Diamanti dei conflitti: l'inganno di San Valentino



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COMUNICATO STAMPA
CS16-2005

DIAMANTI DEI CONFLITTI: L'INGANNO DI SAN VALENTINO

In occasione di San Valentino, i rivenditori reclamizzeranno i diamanti
come il piu' importante simbolo di amore e devozione. Tuttavia, secondo
Amnesty International, gli acquirenti avranno ben poche certezze di non
aver acquistato un prodotto della guerra e delle violazioni dei diritti
umani.

Da una ricerca tra i rivenditori e i fornitori di diamanti in Australia e
in sei paesi europei e' emerso che neanche un'azienda su cinque e' in
grado di fornire un quadro significativo della propria politica per
evitare il commercio dei diamanti provenienti da zone di conflitto.

Questo deludente risultato giunge a oltre due anni dall'impegno assunto
dall'industria dei diamanti nei confronti di un sistema di
autoregolamentazione che comprendeva l'emissione di garanzie scritte e
l'attuazione di un codice di condotta a sostegno dello Schema
internazionale di certificazione noto come 'Kimberly Process'.

'Il commercio dei diamanti provenienti da zone di conflitto come Angola,
Liberia, Repubblica Democratica del Congo e Sierra Leone ha gia' causato
la distruzione di intere nazioni ed e' costato milioni di vite umane. Cio'
nonostante, alcune aziende hanno risposto di 'non essere preoccupate, ci
sono altre cose piu' importanti nella vita'' ? ha dichiarato Alessandra
Masci di Amnesty International.

Tra luglio e dicembre 2004 Amnesty International ha contattato 291
rivenditori di diamanti in Australia, Belgio, Francia, Germania, Italia,
Olanda e Svizzera. Il 69% non ha risposto. Dalle 94 risposte e' emerso
che:

- il 63% ammette di non avere una politica sui diamanti provenienti da
zone di conflitto;
- il 76% di coloro che invece hanno dichiarato di avere questa politica,
non ha fornito dettagli sul tipo di garanzie richieste ne' sulle procedure
e misure di controllo adottate per rafforzarle;
- il 57% non ha mai, o quasi mai, chiesto a fornitori di dare garanzie
sulla provenienza dei diamanti;
- meno del 20% fornisce regolarmente ai clienti una garanzia.

Questa ricerca segue quella svolta la scorsa estate nel Regno unito e
negli Usa. Comparando i risultati, l'industria dei diamanti in Europa e in
Australia e' ancora piu' indietro in termini di risposta complessiva e di
attuazione dei codici di condotta. Per questo, e' urgente che i governi
controllino in modo piu' incisivo il sistema di autoregolamentazione
dell'industria dei diamanti. In particolare, i governi dovrebbero svolgere
controlli e ispezioni per assicurare che l'industria dei diamanti applichi
le regole che si e' data e, soprattutto, che sia fermato veramente il
commercio dei diamanti provenienti da zone di confitto.

Anche i consumatori possono giocare un ruolo importante nel sollecitare i
gioiellieri a impegnarsi per contrastare questo tipo di commercio. San
Valentino e' dunque un giorno importante per sollevare questo argomento.
Al momento dell'acquisto, i consumatori dovrebbero chiedere garanzie
scritte che attestino che i diamanti non provengono da zone di conflitto e
dunque non contribuiscono al compimento di abusi dei diritti umani.

FINE DEL COMUNICATO
Roma, 14 febbraio 2005

Per ulteriori informazioni, approfondimenti e interviste:
Amnesty International Italia ? Ufficio stampa
Tel. 06 4490224 - cell. 348-6974361, e-mail: press at amnesty.it


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