Progetto saltimbanchi, diario di bordo 2 e 3
- Subject: Progetto saltimbanchi, diario di bordo 2 e 3
- From: "Antonio Scalzi" <vincisca at tin.it>
- Date: Mon, 4 Apr 2005 00:03:35 +0200
- Organization: Erboristeria Rugiada
Rigiro la seconda e terza puntata dei messaggi di Andreas e Stefano a presto Bartolomeo Antonio
Scalzi
diario di bordo 2 Grazie per le risposte
ricevute, mi fanno sentire che, comunque, anche se sembriamo tutti disgregati e
dispersi in realtà non è cosi. Quindi continuerò a mandarvi i miei racconti per
farvi partecipe a questa spedizione saltimbanchesca in terra lontana, a
presto... Vi scrivo di nuovo dal
campo di Dehesheih............. Cosa scrivere mi chiedo.
Come faccio a descrivere la situazione che si vive qui, tra la noia e
un’attività frenetica, di fare qualcosa per fare qualcosa, cosa facciamo? Ho
l'impressione che ci sono delle attività, delle iniziative, però è molto
difficile riuscire veramente a concentrarsi a portare avanti qualsiasi discorso.
Noto una dispersione generale. Sarà una caratteristica
non troppo sconvolgente e in comune ad altri ghetti o situazioni di disagio
sociale però in questo momento la viviamo sulla nostra pelle ed è possibile
percepire di più cosa significa. Purtroppo la
situazione è grave. Facciamo il nostro
spettacolo, che sta crescendo e sento che veramente possiamo dare qualcosa, alle
volte la situazione, però è talmente difficile che non riusciamo a trasformare
la realtà e siamo noi ad essere travolti, per esempio, dalla baraonda di magari
300 ragazzini scatenati, con i maestri a fianco che stanno parlando d'altro, e
manca solo che li portiamo il caffè. La situazione è
complessa, e non sta a noi a giudicare, però alle volte un po' di considerazione
in più non guasterebbe. Comunque, lo spirito nostro è alto e andremo
avanti. Il lavoro d'artista indipendente è difficile ovunque e alle volte
bisogna lottare a 360 gradi. Per il resto siamo
presenti qui nel campo, discutiamo, ascoltiamo racconti del fratello arrestato,
delle umiliazioni ai check point, dell'impossibilità di movimento, della noia
mostruosa. Però assistiamo anche ai ragazzi che cantano la loro musica, che
ballano, che c’insegnano qualcosa. La comunità e forte e al suo interno c'è
gente in gamba, che ha capito benissimo che è l'ora di cercare prospettive,
di parlare della quotidianità, di dare speranze e di aprire la mentalità. C'è
stanchezza della lotta, dei morti, qui c'è tanta voglia di vivere in pace, di
muoversi diversamente. Un processo complesso, perché c'entra comunque la
libertà, la giustizia. Per ora non ci sono soldati qui in zona, e questo è
l'unica differenza di prima. Stanno al di là del muro e guardano, osservano cosa
succede in questa gabbia. Vi ricordo che stiamo parlando di 120.000 persone
circondate da un muro che, quando sarà completato, sarà di 8 m d’altezza, .
Qui si vive giorno per
giorno e si deve fare un'operazione mentale per non pensare alle prospettive.
Altrimenti non ce la fai, cioè è difficile pensare di stare in una prigione, con
l'unico reato d'essere nato in Palestina da genitori palestinesi.
diario di bordo 3 Hello
everybody, fadall, wellcome, ciao a tutte/i Oggi è venerdì, primo aprile,
scriviamo sempre da IBDAA, centro culturale/giovanile del campo di Deheisheh.
La nostra tournee si sta
sviluppando alla grande, fin quanto sia sostenibile un’affermazione del genere.
Lavoriamo la mattina nelle scuole e
negli asili e al pomeriggio nelle strutture dei campi profughi della zona.
Lo spettacolo è cresciuto e ha
preso delle forme bellissime, di grande interazione dalla parte dei bambini e di
grande liberazione attraverso la risata. Creiamo momenti di benessere
temporaneo e, in quanto temporaneo, allo stesso tempo di grande valore di
distensione. Siccome il tempo qui scorre in una
dimensione particolare ci sembra di essere qui da tantissimo tempo.
Lo spettacolo ad Aida camp era un
momento speciale, 200 bambini che vivono a 50 m dal muro di separazione.
Il centro è stato distrutto 2 anni
fa dall’esercito israeliano ed è stato riaperto solo un mese fa e noi
eravamo la prima grande iniziativa che hanno messo in piedi. Un cerchio di 200
bambini che ci ha avvolto con un’energia pazzesca, tanto da farci venire i
brividi. Ormai corriamo rischio di essere
travolti, però da vecchi lupi abbiamo trovato modi di attivare tutti bambini
attraverso movimenti e suoni semplici che li riportano in ascolto a ad essere
attenti. Veramente un’esperienza unica. Nel campo di Aida hanno grossi
problemi con i ragazzi, perché essendo diventato il posto di "confine" ci sono
tuttora incursioni continue dell'esercito, scaramucce, i ragazzini pensano solo
a scontrarsi, e a combattere. Tanti non sanno, o hanno problemi
con il leggere e lo scrivere. Il centro li vorrebbe accogliere e
portare l'attenzione via dallo scontro e farli pensare un po' di più e sè
stessi, un’impresa eroica con un muro di cemento alto 8 metri davanti al naso.
Ancora è da finire. il muro, cioè si passa ancora per i campi a trovare
lavoro in Israele. Dicono che tutte le mattine c'è il gioco di gatto e topo tra
l'esercito israeliano e la gente che va a cercare lavoro a Jerusalem
clandestinamente, con la conclusione del muro anche questa possibilità non ci
sarà più. Si teme il momento della chiusura totale.
Chiunque che sentiamo si esprime in
modo simile, stanchezza , l'impossibilità di vedere una soluzione nel conflitto,
il desiderio di una vita libera, e di sapere quanto sarà difficile da
raggiungere. Un amico la metteva cosi: beh, non
ci sarà una soluzione e quindi ora viviamo cosi, magari chi verrà dopo di noi
troverà un'altra via, cosa possiamo fare? Si parla di relativa calma, di un
periodo più tranquillo e basta. Non si vedono né soluzioni, né miglioramenti dei
problemi della vita quotidiana... Quindi anche io vi saluto, mi sta
aspettando il pranzo, per favore non esitate a fare domande o dare
commenti, siamo qui anche per voi. Ps: nel frattempo si è fatto
domenica, mi sono fatto un autopesce d’aprile, e mi sono incasinato
incredibilmente con la lista per mandare l'ultimo e questo diario di bordo
venerdì scorso. Spero di esserne venuto fuori, scusate per eventuali ritardi o
doppie mail etc. aspetto sempre le vostre domande e sollecitazioni.
Oggi siamo a Jerusalem (est), nel
Comunity Care Center, ci aspettano 400 bambini fra un ora si comincia, per
fortuna ci sono altri spettacoli oltre a noi. Qua fa un freddo boia, si doveva
lavorare nella città vecchia, però ora siamo al chiuso. A presto, tanti
saluti...andreas. |
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