assassinio di Malcom X



shalom! mi sembrava giusto ricordare i 40 anni dell'omicidio.pace e bene.
andrea



Malcolm X	 19 maggio 1925
 21 febbraio 1965
 Anonimo proprio no!
 Malcolm X nelle opere letterarie






Settimo di 11 figli, Malcolm nasce il 19 maggio 1925 a Omaha, nel Nebraska.
Suo padre, Earl Little, era un pastore battista mentre la madre, Louise
Norton, era un'immigrata di Grenada, a quel tempo isola antillana che
apparteneva all'impero britannico. Entrambi avevano aderito alla Universal
Negro Improvement Association, il movimento pan-africanista di liberazione
dei neri, fondato nel 1914 dal politico giamaicano Marcus Garvey.

A quel tempo tra i gruppi razzistici più attivi vi era il Ku Klux Klan,
fondato nel 1867 nel Tennessee da ex-appartenenti all'esercito sudista,
messo fuorilegge nel 1869 e rinato in Georgia nel 1915. Proprio a questa
organizzazione si attribuì, nel 1931, la morte del padre di Malcolm,
colpevole di aver predicato in quartieri segregati dei neri.

Nel 1937 la cronica mancanza di reddito e la grave malattia che aveva
colpito la madre cominciarono a disgregare la famiglia di Malcolm, che
venne affidato ad alcuni amici. L'anno seguente fu espulso dalla scuola per
"cattiva condotta e comportamento anti-sociale" e venne spedito nella casa
di correzione di Lansing. Nel gennaio 1939 gli assistenti sociali e il
giudice decisero, dopo l'aggravamento della malattia, di rinchiudere la
madre Louise in manicomio. Intanto Malcolm, nel correzionale dello Stato
del Michigan, si segnalava come brillante studente, anche se sente molto
forte la discriminazione che pesa sulla sua carriera dell'avvocato.

Poco dopo, insieme alla famiglia, si stabilisce nel ghetto nero di Boston
dove lavora come lustrascarpe e come inserviente in ristoranti e treni.
Entrato a far parte di alcuni gruppi anarchici, lascia il lavoro per
trasformarsi in un organizzatore di scommesse clandestine. Arriva anche a
spacciare droga. Ricercato dalla polizia, nel 1945, ritorna a Boston e si
mette a capo di una banda di rapinatori, ma l'esperienza ha vita breve.
Nel febbraio 1946, viene arrestato per una banale rapina e condannato a
dieci anni di carcere.

Dal febbraio 1946 al luglio 1952 Malcolm soggiornò in tre carceri del
Massachussetts. Nella colonia penale di Norfolk, in cui trascorse il
periodo 1948-1951, avviene la sua trasformazione. Attraverso il fratello
Reginald, Malcolm entra in contatto con la Nazione dell'Islam e col suo
capo Elijah Poole, che intanto aveva assunto il nome di Elijah Muhammad. La
Nazione dell'Islam predicava il separatismo autosufficiente dei neri dai
bianchi (necessario prima del ritorno in Africa), denunciava il razzismo
della religione cristiana e lottava contro la droga, il tabacco, l'alcol, i
cibi impuri e ogni forma di vizio.

Malcolm inizia a studiare e a leggere facendo nello stesso tempo
proselitismo tra le mura del carcere. Diventa pericoloso al punto che per
evitare problemi le autorità carcerarie decidono di liberarlo.
Trovato lavoro come commesso, si stabilisce a Inkster, ghetto nero di
Detroit, e prende la decisione di cambiare il cognome in "X", a perenne
ricordo della privazione del suo vero nome africano a cui i bianchi avevano
assoggettato i suoi antenati in schiavitù nel Nuovo Mondo.

Decide di lavorare anche alla catena di montaggio di un'industria
automobilistica per poi passare ad essere "rettificatore" alla Gar Wood,
una fabbrica di camion, e fare ritorno, in seguito, sulla costa orientale,
diventando il più infaticabile predicatore della Nazione dell'Islam. Apre e
organizza nuove moschee e trasforma la Nazione dell'Islam in un dinamico
gruppo politico-religioso di "musulmani di colore, separatisti e
rigidamente organizzati". Nel 1958 si sposa con una compagna del suo
movimento, Betty Shabazz e si stabilisce a New York

Negli anni 1963-64 egli matura la decisione di fondare con un gruppo di
seguaci, "l'Organizzazione dell'Unità Afroamericana". I viaggi in Europa,
Medio Oriente e Africa, gli offrono il destro per diffondere le sue idee,
che comprendono due punti fondamentali:
una più stretta intesa con gruppi antisegregazionisti operanti nel Sud e
nel resto del paese e il tentativo di internazionalizzare il problema dei
neri, cercando intese con paesi arabi, soprattutto africani, ed ex-colonie,
per creare un fronte e un'azione comuni.

Intanto Malcolm continua a prendere posizioni forti contro il governo degli
Stati Uniti, in politica interna ed estera, trovando il tempo per finire di
scrivere, con l'aiuto del giornalista Alex Haley, la sua "Autobiografia".


Non condividendo il pacifismo di Martin Luther King, rompe con lui dopo la
marcia su Washington, consentita dal potere centrale. La tempesta però si
avvicina. Durante la visita al Cairo è vittima di un tentativo di
avvelenamento. Al suo rientro, a New York, il 14 febbraio 1965, un
attentato dinamitardo gli incendia la casa da cui a stento si salva con
moglie e figlie. Il 21 febbraio doveva tenere una conferenza a New York.
Aveva chiesto di tener lontani tutti i giornalisti e di non perquisire
nessuno. Non fece neppure in tempo a iniziare il discorso che tre uomini
seduti in prima fila iniziarono a sparargli contro con fucili e pistole. Fu
colpito da 16 proiettili di cui tre mortali.

Chi è stato ad uccidere Malcom X? A tutt'oggi sono al vaglio diverse
ipotesi. C'è chi sospetta della sua cerchia di collaboratori, chi dell'FBI
e chi ancora della malavita organizzata e del traffico di droga che, grazie
a Malcom X, avevano subito un netto calo degli affari.

Di recente, una delle figlie di Malcolm, Qubilah Shabazz, ha accusato
l'attuale capo della Nazione dell'Islam, Louis Farrakhan, di essere stato
il mandante dell'assassinio. La vedova di Malcolm, Betty, è stata uccisa
nel 1997 da un nipote dodicenne, anche lui di nome Malcolm.