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Volontari aggrediti dai coloni
- Subject: Volontari aggrediti dai coloni
- From: nathan never <natnev at interfree.it>
- Date: Sat, 26 Feb 2005 12:10:26 +0200
Ultimi aggiornamenti da Logan sull'aggressione dei volontarie e delle volontarie di Operazione Colomba da parte dei coloni a sud di Hebron. Nathan Never Carissimi, Dopo 9 giorni dall'aggressione, riesco a trovare il tempo di scriverne. Quello che segue e’ un breve e non esaustivo resoconto del fatto. Inoltre di seguito trovate anche due comunicati a riguardo. La mattina del 16 febbraio 2005,Joannes (obiettore presso Operazione Colomba), Sally (volontaria del Christian Peacemaker Teams) e il sottoscritto, ci siamo recati a Tuba per la strada lunga 7 chilometri, essendo la breve di 2chilometri a noi vietata. Tuba e’ la frazione da dove ogni mattina partono I bambini per andare alla scuola di At/Tuwani. Siamo andati a dire ai bambini di stare tutti vicini, perche da quando I bambini sono diventati 15, il gruppo si sparge lungo la strada rendendo la loro situaizone meno sicura in caso di attacco dei coloni dell’outpost. Verificato che la polizia fosse presente ed in orario e che lungo il tragitto non avvenissero minacce o violenze sui bambini da parte dei coloni dell'outpost, siam andati con alcuni pastori del villaggio. Questo perche la mattina precedente un colono li aveva scacciati dai pascoli.
Nello stesso momento Monica (Operazione Colomba) e Diane (Christian Peacemaker Teams) erano con altri pastori di At-Tuwani a circa 500metri in linea d aria da noi, nella frazione di Karruba (un gruppo di 4 grotte abbandonato dagli abitanti palestinesi 7 anni fa a causa delle violenze die coloni). Circa alle 11 del mattino, due coloni di cui uno armato sono usciti dal bosco in cui vi e' l'outpost. Uno di essi ha sparato un colpo di fucile verso Monica, Diane ed i pastori con cui erano, per fortuna senza prendere nessuno. L altro colono si e' avvicinato a loro urlando con fare minaccioso. Monica e Diane ci hanno chiamato chiedendo aiuto. Noi abbiamo telefonato alla polizia e poi ci siamo incamminati in loro soccorso. Mentre camminavamo verso di loro, a circa 200 metri da dove erano, siamo stati raggiunti dal colono che precedentemente si era avvicinato a Monica e Diane urlando. Questo insieme ad un altro ci sono venuti addosso correndo.
Ho messo le mani in alto dicendo in inglese: "Shalom, voi non avete necessita di picchiarci ne noi di essere picchiati" E un pugno mi e' arrivato sulla bocca. Poi si sono diretti su Joannes che aveva la videocamera in mano e la macchina fotografica a tracolla, cercando di prenderglele. Joannes ha passato la videocamera a me, i due si sono diretti verso di me, poi ho lanciato la videocamera a Sally che me l'ha rilanciata ma con poca forza tanto che la videocamera e' caduta a terra su una pietra. Allora ho raccolto la videocamera, sono corso lontano 15/20metri, ho nascosto la videocamera in un cespuglio e sono tornato dove erano i miei amici e gli aggressori. In questo frangente, uno dei due ha picchiato Joannes con pugni e un calcio rotante tipo Van Damme. Il tutto senza che vi fosse reazione da parte di Joannes. Quando son giunto sul posto,lo stesso che ha picchiato Joannes mi e' venuto vicino. L'ho guardato negli occhi (blu) e gli ho detto:
"Voi potete vivere qui senza fare violenze a chi gia ci vive" E una gomitata in bocca. "Voi vivete li, i palestinesi la,perche non potete vivere vicini?" E un pugno sull'occhio piu un calcio vicino alla tempia sinistra. "Perche ci picchiate? Non fa bene ne a voi ne a noi?" Un calcio al petto e uno, mancato, verso le mie parti intime.Incredibilmente, tutti colpi ce mi mi ha dato non mi hanno danneggiato. solo un lieve torpore sulla testa, un dente un po infiammato per due giorni e uno scortico sul naso. Poi se ne sono andati. Uno di loro, quello che non ci ha picchiato, con la camera fotografica di Joannes. Abbiamo visto in faccia quello che ha rubato la macchina fotografica. Il picchiatore invece aveva il volto coperto. Pero dalle immagini girate prima dell'aggressione (nella videocamera caduta ma non rotta che poi ho nascosto nel cespuglio) si vedono i due a volto scoperto e poco dopo gli stessi a volto coperto correre verso di noi. Le immagini al momento sono presso il Pubblico Ministero. L aggressore che ha rubato la camera fotografica e' in stato di arresto. Del picchiatore non so nulla, ma con le immaginipotrebbero riconoscerlo. La polizia e' stata chiamata alle 11.05. Noi siamo stati picchiati alle 11.25 circa. La polizia e'giunta verso le 11.45. Joannes dopo il pestaggio era steso per terra,in stato confusionale. Scopriremo poi dopo i danni,doppia frattura alla mandibola, retina dislocata, nessun ricordo del fatto, fortissimo mal di testa, occhio nero. L ambulanza non e' mai giunta sul posto, tanto che Joannes e' stato trasportato all ingresso della colonia (dove attendeva l ambulanza) da un mezzo dell esercito (ovviamente senza barella o precauzioni). Nell ambulanza c'era solo il guidatore. Controlli scadenti all ospedale di beer Sheeba (dove imparo che un mese fa una persona e'morta dopo 8 ore di attesa di un medico che la visitasse).
Non proviamo rancore per gli aggressori.Crediamo sia possibile che i coloni possano stare dove sono senza compiere violenze verso i palestinesi vicini, perche questa e' la situazione di tutte le altre colonie della West Bank.
Salam Shalom Logan www.operazionecolomba.org COMUNICATO STAMPA 24 FEBBRAIO 2005 Bocca chiusa per più di 3 settimane al giovane Casco Bianco aggredito da coloni. Aperta l’inchiesta sull’attacco dei coloni dopo l’arresto di uno dei responsabili. Da ieri Johannes Steger, il giovane Casco Bianco coinvolto, il 16 Febbraio scorso, nell’attacco da parte di alcuni coloni di Havat Ma’on ad un gruppo di pastori e volontari nel villaggio di At-Tuwani, è ricoverato presso l’ospedale di Bolzano dove gli è stata chiusa la bocca e fissata la mandibola a causa delle fratture subite durante l’aggressione. Permane la lesione alla retina e lo stato di amnesia sui fatti a lui accaduti. L’arresto di uno dei presunti responsabili dell’aggressione ha dato il via all’apertura di un’inchiesta da parte delle autorità Israeliane che ha permesso, nella giornata di martedì 22 febbraio, di fronte alla Corte di Beer Sheva, la deposizione delle testimonianze di due delle volontarie coinvolte. Nei giorni successivi all’aggressione le associazioni pacifiste israeliane ( Ta’ayush, i Rabbini per i diritti umani, Machsom Watch, B’tselem) e vari gruppi di volontari internazionali hanno dimostrato la loro solidarietà e il loro sdegno per l’accaduto, alcuni manifestando tutti insieme nei pressi dell’insediamento di Ma’on. Ha inoltre espresso la loro solidarietà la Piattaforma per le ONG italiane per la Palestina. Le autorità militari e politiche chiamate a rispondere sull’utilizzo dei pascoli e delle terre intorno al villaggio di At-Tuwani dopo l’accaduto, hanno dichiarato quell’area zona militare chiusa, con la conseguente impossibilità per i palestinesi di utilizzarla. Ciò però non varrà per i coloni che se ne sono appropriati illegalmente coltivandone le terre. Lunedì 21 c.m., il Governo Israeliano ha approvato il cambiamento del tracciato del Muro, spostandolo sulla Green Line nell’area sud di Hebron, con conseguente annessione delle colonie nei possibili, futuri territori palestinesi. Questo ha provocato un aumento della tensione tra coloni e Stato d’Israele e conseguentemente tra coloni e popolo palestinese. La notte del rientro in Italia ( 22 Febbraio), Johannes Steger è stato sottoposto per più di un’ora a controlli e interrogatorio, gli sono stati fatti togliere i vestiti, non gli è stato concesso di potersi sedere nonostante le condizioni cliniche critiche e le certificazioni mediche presentate alla polizia di frontiera. Il Consolato di Gerusalemme non ha potuto farsi carico del trasporto di Johannes in aeroporto, nè l’ambasciata di Tel Aviv, ha potuto far nulla per evitare a Johannes il trattamento subito all’aeroporto. I volontari dell’Operazione Colomba ringrazia la Dott.ssa Tofano e la Dott.ssa Blima (Ambasciata Italiana) per la loro presenza a fianco di Johannes nei momenti difficili. Si ringrazia inoltre il Dott. Recchia ( Ufficio OCHA di Hebron) per il sostegno e l’aiuto concreto dato. Per ulteriori informazioni, contattare i volontari: 00972 544473150 00972 547382452
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