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La destra accusa A SUD di sostegno alle organizzazioni terroristiche
- Subject: La destra accusa A SUD di sostegno alle organizzazioni terroristiche
- From: "Redazione A SUD" <redazione at asud.net>
- Date: Fri, 18 Feb 2005 20:08:10 +0100
La Destra dice "no" alla pace e accusa A SUD di sostenere organizzazioni terroristiche di estrema sinistra Roma, 17 febbraio 2005 "L'associazione A Sud agisce all'interno di un'iniziativa internazionale promossa da gruppi vicino ai narcoguerriglieri della Colombia per screditare il governo democratico del Presidente Uribe". Sempre A Sud, "appoggia indirettamente organizzazioni terroriste di estrema sinistra". Così il Capogruppo di Forza Italia, On. Lovari, ha argomentato il "no" dell'opposizione di centro destra del Comune di Roma alla mozione del 7 febbraio, promossa da A Sud e portata in Consiglio dall'On Cirinnà, dall'On Sentinelli e dall'On Gasparri. La mozione è poi passata con 18 voti favorevoli su 34 e il Comune di Roma ha così aderito alla "Rete di solidarietà delle Comunità di pace colombiane dell'area del Chocò e dell'Urabà", di cui in Italia è capofila il comune di Narni insieme a numerose istituzioni umbre, al Consiglio regionale della Toscana e a molte Ong internazionali e associazioni. L'associazione A Sud è stata dunque oggetto di accuse gravissime, che denotano una totale ignoranza sulle sue attività, accuse alle quali si sente in dovere di rispondere con puntualità. A Sud è una Onlus che da anni lavora al fianco delle organizzazioni indigene, dei movimenti delle donne, delle organizzazioni contadine e popolari, dei sindacati dei lavoratori e dei movimenti sociali del Sud America e si batte per la difesa dei diritti delle popolazione del Sud del mondo, per la giustizia sociale e per la pace. A SUD insieme a numerose istituzioni locali italiane, realizza progetti di cooperazione internazionale nel Sud del mondo per sostenere le richieste che vengono da quelle organizzazioni e comunità che stanno lottando per la difesa della propria cultura e del proprio territorio. Organizza carovane di interposizione nei luoghi del conflitto e delle guerre, alle quali partecipano giornalisti, rappresentanti di associazioni, movimenti e forze politiche, il cui primario intento è quello di portare l'attenzione internazionale su situazioni di violazione dei diritti umani che altrimenti continuerebbero ad essere ignorate dalla grande comunicazione di massa, sempre più condizionata dalle grandi corporations. Paiono dunque assolutamente prive di fondamento le illazioni dell'Onorevole di Forza Italia. Le Comunità di pace, come la più nota San José de Apartadò che conta meno di 500 abitanti, sono piccole comunità rurali del Nord Ovest colombiano che si sono dichiarate pubblicamente neutrali di fronte al conflitto armato che insanguina la Colombia da oltre 40 anni. Non sappiamo cosa intenda Forza Italia quando parla di connivenze con "organizzazioni terroristiche di estrema sinistra", però ci chiediamo se sono già rientrate nell'elenco delle "organizzazioni terroristiche di estrema sinistra" le principali organizzazioni indigene della Colombia, dell'Ecuador, della Bolivia e del Messico, o la "Coordinadora de defensa del agua y la vida" o i "regantes" della Bolivia, o le organizzazioni ecologiste della regione Andina, o i movimenti delle donne, o i lavoratori del MDT argentino, la "Red Vida" che unisce tutte le organizzazioni che si battono affinché l'acqua sia un diritto umano fondamentale, il "Colectivo de Abogados" Alvear Restrepo della Colombia (recentemente insignito dalle Nazioni Unite con il premio "Ennal" per i diritti umani), solo per citare alcune delle "organizzazioni terroristiche di estrema sinistra" con le quali lavora A SUD. La Colombia vive una situazione di guerra che va avanti da oltre cinquant'anni ed è oggi il Paese più violento del pianeta, dove in media 20 persone vengono assassinate ogni giorno: cinque impegnate direttamente nei conflitti armati, quindici per motivi politici. Ogni giorno più di mille persone vengono cacciate dalle loro terre. L'80% dei crimini commessi in Colombia viene attribuito ai paramilitari, alle forze di sicurezza e dell'esercito. Secondo l'On. Lovari, le cose in Colombia sono in netto miglioramento ("gli atti di sequestro e di terrorismo diminuiscono", dice), e appare quindi ingiustificato l'appoggio alle Comunità di pace e le accuse di violazione dei diritti umani mosse da A Sud nei confronti del Presidente colombiano Alvaro Uribe. Anche perché, sempre secondo il consigliere di Forza Italia, il Presidente colombiano "...ha commesso un solo peccato: aver condotto un'azione energica per ristabilire la democrazia e la libertà dei contadini e dei cittadini colombiani". Un solo peccato: il Presidente Alvaro Uribe già da governatore della regione di Antioquia ha fondato "Convivir", la prima cellula di autodifesa paramilitare nata in Colombia nel 1994. Tra il '95 e il '97, proprio durante il governatorato di Alvaro Uribe, è stato semplicemente compiuta, con studiata professionalità, una "operazione politica" già iniziata qualche anno prima: decapitare i vertici dell'opposizione democratica e delle principali organizzazioni popolari. Una mattanza trasversale di sindaci, rappresentanti dell'Unione Patriottica, contadini, indigeni, difensori dei diritti umani, estesa fino a colpire i vecchi dei piccoli villaggi. Il risultato nel Dipartimento di Antioquia: 200 mila "desplazados"(sfollati), 3.000 persone uccise. Alvaro Uribe per ristabilire la democrazia e la libertà in Colombia ha esportato questo modello di "trasparente legalità" in tutto il resto del Paese infiltrando informatori e paramilitari all'interno della società civile. Negli ultimi due anni sono stati reclutati un milione di vigilantes-spia che agiscono all'interno di ogni categoria sociale e produttiva. Il bilancio del governo Uribe si legge nei dati: da agosto 2002 al giugno 2004, cioè nei primi due anni di governo, è aumentato il numero di persone che hanno perso la vita a causa della violenza sociopolitica in Colombia, fino ad arrivare a 10.586 assassinati, secondo la Corte Interamericana per i diritti umani. Di questi 6148 sono civili assassinati per le loro attività ed il loro impegno. L'11% degli omicidi è imputabile direttamente ai funzionari pubblici, il 69,3% ai paramilitari con l'appoggio e la complicità dello Stato ed il 22,8% alle guerriglie. Sempre nello stesso periodo più di 300 persone sono state giustiziati per mano di agenti statali e quando le ong internazionali hanno più volte tentato di far luce su questi delitti la risposta è stata che si è trattato di "errori militari". Dal luglio 2003 ad oggi, sei sindacalisti ogni settimana vengono assassinati nell'impunità più totale solo per essersi battuti per condizioni di vita meno umilianti. Stessa sorte per gli oppositori politici istituzionali, nonostante le rassicurazioni di Uribe. Per aver contestato la "politica di sicurezza democratica", 71 sono i membri assassinati appartenenti alla formazione politica UP (Unione Patriottica) nei primi due anni di governo, mentre 33 sono i difensori dei diritti umani ad essere stati uccisi, cifra record per ogni epoca secondo la Commissione Colombiana dei giuristi. Anche la tortura rimane una pratica diffusa in Colombia ed il governo Uribe ha fatto meglio di tutti i suoi predecessori. Sono annualmente circa 340 le vittime della torture: circa una ogni giorno. Più della metà sono attribuite ad agenti statali, secondo la Commissione colombiana dei giuristi. Circa tre milioni, invece, sono i "desplazados" gli sfollati che vengono trasformati in esseri subumani invisibili che hanno come unica possibilità quella di morire ai margini delle grandi città. Solo quest'anno nei primi sei mesi sono già 130.346 le persone obbligate ad abbandonare le loro residenze, circa il 35% in più rispetto allo scorso semestre. Anche le carceri esplodono in Colombia. Le persone arrestate lo scorso anno sono state 125.778 e di queste circa 100.000 sono state, dopo essere state intimidite, successivamente rilasciate, a riprova dell'utilizzo a dir poco spregiudicato che viene fatto dello strumento della detenzione. I dati ed i principali indicatori macroeconomici completano il quadro sui primi due anni e mezzo del governo Uribe. La FAO, dopo i due anni del Governo Uribe, inserisce la Colombia tra i dieci paesi più affamati al mondo, dove il 67% della popolazione vive sotto la linea di povertà. Ogni anno ci sono 1,5 milioni di nuovi poveri e 180.000 bambini perdono la vita per malattie facilmente curabili a causa dell'inesistenza di un sistema sanitario. Il CEPAL sostiene che la Colombia dovrebbe crescere al 5,7% annuo per i prossimi 15 anni per ritornare ad un livello di povertà pari a quello del 1995. La crescita per quest'anno è stimata ad appena un 2% e non vi è nessuna possibilità di garantire una crescita del 5,7% per i prossimi 15 anni: del resto ritornare ai livelli di povertà del '95 non sarebbe un grande risultato. Per ciò che riguarda le disuguaglianze la Colombia è divenuta grazie al Governo Uribe prima in America Latina e seconda nel mondo, con una differenza tra il 10% più ricco e quello più povero della popolazione di 52 a 1 (in Europa è di 6 a 1). In questo contesto Uribe ha deciso di tagliare ulteriormente le spese sociali destinando appena l'1,95% del PIL. Nonostante le privatizzazioni, gli accordi commerciali conclusi con Washington e lo sfruttamento di ogni centimetro di terra libera rimasta, il debito estero del paese è cresciuto dai 29,5 miliardi di dollari del '97, ai 49 miliardi di dollari del 2001. Le previsioni per questo triennio lo danno in crescita. La disoccupazione ha raggiunto la cifra ufficiale del 21%, nonostante la precarizzazione e flessibilizzazione di tutto il mercato del lavoro, mentre il settore informale rappresenta il 56% dell'occupazione. Rimane da chiedersi come sia possibile che nel paese in cui vengono uccisi 93 persone ogni 100.000 abitanti e dove vengono violate le più elementari norme del diritto, non vi siano riflettori accesi di nessun genere ed è gravissimo che alcune forze politiche neghino persino l'evidenza dei dati offerti dalle istituzioni internazionali che dimostrano il sensibile peggioramento della situazione colombiana da quando è in carica Uribe Velez. Il centro destra si è ferocemente scagliato anche contro il sostegno del Comune di Roma al Popolo Colombiano U'wa, invitato il 20 gennaio ad una seduta aperta del Consiglio Comunale. L'opposizione non si è neanche presentata. Il popolo U'wa da anni combatte per la propria sopravvivenza e l'integrità del proprio territorio contro lo sfruttamento petrolifero della Ecopetrol, la multinazionale colombiana a partecipazione pubblica. Secondo l'On. Lovari " ...il petrolio aiuterebbe quei bambini che cercano alimenti sostanze e risorse...". In altre parole i pozzi petroliferi nel territorio U'wa sarebbero indice di progresso e d'innalzamento della qualità di vita delle popolazioni indigene che vi abitano. E' quasi superfluo ricordare che in ogni territorio in cui operano le multinazionali petrolifere, in Colombia come in molti altri Paesi del Sud del mondo, sono le popolazioni locali a pagare il prezzo più alto, in termini di violenza, omicidi, sequestri e "desplazamiento" forzato dalle loro terre. A degna conclusione del suo intervento l'On. Lovari ha criticato anche la presenza di padre Alex Zanotelli, intervenuto in occasione della presentazione al Comune di Roma del libro pubblicato da A Sud "Capovolgere il debito. Per una economia dei diritti", di cui è anche uno degli autori, insieme a Vandana Shiva, Marco Calabria, Monica Cirinnà ed altri. "...Alex Zanotelli è tanto caro al Sindaco, ma a me non più caro - ha detto testualmente l'On. Lovari - perché sulla rivista Nigrizia il compagno Bertinotti è molto più moderato quando scrive contro l'America e contro Bush". A SUD si oppone alla guerra ed al terrorismo, che considera facce della stessa medaglia, e respinge con forze le accuse mosse nei suoi confronti e nei confronti di quei movimenti che lavorano nei sud del mondo per la giustizia sociale, la difesa dei territori, dei diritti umani e della pace. associazione A SUD
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