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Sondaggio Apcom-Ipsos. Il 70% degli italiani vuole il ritiro delle truppe
dall'Iraq e non è convinta della versione degli USA. Il 19 marzo tutti in
piazza contro la guerra

"Un episodio ingiustificabile di cui sono responsabili i militari
americani. E' questa la spiegazione che la maggioranza degli italiani, il
49%, dà della vicenda che ha portato all'uccisione, sotto il fuoco
americano, del funzionario del Sismi Nicola Calipari, coordinatore
dell'operazione di intelligence che ha portato alla liberazione di Giuliana
Sgrena. Il sondaggio, dell'Apcom-Ipsos, fa emergere come il 70% degli
italiani sia convinto che il governo americano non dirà la verità e non
fornirà elementi utili per capire come sono andate realmente le cose e,
sempre il 70%, con un forte aumento rispetto alle percentuali emerse un
anno fa alla stessa domanda, si proclama per il ritiro dall'Iraq.
Guardando alle risposte del campione, salta agli occhi come i più convinti
siano quelli di età compresa tra i 31 e i 45 anni (è il 59% del campione) a
ravvisare senza ombra di dubbio una responsabilità americana: tra i
sostenitori di questa tesi il 58% ha in tasca una laurea, il 60% svolge la
libera professione, è imprenditore o dirigente, e il 56% risiede
principalmente nelle regioni del centro sud.
Quanto agli orientamenti politici, gli elettori di centro sinistra
propendono fortemente per una responsabilità diretta dell'esercito
americano (il 67% di coloro che alle scorse elezioni europee hanno votato
per l'Ulivo), mentre l'elettorato di centro destra crede in misura maggiore
nell'errore umano e nella sfortuna. La versione della fatalità è supportata
dal 31% degli intervistati per i quali la morte di Calipari "è stata un
tragico errore". In questo gruppo si nota una discreta prevalenza di
pensionati (40%), di diplomati (39%) che lavorano soprattutto (38%) come
commercianti o artigiani e di casalinghe (36%). La maggioranza abita nelle
regioni del Nord Ovest e alle Europee del 2004 ha votato prevalentemente
(41%) centrodestra. Solo il 7% crede che la morte di Nicola Calipari sia da
imputare ai servizi italiani e il 13% non risponde.
Sulla possibilità di acclarare le responsabilità che hanno portato alla
morte del funzionario del Sismi Nicola Calipari, la stragrande maggioranza
degli italiani non ha dubbi: dagli Usa non verranno offerti elementi utili
a fare luce sull'accaduto. Nel sondaggio Apcom-Ipsos alla domanda se il
governo americano dirà la verità o meno, dando all'esecutivo italiano tutte
le informazioni necessarie, il 70% degli intervistati risponde un secco
"no". Questa opinione, tra l'altro, è condivisa anche da coloro, il 31%,
per i quali la morte di Calipari è da attribuirsi a un errore umano e alla
sfortuna. Questo pessimismo riguarda in modo trasversale gli elettori di
centro sinistra e quelli di centro destra: il 60% degli elettori
dell'attuale maggioranza di governo non crede che gli Stati Uniti
forniranno elementi utili per scoprire le reali cause della morte
dell'agente italiano.
Solo il 21% è convinto che Bush darà spiegazioni soddisfacenti sulla
sparatoria costata la morte a Calipari. Sono soprattutto le persone in età
adulta, dai 31 ai 45 anni (74%) e quelle oltre i 60 anni (70%), i
commercianti e gli artigiani (75%) e gli operai, con un picco dell'82%,
residenti al centro sud (78%), a fidarsi poco degli americani. Il "sì" si
distribuisce soprattutto (26%) tra i giovani dai 18 ai 30 anni. Anche se
prevale nettamente lo scetticismo riguardo alla volontà americana di
collaborare, gli italiani non sembrano attribuire all'episodio un peso tale
da modificare in negativo l'immagine degli Stati Uniti.

Si delineano due gruppi quantitativamente equivalenti che sembrano
differenziarsi principalmente per genere, età e livello di scolarità: i più
giovani e le donne, forse perché emotivamente più colpiti, vedono in questo
episodio un elemento che potrà mutare negativamente l'immagine che
l'opinione pubblica italiana ha degli Stati Uniti, mentre per gli uomini
(in modo particolare quelli tra i 46-60 anni) e le persone più istruite
questa vicenda non avrà effetti di lungo periodo. Politicamente questa
vicenda non muterà l'immagine, positiva o negativa, che gli italiani hanno
degli Usa: gli elettori di centro destra e quelli di centro sinistra hanno
a tale riguardo opinioni molto simili. Lei personalmente sarebbe favorevole
o contrario al ritiro dei militari italiani dall'Iraq?

Alla domanda del sondaggio sul caso Calipari il 70% degli intervistati si è
proclamato a favore. Solo il 25% si pronuncia per il proseguimento della
missione italiana in Iraq. Nel marzo 2004, i favorevoli al ritiro non
andavano oltre il 55%. La volontà che i nostri militari lascino l'Iraq,
caratterizza in modo particolare le donne (75%), le persone meno
scolarizzate (84%) e gli anziani (il 76% degli ultrasessantenni). Questi,
secondo i sondaggisti, i profili che più di altri, in queste occasioni,
risentono del clima di opinione prevalente.

Comunque, le divergenze maggiori in merito ad un eventuale ritiro italiano
dall'Iraq si registrano rispetto all'appartenenza politica
dell'intervistato: anche alla luce di questo tragico episodio, aumenta tra
gli elettori di centro sinistra (il 79% di quelli che hanno votato per
l'Ulivo alle Europee del 2004) l'idea che il contingente militare italiano
debba lasciare l'Iraq, mentre l'elettorato di centro destra si divide
equamente tra favorevoli e contrari" [si può leggere il sondaggio completo
su <http://www.agcom.it]./>http://www.agcom.it].