Progetto saltimbanchi, diario di bordo 5
- Subject: Progetto saltimbanchi, diario di bordo 5
- From: "Antonio Scalzi" <vincisca at tin.it>
- Date: Tue, 12 Apr 2005 11:44:37 +0200
- Organization: Erboristeria Rugiada
Hello everybody, sabah el her, buon
giorno.
Siamo di ritorno dal nord
della Cisgiordania. Oltre al casino degli spostamenti con tanto di sali-scendi
dal taxi, fila per passare i check-point, riprendi un altro taxi/bus ecc per
continuare, aspettare che si riempie il mezzo perché prima non si parte, il
casino totale del traffico schiacciato tra i diversi spezzoni del muro, colonie
protette da filo spinato, "flying check-point", cioè mezzi militari israeliani
che all'improvviso fermano e controllano tutte le macchine, strada distrutte e
comunque un paesaggio bellissimo (sembra alle volte che da un momento all'altro
spuntano Giuseppe e Maria da dietro l'angelo), In realtà, vorrei parlarvi di
altro. E questa e la storia di h. (non scrivo tutto il suo nome, che ne so.), un
"ragazzo" di 35 anni, che ha messo in piedi un'associazione a Tulkarem, che fa
un lavoro bellissimo di volontariato con bambini/e e adolescenti/e per
l'educazione, arte, musica e sport e sottolineo d’ambo i sessi. Prima della
seconda Intifada lavorava molto insieme a gruppi israeliani per un incontro, per
creare una base per una vita insieme. Viaggiava, faceva teatro in Olanda e in
Germania. Tulkarem sta a 9 km dal mare, e ora sta a 2 km dal muro, che lo separa
da tutte le aree circostanti. Da tre settimane si è ritirato l'esercito
israeliano dalla città. Questo per dare solo una vaga idea della situazione. Lui
aveva 6 fratelli. Uno era ricercato per attività politica, allora hanno pensato
bene di arrestare h. finché non trovavano suo fratello e quindi si è fatto 2
anni di galera, senza aver fatto nessun reato, e quando hanno preso il fratello
è stato rilasciato subito. Il fratello invece ha preso l'ergastolo. Un altro
fratello, 19 anni, e stato colpito da tre razzi sparato da un elicottero apache,
sempre per attività politica e partecipazione alla resistenza armata. La madre
invece, malata di cancro, con le continue persecuzioni della casa e soprusi
dalla parte dei soldati, non ce l'ha fatta e morta quando h. stava in prigione.
Lui, h. e una persona che non so come dire, lui ha una passione per la vita, la
pace e la libertà inimmaginabile. Ha un sacco di amici israeliani, ebrei. Lui
sta con un’israeliana, ebrea! La sua donna vive dall'altra parte del muro e si
amano! E di qua combatte anche con la sua gente, la sua società, che al nord e
molto più chiusa e tradizionale-religiosa che per esempio a Ramallah o a
Bethleheem. Quindi, diceva un altro fratello, sempre attivo nell'associazione,
dalla moschea hanno cominciato a dire delle stronzate su di loro, che era
immorale fare incontrare ragazze e ragazzi insieme etc. allora li hanno invitati
per vedere il posto la sede) e il lavoro che fanno e hanno avuto la meglio,
quelli della moschea si sono dovuti scusare. Dice il fratello che a loro non
interessa di che religione sei, sempre umani siamo, due occhi, una mente, un
cuore abbiamo tutti. Sostengono che la religione qui stronca le gambe e bisogna
aprire la mente per trovare altri modi, un altro camino per vivere in pace, dare
una vita dignitosa ai figli/e in una situazione più che difficile e pesante...
l'associazione si chiama: Dar Candil, che significa la "casa della lampada" ...
ci chiedono di restare, di tornare, di collaborare ancora... Inshallah,
speriamo.. poi andiamo a Qualkilya, una cittadina vicino, altro teatro, stesso
spettacolo. Siamo ospiti da una compagnia, il cui marito sta in carcere da 2
anni, dopo altri 2 di latitanza, ci racconta come l'hanno preso, agghiacciante.
Deve scontare ancora 13 anni per attività politica e resistenza. Per la cronaca
Qualkilya e circondata completamente (!) dal muro. I nostri spettacoli vanno
sempre bene, ne facciamo due a Tulkarem, uno a Qualkilya (nello ZOO!!!), e uno a
Qualandia, Vicino a Ramallah al ritorno. Finiamo sulla TV locale per ben tre
volte!!! mi fermo qui per oggi, un abbraccio. Spero che sono stato
comprensibile, per domande e perplessità sono sempre disponibile...
Un saluto caloroso, e
comunque non vi preoccupate, morto un papa, si farà un altro.. Andreas e Stefano
Berretti bianchi onlus
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