La destra accusa A SUD di sostegno alle organizzazioni terroristiche




La Destra dice "no" alla pace

e accusa A SUD di sostenere organizzazioni terroristiche di estrema sinistra







Roma, 17 febbraio 2005



    "L'associazione A Sud agisce all'interno di un'iniziativa
internazionale promossa da gruppi vicino ai narcoguerriglieri della
Colombia per screditare il governo democratico del Presidente Uribe".
Sempre A Sud, "appoggia indirettamente organizzazioni terroriste di estrema
sinistra".

Così  il Capogruppo di Forza Italia, On. Lovari, ha argomentato il "no"
dell'opposizione di centro destra del Comune di Roma alla mozione del 7
febbraio, promossa da A Sud e portata in Consiglio dall'On Cirinnà, dall'On
Sentinelli  e dall'On Gasparri. La mozione è poi passata con 18 voti
favorevoli su 34 e il Comune di Roma ha così aderito alla "Rete di
solidarietà delle Comunità di pace colombiane dell'area del Chocò e
dell'Urabà", di cui in Italia è capofila il comune di Narni insieme a
numerose istituzioni umbre, al Consiglio regionale della Toscana e a molte
Ong internazionali e associazioni.



    L'associazione A Sud è stata dunque oggetto di accuse gravissime, che
denotano una totale ignoranza sulle sue attività, accuse alle quali si
sente in dovere di rispondere con puntualità.

A Sud è una Onlus che da anni lavora al fianco delle organizzazioni
indigene, dei movimenti delle donne, delle organizzazioni contadine e
popolari, dei sindacati dei lavoratori e dei movimenti sociali del Sud
America e si batte per la difesa dei diritti delle popolazione del Sud del
mondo, per la giustizia sociale e per la pace. A SUD insieme a numerose
istituzioni locali italiane, realizza progetti di cooperazione
internazionale nel Sud del mondo per sostenere le richieste che vengono da
quelle organizzazioni e comunità che stanno lottando per la difesa della
propria cultura e del proprio territorio. Organizza carovane di
interposizione nei luoghi del conflitto e delle guerre, alle quali
partecipano giornalisti, rappresentanti di associazioni, movimenti e forze
politiche,  il cui primario intento è quello di portare l'attenzione
internazionale su situazioni di violazione dei diritti umani  che
altrimenti continuerebbero ad essere ignorate dalla grande comunicazione di
massa, sempre più condizionata dalle grandi corporations.

Paiono dunque assolutamente prive di fondamento le illazioni dell'Onorevole
 di Forza Italia.



    Le Comunità di pace, come la più nota San José de Apartadò che conta
meno di 500 abitanti, sono piccole comunità rurali del Nord Ovest
colombiano che si sono dichiarate pubblicamente neutrali di fronte al
conflitto armato che insanguina la Colombia da oltre 40 anni.

Non sappiamo cosa intenda Forza Italia quando parla di connivenze con
"organizzazioni terroristiche di estrema sinistra", però ci chiediamo se
sono già rientrate nell'elenco delle "organizzazioni terroristiche di
estrema sinistra" le principali organizzazioni indigene della Colombia,
dell'Ecuador, della Bolivia e del Messico, o la "Coordinadora de defensa
del agua y la vida" o i "regantes" della Bolivia, o le organizzazioni
ecologiste della regione Andina, o i movimenti delle donne, o i lavoratori
del MDT argentino, la "Red Vida" che unisce tutte le organizzazioni che si
battono affinché l'acqua sia un diritto umano fondamentale, il "Colectivo
de Abogados" Alvear Restrepo della Colombia (recentemente insignito dalle
Nazioni Unite con il premio "Ennal" per i diritti umani), solo per citare
alcune delle "organizzazioni terroristiche di estrema sinistra" con le
quali lavora  A SUD.



    La Colombia vive una situazione di guerra che va avanti da oltre
cinquant'anni ed è oggi il Paese più violento del pianeta, dove in media 20
persone vengono assassinate ogni giorno: cinque impegnate direttamente nei
conflitti armati, quindici per motivi politici. Ogni giorno più di mille
persone vengono cacciate dalle loro terre. L'80% dei crimini commessi in
Colombia viene attribuito ai paramilitari, alle forze di sicurezza e
dell'esercito.

Secondo l'On. Lovari, le cose in Colombia sono in netto miglioramento ("gli
atti di sequestro e di terrorismo diminuiscono", dice), e appare quindi
ingiustificato l'appoggio alle Comunità di pace e le accuse di violazione
dei diritti umani mosse da A Sud nei confronti del Presidente colombiano
Alvaro Uribe.

Anche perché, sempre secondo il consigliere di Forza Italia, il Presidente
colombiano "...ha commesso un solo peccato: aver condotto un'azione
energica per ristabilire la democrazia e la libertà dei contadini e dei
cittadini colombiani".

Un solo peccato: il Presidente Alvaro Uribe già da governatore della
regione di Antioquia ha fondato "Convivir", la prima cellula di autodifesa
paramilitare nata in Colombia nel 1994.

Tra il '95 e il '97, proprio durante il governatorato di Alvaro Uribe, è
stato semplicemente compiuta, con studiata professionalità, una "operazione
politica" già iniziata qualche anno prima: decapitare i vertici
dell'opposizione democratica e delle principali organizzazioni popolari.
Una mattanza trasversale di sindaci, rappresentanti dell'Unione
Patriottica, contadini, indigeni, difensori dei diritti umani, estesa fino
a colpire i vecchi dei piccoli villaggi. Il risultato nel Dipartimento di
Antioquia: 200 mila "desplazados"(sfollati), 3.000 persone uccise.

Alvaro Uribe per ristabilire la democrazia e la libertà in Colombia  ha
esportato  questo modello di "trasparente legalità" in tutto il resto del
Paese infiltrando informatori e paramilitari all'interno della società
civile. Negli ultimi due anni sono stati reclutati un milione di
vigilantes-spia che agiscono all'interno di ogni categoria sociale e
produttiva.



    Il bilancio del governo Uribe si legge nei dati: da agosto 2002 al
giugno 2004, cioè nei primi due anni di governo, è aumentato il numero di
persone che hanno perso la vita a causa della violenza sociopolitica in
Colombia, fino ad arrivare a 10.586 assassinati, secondo la Corte
Interamericana per i diritti umani. Di questi 6148 sono civili assassinati
per le loro attività ed il loro impegno. L'11% degli omicidi è imputabile
direttamente ai funzionari pubblici, il 69,3% ai paramilitari con
l'appoggio e la complicità dello Stato ed il 22,8% alle guerriglie. Sempre
nello stesso periodo più di 300 persone sono state giustiziati per mano di
agenti statali e quando le ong internazionali hanno più volte tentato di
far luce su questi delitti la risposta è stata che si è trattato di "errori
militari".

Dal luglio 2003 ad oggi, sei sindacalisti ogni settimana vengono
assassinati nell'impunità più totale solo per essersi battuti per
condizioni di vita meno umilianti. Stessa sorte per gli oppositori politici
istituzionali, nonostante le rassicurazioni di Uribe. Per aver contestato
la "politica di sicurezza democratica", 71 sono i membri assassinati
appartenenti alla formazione politica UP (Unione Patriottica) nei primi due
anni di governo, mentre 33 sono i difensori dei diritti umani ad essere
stati uccisi, cifra record per ogni epoca secondo la Commissione Colombiana
dei giuristi.

Anche la tortura rimane una pratica diffusa in Colombia ed il governo Uribe
ha fatto meglio di tutti i suoi predecessori. Sono annualmente circa 340 le
vittime della torture: circa una ogni giorno. Più della metà sono
attribuite ad agenti statali, secondo la Commissione colombiana dei
giuristi.

Circa tre milioni, invece, sono i "desplazados" gli sfollati che vengono
trasformati in esseri subumani invisibili che hanno come unica possibilità
quella di morire ai margini delle grandi città. Solo quest'anno nei primi
sei mesi sono già 130.346 le persone obbligate ad abbandonare le loro
residenze, circa il 35% in più rispetto allo scorso semestre.

Anche le carceri esplodono in Colombia. Le persone arrestate lo scorso anno
sono state 125.778 e di queste circa 100.000 sono state, dopo essere state
intimidite, successivamente rilasciate, a riprova dell'utilizzo a dir poco
spregiudicato che viene fatto dello strumento della detenzione.



    I dati ed i principali indicatori macroeconomici completano il quadro
sui primi due anni e mezzo del governo Uribe.

La FAO, dopo i due anni del Governo Uribe, inserisce la Colombia tra i
dieci paesi più affamati al mondo, dove il 67% della popolazione vive sotto
la linea di povertà. Ogni anno ci sono 1,5 milioni di nuovi poveri e
180.000 bambini perdono la vita per malattie facilmente curabili a causa
dell'inesistenza di un sistema sanitario. Il CEPAL sostiene che la Colombia
dovrebbe crescere al 5,7% annuo per i prossimi 15 anni per ritornare ad un
livello di povertà pari a quello del 1995. La crescita per quest'anno è
stimata ad appena un 2% e non vi è nessuna possibilità di garantire una
crescita del 5,7% per i prossimi 15 anni: del resto ritornare ai livelli di
povertà del '95 non sarebbe un grande risultato.

Per ciò che riguarda le disuguaglianze la Colombia è divenuta grazie al
Governo Uribe prima in America Latina e seconda nel mondo, con una
differenza tra il 10% più ricco e quello più povero della popolazione di 52
a 1 (in Europa è di 6 a 1). In questo contesto Uribe ha deciso di tagliare
ulteriormente le spese sociali destinando appena l'1,95% del PIL.
Nonostante le privatizzazioni, gli accordi commerciali conclusi con
Washington e lo sfruttamento di ogni centimetro di terra libera rimasta, il
debito estero del paese è cresciuto dai 29,5 miliardi di dollari del '97,
ai 49 miliardi di dollari del 2001. Le previsioni per questo triennio lo
danno in crescita. La disoccupazione ha raggiunto la cifra ufficiale del
21%, nonostante la precarizzazione e flessibilizzazione di tutto il mercato
del lavoro, mentre il settore informale rappresenta il 56% dell'occupazione.

Rimane da chiedersi come sia possibile che nel paese in cui vengono uccisi
93 persone ogni 100.000 abitanti e dove vengono violate le più elementari
norme del diritto, non vi siano riflettori accesi di nessun genere ed è
gravissimo che alcune forze politiche neghino persino l'evidenza dei dati
offerti dalle istituzioni internazionali che dimostrano il sensibile
peggioramento della situazione colombiana da quando è in carica Uribe Velez.



    Il centro destra si è ferocemente scagliato anche contro il sostegno
del Comune di Roma  al Popolo Colombiano U'wa, invitato il 20 gennaio ad
una seduta aperta del Consiglio Comunale.

L'opposizione non si è neanche presentata.

Il popolo U'wa da anni combatte per la propria sopravvivenza e l'integrità
del proprio territorio contro lo sfruttamento petrolifero della Ecopetrol,
la multinazionale colombiana a partecipazione pubblica.

Secondo l'On. Lovari " ...il petrolio aiuterebbe quei bambini che cercano
alimenti sostanze e risorse...". In altre parole i pozzi petroliferi nel
territorio U'wa sarebbero indice di progresso e d'innalzamento della
qualità di vita delle popolazioni indigene che vi abitano.

E' quasi superfluo ricordare che in ogni territorio in cui operano le
multinazionali petrolifere, in Colombia come in molti altri Paesi del Sud
del mondo,  sono le popolazioni locali a pagare il prezzo più alto,  in
termini di violenza, omicidi, sequestri e "desplazamiento" forzato dalle
loro terre.



    A degna conclusione del suo intervento l'On. Lovari ha criticato anche
la presenza di padre Alex Zanotelli, intervenuto in occasione della
presentazione al Comune di Roma del libro pubblicato da A Sud "Capovolgere
il debito. Per una economia dei diritti", di cui è anche uno degli autori,
insieme a Vandana Shiva, Marco Calabria, Monica Cirinnà ed altri.

"...Alex Zanotelli è tanto caro al Sindaco, ma a me non più caro - ha detto
testualmente l'On. Lovari

 -  perché sulla rivista Nigrizia il compagno Bertinotti è molto più
moderato quando scrive contro l'America e contro Bush".



    A SUD si oppone alla guerra ed al terrorismo, che considera facce della
stessa medaglia, e respinge con forze le accuse mosse nei suoi confronti e
nei confronti di quei movimenti che lavorano nei sud del mondo per la
giustizia sociale, la difesa dei territori, dei diritti umani e della pace.



associazione A SUD