Appello 19 marzo



Sta circolando in queste ore un appello per la partecipazione alla grande
manifestazione europea contro la guerra e il liberismo, per una Europa
sociale di pace che si terrà a Bruxelles il 19 marzo, così come stabilito
al forum mondiale di Porto Alegre dall'assemblea dei movimenti sociali. La
manifestazione, parallela a quella dei sindacati avrà queste parole:
- Via le truppe dall'Iraq
- Via Bolkestein dall'Europa
- Diritti sociali e del lavaro per tutti
- Liberiamo Giuliana, tutti gli ostaggi e il popolo iracheno

Ecco il testo dell'appello:

Nell'anniversario dell'inizio della guerra all'Iraq, e alla vigilia del
vertice europeo sulle questioni sociali, il 19 marzo a Bruxelles sindacati,
organizzazioni giovanili, movimenti sociali daranno vita a una grande
giornata di lotta.
Invitiamo tutti e tutte a partecipare alla manifestazione dei movimenti
sociali europei contro la guerra e il liberismo.
Guerra e liberismo si alimentano a vicenda. Producono morte, sofferenza,
insicurezza e diseguaglianza, e ipotecano il futuro dell'umanità e del
pianeta.
Stiamo vivendo tempi difficili, anche in Europa. Il liberismo risponde alla
propria crisi con la guerra, l'occupazione dell'Iraq e il rilancio della
guerra globale permanente. Dieci anni di politiche europee e di Trattati
hanno disegnato un'Europa mercantile e monetaria.
È l'Europa della libera circolazione dei capitali, della precarizzazione
del lavoro, della mercificazione dei beni comuni e della privatizzazione
dei servizi pubblici. È una Europa che compete con gli Usa per il dominio
sul sud del mondo, che vuole un forte esercito europeo, che diventa
fortezza per
escludere le popolazioni migranti.
La proposta di Direttiva Bolkestein, in discussione presso il Consiglio e
il Parlamento europeo e la Direttiva sull'orario di lavoro tentano di dare
il colpo di grazia a quel che rimane del "modello sociale europeo". Si
vogliono mettere definitivamente nelle mani delle grandi corporations i
diritti sociali acquisiti, liberalizzando i servizi. Attraverso
l'introduzione del "principio del paese d'origine" si vogliono
definitivamente smantellare i diritti del lavoro. È la prospettiva della
solitudine competitiva,  della precarietà per tutti e tutte. E' la fine del
diritto al lavoro, dei diritti del lavoro, del diritto a godere dei servizi
essenziali e dei beni comuni.
È un'altra l'Europa che vogliamo.
Vogliamo un'Europa di pace, che ripudia la guerra in tutte le sue forme,
che riduce drasticamente le spese militari, che costruisce ponti tra
civiltà diverse, che accoglie le popolazioni migranti.
Chiediamo la liberazione di Giuliana, di Florence e di tutto il popolo
iracheno ostaggi della guerra. Chiediamo il ritiro di tutte le truppe di
occupazione dall'Iraq, a partire da quelle italiane.
Vogliamo un'Europa che parta dal riconoscimento dello spazio pubblico e dei
diritti sociali e del lavoro come principi fondativi della propria
organizzazione economica, politica e sociale.
Chiediamo il ritiro della Direttiva Bolkestein e della Direttiva
sull'orario di lavoro.
Chiediamo che l'Unione europea fermi l'Accordo generale sul commercio dei
servizi [Gats].
Chiediamo un contratto e norme europee sul lavoro. Chiediamo direttive che
sostanzino l'universalità di beni comuni e servizi come garanzia di diritti
sociali, gestiti in forma pubblica e partecipata. Chiediamo diritti di
cittadinanza europea fondati sulla residenza.
Di fronte alla guerra e a un liberismo senza confini, vogliamo sottrarre
vita e società alla logica della guerra e del libero mercato.
Perché l'Europa sia luogo di pace e di democrazia reale. Perché l'Europa
sia soggetto attivo del cambiamento verso un mondo diverso. Se è possibile,
inviate le adesioni sia individuali che collettive il piùpresto possibile a
questi indirizzi:
<mailto:albano at arci.it>albano at arci.it o
<mailto:bruxelles19marzo at arci.it>bruxelles19marzo at arci.it



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