Porto Alegre 2005 - Nessun bavaglio al Forum (301)



Nessun bavaglio al Forum



Un'indagine d'opinione a tappeto condotta dal giornale 'Zero Hora'
(antagonista del Forum) ha dimostrato che 82,5% dei cittadini di Porto
Alegre vogliono fermamente la permanenza del Forum Sociale Mondiale nella
città simbolo dell'evento. Ciò dimostra in maniera formale due cose, che
conosciamo molto bene intuitivamente: la simpatia della popolazione
rispetto all'immagine di una manifestazione fondamentale per l'umanità, e
l'orgoglio di saperla brasiliana e portoalegrense.
Nonostante il lavoro distruttivo realizzato dalla grande e media stampa
nonché dalla pubblicità pagata contro il Forum, la gente ha riconosciuto
l'esito positivo della proposta. Dopo cinque edizioni, anche le resistenze
motivate da questioni politiche o ideologiche si sono arrese al sentimento
di perdita.
Il Forum Sociale Mondiale del 2006 dovrà essere realizzato in alcune città
del mondo simultaneamente. Nonostante la decisione finale sia stata
rimandata dal Comitato Organizzatore al prossimo Aprile si sa già che:
- a) Porto Alegre sarà una opzione per casi d'emergenza ed è, così,
praticamente fuori concorrenza;
- b) Il Venezuela, secondo quanto è stato promesso al Presidente Chávez,
ospiterà una sezione di questo "Forum a pezzetti" del 2006 (che dovrà
affrontare una seria prova: la concorrenza con gli altri Forum locali in
giro per il mondo);
- c) il Forum tornerà ad essere "unificato" in un paese africano nel 2007
(il Marocco e il Sud Africa hanno buone possibilità).

La speranza è che le argomentazioni da parte di alcune organizzazioni
europee, riguardo l'organizzazione del Forum ogni due anni (per motivi di
risparmio), non siano neanche prese in considerazione dal Comitato
Organizzatore del FSM. Il Forum Economico di Davos, globalizzatori e
multinazionali non vanno in ferie, non hanno problemi a reperire
finanziamenti per organizzare il loro evento svizzero ogni anno, e saranno
oltremodo felici di sfruttare a proprio vantaggio una eventuale assenza del
FSM lunga un anno per agire indisturbati.
Sorge spontanea la domanda: chi vogliono aiutare queste organizzazioni
europee che propongono un FSM ogni due anni? Non il Mondo sotto l'assedio
di una globalizzazione genocida lavorando in tempo reale. Non il Forum
Sociale Mondiale, considerando i risultati politici ottenuti dalle quattro
edizioni passate (ricordate la frase dell'ex vice presidente della Banca
Mondiale Stiglitz a Mumbai, sugli effetti del FSM nell'ostacolare il lavoro
degli organismi economici internazionali?).
Mettere il bavaglio al FSM per due anni di seguito potrebbe rappresentare
lo svuotamento e la fine dell'evento che, fra le altre cose, deve già
'sopportare' l'arduo compito di mantenere l'impronta democratica, ascoltare
ed accogliere anche le più sconclusionate idee ed opinioni.
Lo scrittore uruguaiano Eduardo Galeano (autore di un libro profetico
pubblicato negli Anni '70: Le Vene Aperte dell'America Latina) ha tradotto
il pensiero di molti partecipanti stranieri al quinto FSM: -"Porto Alegre è
una città esemplare, che ha dato una lezione al mondo. Non so dire se
questo sarà l'ultimo Forum da realizzare qui e se è arrivata l'ora di dire
addio a questa città. Magari no". Porto Alegre resta un simbolo potente che
soltanto la passionalità e l'idealismo folle latino americano potrebbe
generare.

I fischi a Lula. Un Tony Blair tropicale?
Prima scena a Porto Alegre: circa 200 manifestanti bruciano un pupazzo che
rappresentava "Lula e il suo governo neo liberale".
Seconda scena a Porto Alegre: circa 100 affiliati al PT (il brasiliano
Partito dei Lavoratori, il partito di Lula) realizzano un atto pubblico per
riconsegnare le tessere e uscire dal partito. Secondo loro è soltanto
l'inizio della diaspora dell'ala sinistra radicale, che, alla fine del
mese, porterà via altri 500 militanti molto importanti per il partito di
Lula, a causa del "tradimento" del Presidente rispetto alle questioni
sociali.
Uno dei nomi uscenti più conosciuti è l'economista Plinio de Arruda Sampaio
Junior, affiliato al PT da 25 anni: -"Il governo Lula ha distrutto le
aspettative della sinistra in Brasile. Ci ha fatto molto male. E' arrivato
il momento di pensare ad altre alternative". Si può anche non essere
d'accordo con Plinio, ma è inevitabile riconoscere la coerenza e l'onestà
delle sue proposte all'interno del PT.
Lula dovrebbe riflettere: non si può conciliare il Forum di Davos con il
Forum Sociale Mondiale (lui ha tentato un'impossibile mediazione fra i due
eventi, già rifiutata in tronco dal Comitato Organizzatore e da Oded
Grajew, ideatore e fondatore del FSM in una intervista). C'è un limite alla
conciliazione: è impossibile essere un buon allievo del Fondo Monetario
Internazionale (il rappresentante del FMI è sbarcato a São Paulo lodando il
Governo Lula come un "governo saggio e competente") e mantenere la fedeltà
alle lotte sociali. Lula farebbe bene a pensare sempre ai 50 milioni di
brasiliani al di sotto la soglia di povertà. Sradicare la miseria non è
cosa risolvibile a vino e taralucci.
Terza scena a Porto Alegre: lo scrittore pakistano Tariq Ali critica
pesantemente la decisione di Lula di inviare truppe brasiliane ad Haiti: -
"E' una vergogna, una disgrazia questa vostra azione insieme agli Stati
Uniti - diceva alla platea all'interno del dibattito "Prospettive di un
altro Mondo Possibile e Necessario"-. Gli Stati Uniti sono fuori controllo
e devono essere responsabilizzati per queste iniziative in assenza
dell'ONU. Non possono essere assecondati e aiutati ad agire in maniera
unilaterale. Lula sembra in tutto un Tony Blair tropicale. Il suo ministro
dell'Economia ha capitolato dinanzi al Fondo Monetario Internazionale".

Gli aiuti all'Africa per realizzare il FSM 2007
In un incontro realizzato a Porto Alegre diverse organizzazioni di
solidarietà internazionale hanno firmato un accordo per fornire aiuto
materiale e politico per la realizzazione del FSM 2007 in Africa. Il
rappresentante di una ONG brasilana (Azione per la Tributazione delle
Transazioni Finanziarie in Supporto della Cittadinanza - insomma, una Attac
in salsa brasiliana), Antonio Martins, ha detto che la responsabilità per
l'evento sarà degli africani: Kenia, Marocco e il Sud Africa - sempre
secondo lui - sono i probabili candidati a ospitare l'evento. Resta il
problema di come le organizzazioni internazionali, nel caso della
realizzazione in Africa, potranno aumentare la loro partecipazione nel
finanziamento in 30%. Nel FSM 2005 le iscrizioni hanno coperto soltanto il
5% del finanziamento dell'evento.
Opinioni di alcuni africani presenti al Forum 2005. Ousmane Abdourahmane,
della Nigeria, afferma: "-Lo spirito del Forum è buono, lo scambio di
esperienze è molto importante, ma i temi africani e la presenza dell'Africa
sono insufficienti. Il trasferimento del FSM in Africa sarà una grande
opportunità di espansione per questa forma di lotta antiglobalizzazione che
è intensa ma poco conosciuta". Per Roger Suluz, della Costa d'Avorio, "il
problema africano di non partecipare, dovuto ai costi elevati del viaggio,
sarà parzialmente risolto con lo spostamento del FSM in Africa". Il
camerunense Zobel Behalal ha detto che la vicinanza alla povertà e all'Aids
farà il FSM più attento a queste tematiche, in una versione africana
dell'evento: -"Abbiamo già parlato di questi gravissimi problemi nel Forum
ma c'è bisogno di valutare l'impatto da vicino per capire l'urgenza
dell'aiuto all'Africa".

Le spie venute al caldo
La rivista brasiliana Isto E' ha detto che a Porto Alegre nel FSM 2005
erano presenti 200 agenti segreti provenienti da 18 paesi del mondo. Alcuni
vecchi analisti di intelligence brasiliani non sono d'accordo, considerano
il numero esagerato perché non sarebbe sensato inviare tanti agenti con
tutte le facilità di monitorare l'evento tramite Internet. Poi le spie non
dichiarano la loro entrata nel paese e la statistica realizzata da Isto E'
sembra una bufala giornalistica per provocare polemiche appositamente.
Un agente d'intelligence della Brigada Militar di Porto Alegre ha detto che
il Forum è stato da sempre visitato da spie, ma non poteva dire quanti.
Quest'anno - secondo lui - quel che veramente ha chiamato l'attenzione è
stata la significativa presenza di spie private a servizio della raccolta
di informazioni per imprese. Principalmente nell'ambito dei dibattiti
riguardo la Cina e la Palestina.
"Gli agenti - ha detto - arrivano come partecipanti normali del Forum.
Sappiamo però che ci sono, oltre a quelli dell'iniziativa privata,
provengono da Stati Uniti, Israele e Inghilterra. Non sono perfetti nella
loro copertura".
"Nel mio albergo c'era una folta delegazione israeliana -afferma Alberto
Chicayban, delegato di Itaca al Forum-. Una ragazza molto carina girava
dappertutto e cercava contatti senza partecipare specificamente a nessun
evento. Passava, però, tutta la mattina nella palestra e nella piscina
dell'albergo. Era militare nell'atteggiamento (so riconoscerli ovunque
anche nelle spoglie di una ragazza carina), però molto educata e simpatica.
Potrebbe essere una di loro. Comunque la mia fonte ha ragione quando dice:
- "Il FSM è forte perché non nasconde". La condivisione è veramente una
dimostrazione di forza".

Il saluto del Ministro Gilberto Gil: una buona sorpresa per la gente del
software libero
Il Ministro della Cultura del Brasile ha salutato la platea di Porto Alegre
dicendo: -"Sono ministro, sono musicista, ma soprattutto sono un hacker nel
mio spirito e volontà". L'etica hacker, nella quale la condivisione libera
di informazioni è fondamentale, è stata la base nel dibattito
sull'Informatica che ha riunito pesi massimi internazionali come
J.P.Barlow, paroliere della storica banda rock Grateful Dead (vedere il
famoso chitarrista Jerry Garcia) e fondatore della Eletronic Frontier
Foundation, Lawrence Lessig, creatore della Creative Commons, e il
sociologo catalano Manuel Castells, autore di La Società in Rete.
Barlow ha elogiato l'opzione del governo brasiliano nell'utilizzo dei
software aperti e ha detto che il sistema open source non è contrario al
capitalismo ma contro la proprietà delle informazioni: "Ci sono molti
capitalisti nel mondo del free software, ma non sono tutti uguali. Alcuni
hanno capito che le informazioni sono e devono essere disponibili a tutti".
Commento di un utente della rete della Cooperativa Itaca (il cui nome non
posso, per motivi di privacy, rivelare ai lettori): "Manca soltanto
convincere gli informatici del bisogno di essere organizzati e incentivare
i colleghi a lavorare duro per rendere gli strumenti free all'altezza dei
prodotti di Bill Gates e compagnia bella. Per essere "politically correct"
devo sopportare difetti e incoerenza combinati da programmatori apprendisti
stregoni?". Barlow ride e risponde: "-Albert, prova a fare quel che puoi
per aiutarci, per esempio aiutare con i dizionari. Ti va?". Mi ha
denunciato. Malditos gringos!


Alberto Chicayban e Fabio Della Pietra
Ufficio stampa
Cooperativa Itaca - Pordenone

Prot. 301