Palestina

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