Newsletter Osservatorio Iraq







INFINE, IL VOTO

Il 30 gennaio si sono svolte le elezioni irachene, che quasi tutti si sono
affrettati a definire come un "successo".
In realtà, osservano alcuni, se si fossero svolte con le stesse modalità in
altri paesi, sarebbero state dichiarate illegittime.
Salim Lone, ex portavoce dello scomparso Sergio
Vieira de Mello (inviato speciale di Kofi Annan in Iraq) scrive sul Guardian
che se "si fossero svolte, diciamo, nello Zimbabwe o in Siria, la Gran
Bretagna e l'America sarebbero state le prime a denunciarle" .
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Mickail Gorbaciov è di questa opinione: "Considerarle valide (o
addirittura un trionfo della democrazia) è offesa alla democrazia e cosa
priva di senso comune".
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A pesare non è stata solo l'assenza di osservatori internazionali, ma tutto
il contesto e le condizioni costrittive in cui si sono svolte (a cominciare
dall'occupazione militare), fino al ricatto - anche se mai esplicitato - di
un voto in cambio di cibo
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Il dopo voto racconta tuttavia una realtà che, malgrado fosse prevedibile,
non era stata volutamente considerata.

In primo piano tutte le questioni legate alla fine dell'occupazione
militare, sempre rimandata per motivi
logistici - l'assenza di un esercito -
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economici
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politici
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Ci sono poi le rivendicazioni dell'Islam come unica fonte della futura
Costituzione, avanzate da quelli che sembrano i probabili vincitori, ovvero
le forze politiche sciite unite nella coalizione voluta dal Grande Ayatollah
Ali al Sistani
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Altrettanto importanti gli scenari relativi alla regione del Kurdistan, che
potrebbe avviarsi verso l'indipendenza
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Sul voto e sulle sue conseguenze, maggiori approfondimenti, storie, analisi
e commenti :
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Il 4 febbraio viene rapita a Baghdad Giuliana Sgrena, giornalista italiana
de Il Manifesto
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Dopo la liberazione di Christian Chesnot e Georges Malbrunot, sono ancora
nelle mani dei loro sequestratori Florence Aubenas (inviata del quotidiano
francese Libération) e il suo accompagnatore.

Sono tutti giornalisti e giornaliste che, tra i pochi, continuano a fare
inchieste e ad andare in giro, senza finire in quello che Robert Fisk
definisce "giornalismo da hotel"
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e che ha dato vita a una nuova categoria lavorativa, i fixer
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C'è  invece chi  le inchieste le scrive direttamente dai
luoghi  massacrati, come  Fallujah, la città ormai ridotta in macerie dopo
l'assalto
americano di novembre"
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Del resto, l'informazione continua a essere una categoria scomoda in Iraq,
mentre anche il Qatar sembra aver ceduto alle pressioni americane e si avvia
ad una probabile privatizzazione di Al Jazira
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Ma nel mirino dei rapitori non ci sono solo i giornalisti, e soprattutto non
ci sono solo gli occidentali. Non fanno notizia gli iracheni rapiti, e tra
loro la maggioranza sono donne
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Hanno smesso di fare notizia anche le torture, che però continuano nelle
prigioni irachene, anche se adesso sono gli iracheni a praticarle
<http://www.osservatorioiraq.it/modules/wfsection/article.php?articleid=663>http://www.osservatorioiraq.it/modules/wfsection/article.php?articleid=663.

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Muore a fine gennaio a Nassiriya un altro militare italiano; un
eroe di troppo
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E' l'occasione per annunciare l'invio in Iraq degli elicotteri Mangusta
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tanto annunciato e tanto smentito, e poi ancora dei Pointer
<http://www.osservatorioiraq.it/modules/wfsection/article.php?articleid=613>http://www.osservatorioiraq.it/modules/wfsection/article.php?articleid=613,
e infine delle armi per l'esercito iracheno
<http://www.osservatorioiraq.it/modules/wfsection/article.php?articleid=637>http://www.osservatorioiraq.it/modules/wfsection/article.php?articleid=637.

Del resto, anche gli americani mettono in campo nuove tecnologie, con
l'invio dei robot che faranno la guerra al posto loro
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Intanto il 30 gennaio è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il decreto
di proroga delle missione italiana.
<http://www.osservatorioiraq.it/modules/wfsection/article.php?articleid=546>http://www.osservatorioiraq.it/modules/wfsection/article.php?articleid=546
Missione umanitaria, è scritto nel decreto.
Ma, come dice Gustavo Selva: " Abbiamo dovuto mascherare 'Antica Babilonia'
come operazione umanitaria perché altrimenti dal Colle non sarebbe mai
arrivato il via libera".
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Siamo in guerra, dopo due anni ora lo sappiamo.

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