Sulla manifestazione del 19 a Roma
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- Date: Mon, 21 Mar 2005 14:04:59 +0100
Successo
della manifestazione del 19 per il ritiro delle truppe d’occupazione
dall’Iraq. Come deliberato dal Forum di Porto Alegre, anche in
Italia si è tenuta con una nutrita partecipazione da varie città la
mobilitazione in occasione del secondo anniversario dell’invasione dell’Iraq.
Oltre cinquantamila persone hanno sfilato per le vie di Roma ribadendo la
richiesta dell'immediato ritiro delle truppe. In primis naturalmente di
quelle italiane che, nonostante i tentativi governativi di mascherarle da truppe
di pace, rimangono truppe d’occupazione per fini di rapina e di oppressione
verso il popolo iracheno al servizio degli interessi del capitalismo
italiano. La manifestazione è riuscita nonostante la
concomitanza di diverse altre scadenze convocate per la stessa giornata in varie
città e nonostante lo scarso rilievo e sostegno dimostrati verso di essa anche
dalla stampa “amica” a cominciare dal Manifesto e Liberazione. Tutto ciò ha reso ancora più importante la
manifestazione di Roma che, anche non raggiungendo le cifre di Londra
dove hanno sfilato circa 200 mila persone, né quelle di precedenti
mobilitazioni, si è caratterizzata per essere una vera mobilitazione
autorganizzata, capace di attivizzare le varie anime del pacifismo che
mantengono la propria ferma opposizione al prosieguo della presenza delle truppe
italiane in Iraq. Giustamente lo striscione di apertura faceva
riferimento alla larghissima e maggioritaria opposizione ancora esistente alla
partecipazione italiana all’occupazione irakena. Un dato questo che dovrebbe
mettere le ali ai piedi della mobilitazione e che invece viene vissuto con
imbarazzo dal centro-sinistra impegnato piuttosto a trovare con il governo
Berlusconi una " exit strategy" bipartizan dall'Iraq. L’altro elemento significativo della mobilitazione
di Roma è stato il riconoscimento della importanza della diffusa resistenza
proveniente dal popolo irakeno contro l’occupazione coloniale di cui sono fatti
oggetto, e di come dal successo delle sue varie forme di opposizione, insieme
alle mobilitazione nei paesi occidentali occupanti, possa venire uno stop
significativo ala strategia della guerra infinita, di cui si intravedono nuove
significative tappe nelle minacce all’Iran e alla Siria. La mobilitazione del 19 marzo a Roma ha testimoniato
la crescente sensibilità e mobilitazione contro le basi militari presenti sul
territorio italiano. La campagna di opposizione alle basi sta trovando un suo
crescente radicamento e protagonismo nei vari territori, come momento di
contrasto più immediato ed efficace alla strumentazione della guerra di
aggressione infinita messa in atto dalle potenze occidentali, ma anche contro la
minaccia rappresentata dalla presenza di tali basi per le stesse popolazioni in
cui sono insediate. Si tratta ora di dare continuità e di rafforzare tale
opposizione per il prossimo futuro, rafforzando quell’autonomia e radicalità del
movimento di cui la mobilitazione di Roma è stata una significativa
testimonianza che si attendeva da tempo. Adesso
è possibile contrastare nei fatti i tentativi di addomesticare il
movimento stesso e di farlo diventare un’appendice per giochi parlamentari ed
istituzionali da parte di chi, in fondo ritiene che non sia il caso di insistere
con il ritiro immediato delle truppe in nome dei superiori interessi nazionali e
dell'affidabilità come forza di governo. I/Le compagne di Red Link - red_link at tiscali.ite della
Rete dei Comunisti - cpiano at tiscali.it |
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