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porto alegre news 2 - il FSM in diretta
- Subject: porto alegre news 2 - il FSM in diretta
- From: "associazione culturale punto rosso" <pr at puntorosso.it>
- Date: Tue, 1 Feb 2005 15:31:17 +0100
Porto Alegre News - Il Forum Sociale Mondiale in diretta (corrispondenze a cura di Rosella Simone e Gloria Schiavi) 28.1.2005 venerdì Per sradicare la fame nel mondo il dibattito si svolge nello spazio F-901, parlano Pierre Santé per la'Unesco, Jean Ziegler dell'Università di Ginevra, Eva Clyton per la Fao e Frei Betto. È un grande tendone, siamo accalcati l'uno sull'altro, si suda a rivoli ma nessuno si muove. E ne vale la pena, soprattutto per Frei Betto, 60 anni, monaco, scrittore, educatore, prigioniero politico sotto la dittatura, grande amico di Lula che lo aveva scelto come assessore speciale alla presidenza della repubblica e come coordinatore del Programma sociale Fame zero. Oggi è dimissionario. Nel dilemma che agita la società civile brasiliana: stare con il governo e basta o fare pressioni attraverso la lotta, Frei Betto ha scelto quest'ultima ritornando nei movimenti con la forza della sua passione e del suo impegno. Dice, <<Oggi il problema più grande nel mondo è la fame. Se Bush invece di andare in Iraq a cercare le armi di distruzione di massa - che non ci sono e non c'erano - , avesse chiesto al nostro presidente, "Quali sono le armi più letali?" Lula avrebbe risposto, "La fame". La più grande arma di distruzione nel mondo è la fame. Il più grande scandalo del secolo XXI è l'essere arrivati, da un lato, a un altissimo livello tecnologico e dall'altro a un livello estremamente basso di degrado. <<Si parla di fallimento del socialismo ma dovremmo parlare di fallimento del capitalismo. Secondo la Fao, su sei miliardi di esseri umani che vivono sul pianeta 4 vivono al di sotto del livello di povertà. E noi che siamo qui possiamo dire di aver vinto la lotteria biologica perché apparteniamo a quei due miliardi che non hanno il problema della miseria. Tutti quelli che nascono in Brasile possono rientrare in una di queste due categorie: quelli che nascono nella miseria e quelli che hanno vinto la lotteria biologica. Lotteria biologica nel senso di ricevere fin dalla nascita una alimentazione sufficiente, condizioni di vita, di abitazione, possibilità di studiare. E questo ci mette davanti a una responsabilità sociale, a un debito al quale ciascuno di noi deve rispondere. <<Cinque sono i fattori di morte: gli incidenti sul lavoro e sulla strada, le malattie (come il cancro e l'Aids), la guerra, il terrorismo e la fame. La somma dei morti per i primi quattro motivi non arriva alla metà della somma di quelli che muoiono per fame. Ma di questi cinque fattori quello che genera meno mobilitazione è la fame. Ci avete mai pensato? Qualsiasi mobilitazione contro la guerra, l'Aids, gli incidenti è cosa buona ma perché, se la fame è il maggior fattore di morte, proprio lei ha la mobilitazione minore? Fino ad adesso ho trovato solo una risposta, ed è cinica: perché solo i miserabili muoiono di fame. Che i miserabili muoiano di fame questo non mi tocca. Io non posso morire, anzi adesso si pensa che non si deve morire mai. <<Quando ero bambino nella regione di Minas Gerais l'infanzia si calcolava tra gli zero e gli undici anni, l'adolescenza dagli 11 ai 18, la gioventù dai 18 ai 30, l'età adulta sino ai 50 e dopo c'era la vecchiaia. Adesso non si dice neanche più vecchiaia, si dice terza età, l'infanzia dura fino ai 20, l'adolescenza fino ai 40, e dai 40 in avanti è sempre gioventù.Una pazzia. <<Andiamo su Marte e abbiamo gente senz'acqua. Il mondo sta con la testa in giù. Stiamo vivendo una realtà assolutamente schizofrenica, da un lato un progresso tecnico e scientifico avanzatissimo e dall'altro esseri umani che non godono neanche dei diritti umani elementari. E io mi chiedo com'è che noi in Brasile possiamo permetterci questo lusso di parlare di lotta per i diritti umano quando siamo ancora al livello di dover lottare per i diritti animali. Ananias Patrus, il qui presente ministro per lo sviluppo e la lotta alla fame, deve ancora lavorare per garantire il minimo da mangiare, altro che diritti umani! Il presidente Lula nei suoi programmi dà la priorità allo sradicamento della fame e alla lotta alla povertà proprio quando è messo sotto pressione sia dalle istituzioni internazionali che dai movimenti sociali. E questo perché Lula è stato eletto grazie al Forum sociale mondiale. Dare la priorità alla lotta alla fame non à demagogia ma un fatto politico. Lula è solito ripetere che un problema sociale finisce nel momento in cui diventa problema politico e la storia dell'umanità lo ha dimostrata molte volte. Due volte in modo esemplare. Duranti secoli la tortura è stata praticata e assimilata dalla società umana e considerata legale. Anche dalla chiesa cattolica che l'ha giustificata con l'Inquisizione. Nel momento in cui la tortura è entrata nell'agenda politica è stata considerata Sabato 29.1.2005 (segue resoconto più dettagliato) Il Punto rosso ha organizzato due seminari. Il primo, Politiche dei paesi progressisti per un mondo multipolare contro il neoliberismo si è svolto venerdì pomeriggio ed è riuscito come partecipazione e contenuti. L'altro su Armi, agricoltura, medicina si è svolto sabato mattina con relazioni molto seguite di Vittorio Agnoletto (già presidente della Lila e attuale Parlamentare europeo), Muhammad Abid Alla del Comitato diritti umani e democrazia di Falluja), Sureka Dalavi (indiana del Shramik Kranti Sanghatana Dev Nagari Society) e la tedesca Gabrielle Zimmer. Sono intervenuti inoltre, due funzionari del Governo brasiliano, del Ministero dello sviluppo agricolo e della sanità. Malgrado il caldo e i gravi problemi di traduzione simultanea (le apparecchiature non funzionavano come quasi dappertutto) l'incontro è stato seguito con partecipazione e attivo interesse 30.1.2005 Nel grande auditorio Araùjo Vianna a discutere su Don Chisciotte oggi, utopia o politica ci sono il premio Nobel Josè Saramago, lo scrittore uruguayano Edoardo Galeano, il direttore de Le monde diplomatique Ignàcio Ramonet e Federico Mayor Zaragoza. Moderatore Roberto Savio. La coda per entrare è lunga almeno un chilometro, ma nessuno accenna a rinunciare. Nonostante il caldo e l'umidità da sauna. A parte il rappresentante del governo brasiliano questi scrittori saranno applauditi e acclamati con un tifo da stadio. E un amore da innamorati. Per Edoardo Galeano <<La politica deve essere l'arte di rendere possibile domani quello che oggi è impossibile>>,. Cita Pregogine per ricordare che <<nessuna reazione fisica avviene senza calore e senza amore>>, parla della necessità non solo di protestare ma di fare proposte di portare l'utopia là dove ci sono solo mercanti. <<Sia che ci sia maltempo vento e freddo si deve seminare, l'unico seme che non avremo è quel seme che non avremo avuto il coraggio di piantare>>. Ricorda però che, <<l'utopia termina là dove cresce il dogma. L'utopia termina quando si tace sulla tortura e sulla corruzione>>. Ma, soprattutto, dice abbiamo bisogno di fantasia e di una democrazia genuina dove <<ciascuno conta e nessuno è contato>>. Ricorda che questa novella immortale, questa avventura della libertà, è nata mentre Cervantes era rinchiuso nelle carceri di Siviglia per debiti <<come noi Sudamericani oggi>>. <<C'è un mondo nella pancia del mondo e chissà non sia migliore di questo. Un mio amico, un pittore analfabeta di nome Vargas, dipingeva arcobaleni e animali più grandi degli uomini. I suoi critici ritenevano che la sua pittura fosse un elogio alla natura tropicale ma lui era nato in una zona petrolifera dove non c'era una pianta. Per me,invece, Vargas era un pittore realista:dipingeva la terra che desiderava>>. Per Ignàcio Ramonet , <<Qui ci sono molte Quijotes e Quijotas, ma non sono pazzi come non lo era Don Chisciotte>>. Ricorda che la parola utopia è stata inventata da Tommaso Moro e dal suo sogno di descrivere una società perfetta; ma una società perfetta può essere dogmatica. Non per nulla le società ideali del XX secolo fallirono e si trasformarono dogmatiche. Non Don Chisciotte, lui, semplicemente, non sopporta l'ineguaglianza e l'ingiustizia. È un'altruista che offre il suo coraggio agli indifesi. Non lotta per un mondo irreale ma per un mondo possibile. Cos'è il Forum sociale Mondiale? È l'assemblea dell'umanità, è Babele con un obbiettivo pazzo: cambiare il mondo. Ci vogliono tanti Don Chisciotte e qui ce ne sono tanti. <<Dicono che lottiamo contro i mulini a vento ma in questo mondo su 6 miliardi 5 sono di poveri. Viviamo in un mondo alla rovescia. Una vacca in Europa riceve più di 4$ di sovvenzione al giorno mentre ci sono milioni di persone che vivono con meno di un dollaro al giorno. È un mondo scandalosamente ingiusto. Dobbiamo uscire dal disastro della globalizzazione. L'utopia è solo una verità prematura>>. Ultimo prende la parola Josè Saramago e spiazza tutti. <<Per me la parola utopia non significa nulla, se potessi la cancellerei dal dizionario per sostituirla con una parola che già esiste e questa parola è semplicemente domani>>. Per lo scrittore il Forum dovrebbe diventare un luogo non di semplice rivendicazione, è necessario passare ad uno stadio successivo che implichi la presenza di proposte e obbiettivi consensuali. La globalizzazione economica è la nuova arma di un progetto imperialista che passa attraverso un nuovo tipo di sfruttamento mondiale e se non ci prepariamo ad affrontarlo ci sarà una dispersione di volontà. <<Le batterie devono funzionare perché il motore possa funzionare>>. Il Forum non deve diventare una ONG diluita in una quantità astronomica di ONG ma essere uno strumento di azione. L'utopia trasformata nel domani. <<L'utopia è qualche cosa che non si sa dove sta>>, si suppone che esista ma si ignora il dove. Pertanto, <<quando dico che vorrei cancellarla e se dovessi sostituirla allora la sostituirei con una parola che già esiste e questa parola è semplicemente domani. È per domani che si sta lavorando oggi .E quindi collochiamo l'utopia per quello che è non collochiamola da nessuna parte. Collochiamoci nel domani e nel qui perché il domani è l'unica utopia>>. 31.1.2005 Se c'è una star a questo Quinto Forum Mundial Social di Porto Alegre è il presidente venezuelano Hugo Chàvez. Questo Forum si è caratterizzato, anche per la scontata forte partecipazione di realtà brasiliane, se non proprio per la contestazione, come forte strumento di pressione nei confronti di Lula. Il dilemma in cui si dibatte, non tanto e non solo il PT, il partito dei lavoratori al governo, ma la base sociale che ha portato Lula alla presidenza è: dobbiamo appoggiarlo comunque e sempre o agire anche con la lotta e critica? Bene la campagna Fame zero, male, anzi malissimo, la sua politica economica. E in ogni tendone degli undici spazi tematici, qualche migliaia, i rappresentanti del metalmeccanico presidente sono stati accolti con malumore. Dunque a Davos Lula non ha potuto essere quel portavoce di un altro mondo possibile che aveva sperato di essere. Allo stadio Gigantinho Lula ha parlato tra applausi e fischi, restando all'interno di un discorso cauto e pacato. Nello stesso stadio dove Chàvez chiude con un bagno di popolo totale, annunciando l'avvento della nuova repubblica bolivariana del Venezuela, l'esperienza esportabile di un socialismo rivoluzionario, una opposizione dura e decisa a Bush. Al Superman del Nord al quale dice, <<Attento, noi abbiano la criptonite rossa>>. E Condoleeza diventa signorina Condolencia e annuncia che il futuro non è l'ormai sconfitto progetto Alca ma una integrazione e cooperazione di tutti i governi del centro sud. Compreso Messico,<<Troppo vicino agli Stati uniti e troppo lontano da Dio>>. Ma anche il Forum è in una fase di forte cambiamento. La magnifica Babele di linguaggi, razze, colore è diventata frantumazione e gli organizzatori si stanno interrogando su come proseguire. La scelta è la regionalizzazione. Europa e Africa si incontreranno nel 2006 a Marrakeh, l'Asia a Madras e le Americhe a Caracas. Chàvez infatti è venuto a prendere il testimone del continente dove i fermento sociali sono più intensi e originali. Tutti contro il neoliberismo, contro Bush e le sue guerre ma si ha anche la sensazione che, visto da qui, l'Iraq sia lontano, o, comunque, non è stato il filo conduttore del Forum e questo in alcuno ha creato perplessità. Il transpatio, così il Nord ha sempre considerato il Centro e il Sud America, sente più vicina e preoccupante l'invasione di Haiti e la destituzione del suo presidente Aristide. Oggi ultimo giorno, niente plenaria, e la manifestazione finale è stata invece un guazzabuglio di spezzoni di cortei, qua e là per la città. Adesso tutti partono. Porto Alegre rimpiange questa grande festa che, dice una statistica del quotidiano Zero hora, è piaciuta a più dell'80% della popolazione anche se l'82% proprio non c'è andata. Adesso, sono le 17 il centro città di riempito di gente, di banchetti, di merci, di folla e anche di poveri. Prima dove erano? Il murale delle proposte Uno degli argomenti più utilizzati dai critici del FSM è la mancanza di azioni concrete. Il V FSM risponde con la creazione del Murale delle proposte. L'obbiettivo è riunire tutte le proposte scaturite da questi cinque giorni di discussioni e registrarle nel progetto Memoria Viva del FSM 2OO5. <<L'idea è che, una volta definite, queste proposte possano essere consultate da tutti per poterle trasformare nel tempo in azioni effettive>>, ha dichiarato uno dei coordinatori del progetto, il francese Nicolas Hanringer. Tutti i partecipanti che rappresentavano entità previamente accreditate al Forum possono registrare le loro proposte. <<Non saranno accettate idee elaborate prima o dopo il Forum, ma solo quelle realizzate durante le attività svoltesi in Porto Alegre>>, continua Hanringer. L'intenzione del murale è rappresentare la diversità di idee espresse nei dibattiti, le convergenze e le divergenze che dovranno servire come base da cui partirà ogni nuovo Forum. Saranno circa duecento le proposte presentate. Qualcuna è già stata registrata, ad esempio La Carta del Diritto alla Città e la proposta dell'Associazione dei vietnamiti vittime della diossina e dal Comitato per la pace in Vietnam. Tutte le proposte saranno pubblicate sul sito web della memoria del Forum. Dodici proposte Al fine di evitare che la frammentazione dell'agenda politica si trasformi in dispersione, alcuni membri del Comitato Internazionale (tra i quali Frei Betto, Emir Sader, Leonardo Boff, Bernard Cassin , Ignàcio Ramonet, Tariq Alì, Adolfo Esquivel ) si sono assunti la responsabilità di lanciare il Manifesto di Porto Alegre. Il documento non ha carattere ufficiale e contiene 12 proposte che possiamo così riassumere: 1 Annullare il debito estero dei Paesi del Sud 2 Applicare tasse internazionali alle transazioni finanziarie, agli investimenti diretti ai paesi esteri, ai profitti delle multinazionali, alla vendita delle armi e alle attività che producono effetto serra 3 Smantellare progressivamente ogni forma di paradiso fiscale, giuridico e bancario 4 Ogni abitante del pianeta deve avere diritto ad un lavoro, all' assistenza sociale e alla pensione 5 Promuovere ogni forma di commercio giusto rifiutando le regole del libero mercato dell'Organizzazione Mondiale del Commercio 6 Garantire il diritto alla sovranità alimentare di ciascun paese mediante la promozione di agricoltura familiare 7 Proibire ogni tipo di brevetto sulla conoscenza e sugli esseri viventi (sia umani che animali che vegetali ), così come la privatizzazione dei beni comuni dell'umanità, in particolare l'acqua 8 Lottare attraverso diverse politiche contro il razzismo, la discriminazione, il sessismo, la xenofobia e l'antisemitismo 9 Adottare misure urgenti per porre fine alla distruzione del medio ambiente e alla minaccia delle gravi trasformazione climatiche dovute all'effetto serra 10 Esigere lo smantellamento delle basi militari straniere e il ritiro delle truppe da tutti i paesi ad eccezione di quelli autorizzate dall'ONU 11 Garantire il diritto dell'informazione dei cittadini mediante legislazioni che: a) pongano fine alla concentrazione dei mezzi di informazione in grandi gruppi; b) garantiscano l'autonomia dei giornalisti; c) favoriscano la crescita di un'informazione senza fine di lucro, in particolare i media alternativi e comunitari 12 Riformare e democratizzare in profondità le organizzazioni internazionali, tra queste l'ONU. .Nel caso di persistente violazione della legalità internazionale da parte degli USA,t rasferire la sede dell'ONU da New York ad un altro paese (nei prossimi giorni altri resoconti dai seminari e un quadro finale) ------------------------------------------------------------------- ASSOCIAZIONE CULTURALE PUNTO ROSSO <mailto:pr at puntorosso.it>pr at puntorosso.it FORUM MONDIALE DELLE ALTERNATIVE <mailto:fma at puntorosso.it>fma at puntorosso.it LIBERA UNIVERSITA' POPOLARE <mailto:lup at puntorosso.it>lup at puntorosso.it EDIZIONI PUNTO ROSSO <mailto:edizioni at puntorosso.it>edizioni at puntorosso.it VIA MORIGI 8 - 20123 MILANO - ITALIA TEL. 02-874324 e 02-875045 (anche fax) www.puntorosso.it
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